Giù le mani dal Morelli: la carica dei più di 3000
CRONACA - 10 08 2020 - Ivan Bormolini
(Di I. Bormolini) Alla vigilia si parlava di una grande manifestazione e così è stato. Più di tremila persone hanno partecipato al grande evento organizzato dal Comitato “Io sto con il Morelli” e dai sei sindaci dell'Alta Valle. Sono certo che ora non si possa più non ascoltare una voce corale di una fetta del popolo valtellinese che chiede una concreta riorganizzazione della sanità di montagna e il ripristino delle specialità tolte al Morelli prima della pandemia. La manifestazione, magistralmente organizzata in pochi giorni, si è divisa sostanzialmente in due parti: la prima è stata chiamata Operazione verità e la seconda è stata una dedica agli operatori del Morelli ed ai pazienti ricoverati, senza scordare la grande pagina di storia recente, ovvero il magistrale impegno profuso dal personale durante le drammatiche settimane del Covid. A prendere la parola per prima è stata la padrona di casa, la prima cittadina di Sondalo Ilaria Peraldini, che ha ringraziato tutto coloro che a vario titolo si sono impegnati per la buona riuscita della manifestazione, non solo Peraldini ha voluto dire un grazie anche ai cinque colleghi sindaci dell' Alta Valle e al Comitato. La stessa prima cittadina, ha poi tracciato una sintesi di quanto avvenuto da febbraio sino ad oggi a livello istituzionale. Senza usare mezzi termini, ha affermato che Comitato e i sei sindaci sono stati accusati di non dire la verità, in quanto non è prevista la chiusura del Morelli. Tuttavia ha continuato Peraldini, “se la Regione segue il piano del Politecnico, purtroppo il Morelli è già morto”. A conclusione del suo intervento Ilaria Peraldini, ha detto “no ad una sanità di serie B”. Secondo a prendere la parola è stato Pietro Del Simone, che sin dalla fondazione del Comitato ha aderito con capacità ed entusiasmo a questa battaglia. Per prima cosa Del Simone ha rivolto un pensiero di cuore all'amico recentemente scomparso Bruno Ciapponi Landi, il quale voleva che il “suo ospedale venisse salvato”. Con toni decisi tipici della sua personalità, Pietro Del Simone, si è poi rivolto all'assessore Regionale Massimo Sertori, ricordando le idee e progetti che insieme hanno condiviso durante il periodo in cui quest'ultimo era presidente della Provincia. “Massimo le mie idee le conosci, quando eri presidente della Provincia avevamo approvato un documento per la valorizzazione del Morelli ed anche condiviso il pensiero che fosse stato un errore sdoppiare la neurochirurgia. Adesso la situazione è decisamente peggiorata. Io sto sempre con il Morelli e tu hai sposato un'altra tesi. La tua affermazione da libro Cuore “Il mio Morelli”, non è piaciuta e non è stata apprezzata, anzi, l'azione in corso al Morelli risulta essere uno schiaffo a tutti quegli operatori che hanno rischiato la vita per curare i nostri pazienti”. Del Simone ha poi fatto un esplicito invito a Sertori: “Fermati, ripristina lo stato del Morelli pre-Covid, riporta le attività chirurgiche e l'emergenza-urgenza, poi convoca un tavolo con tutti i sindaci, tecnici seri, associazioni e sindacati e inizia un confronto costruttivo. Sono certo che insieme troveremo la soluzione migliore al fine di offrire un'adeguata quanto efficiente risposta sanitaria per il nostro territorio, ovvero quella sanità di montagna che la nostra gente si merita”. Sempre rivolgendosi a Sertori, Del Simone ha affermato: “Rivedere il proprio pensiero non è una sconfitta, al contrario è un atto di grande intelligenza che la gente saprà apprezzare”. Quasi in conclusione del suo intervento, l'ex sindaco di Tirano. citando il Piano del Politecnico, ha asserito che quanto contenuto nello stesso è incomprensibile, privo di una visione globale e di lungimiranza, in parole povere un vero fallimento. All'atto pratico, Del Simone, che non ha risparmiato neppure frecciate al dott. Alberto Zoli Direttore Generale di Areu, ha evidenziato le carenze strutturali dell'ospedale di Sondrio che, ed è sotto gli occhi di tutti, non è in grado di fornire una gestione ottimale. Questi limiti si sono venuti a manifestare durante la pandemia e nei periodi successivi sino ad oggi. Dopo Del Simone, hanno preso la parola gli altri sindaci dell'Alta Valle: Massimiliano Trabucchi di Valdidentro, Alessandro Pedrini di Valdisotto, Damiano Bormolini di Livigno, Roberto Volpato di Bormio e Angelo Cacciotto di Valfurva. Devo dire che sentendo una ad una le loro parole, senza scordare quelle di Ilaria Peraldini, ho trovato nella loro azione una grande coesione ed unità d'intenti che davvero non può passare inascoltata. Questi primi cittadini, hanno toccato diversi punti focali e tutti incentrati su una volontà ferma e decisa atta a ridisegnare una nuova sanità di montagna e ridare un grande futuro al Morelli. Ovviamente nei loro discorsi, non hanno mancato di evidenziare l'importanza del Morelli per il loro bacino di utenza ma anche la risposta efficiente che questo presidio ha sempre fornito ai turisti. Ovviamente è stato rimarcato, soprattutto da parte dei sindaci Volpato e Bormolini, un accenno alle Olimpiadi del 2026. Il CIO, aveva fatto presente la necessità che vi fosse un presidio medico adeguato e capace di sopperire a qualsiasi situazione. Tutto questo era stato individuato giustamente nel Morelli. La domanda che mi sorge spontanea è questa: con le intenzioni chiaramente assunte dalla Regione, sarà possibile attuare questa fondamentale richiesta? Parlando di sindaci valtellinesi, non posso fare altro che apprezzare la manifestata volontà di alcuni di loro, di smarcarsi dal famoso Documento dei 71 e quindi da una visione tutta Sondrio centrica della sanità, confido da cittadino che altri seguano questo esempio e la volontà di riportare al Morelli le specialità oggi a Sondrio. Certamente, come chiaramente detto durante la manifestazione, sia il comitato che i sei sindaci non chiuderanno le porte, anzi invitano da subito ad un dialogo costruttivo per tutta la sanità di montagna e per il Morelli. Se Del Simone, Peraldini e i sindaci, si sono tolti i “macigni”dalle scarpe, l'avvocato Ezio Trabucchi non è stato da meno. Ha parlato di irrequietudine e indignazione da parte della popolazione, ma soprattutto ha evidenziato le serie preoccupazioni del personale sanitario che certo in tutto questo stravolgimento è stato privato in larga parte del normale habitat professionale....E mi vien da pensare come dar loro torto, non è certo colpa di questi professionisti se come ha affermato Trabucchi, sono venuti meno gli standard minimi qualitativi. Con un esempio del tutto appropriato il noto avvocato, ha messo in evidenza le attuali difficoltà in cui versa il Morelli. Ha definito l'azione della Regione nei confronti del Morelli dopo il Covid, un blitz o uno scippo “cialtronesco”. Ha parlato chiaramente di un tentato omicidio, dove i mandanti sono gli interessi economici e gli esecutori sono la politica e la burocrazia di Regione Lombardia rivelatasi maldestra e approssimativa. Anche per Trabucchi è necessario abbandonare l'idea di una visione Sondrio centrica della sanità, recuperare un rapporto costruttivo attraverso un dialogo istituzionale forte. A conclusione del suo intervento, Ezio Trabucchi ha detto: “Ce la dobbiamo fare, nessuno ha il diritto di spegnere la luce ai nostri malati, alla nostra sanità di Montagna e al nostro Morelli”. Brevi ma sicuramente forti, sono state le parole del dottor Giuliano Pradella, che ha attaccato molti attori di questa complicata vicenda. Ha sottolineato le responsabilità politiche, smentendo le dichiarazioni dell'assessore regionale Gallera ed anche l'intervento del Sottosegretario di Regione Lombardia Fabrizio Turba (Lega) che con una comunicato stampa aveva detto che l'ospedale Morelli era aperto e funzionante. Sono convinto che le parole del Professor Livio Dei Cas, a cui Il dott. Predella ha ceduto il microfono, suonino come un vero monito al fine di non perseguire la strada che la Regione ha intrapreso. Nella serata hanno poi fatto seguito altri interventi: non di poco peso sono state le parole del prof. Eugenio Benericetti, neurochirurgo di grande fama, che ha lavorato al Morelli contribuendo a far crescere il reparto di neurochirurgia, uno dei fiori all'occhiello assieme ad altre vocazioni come l'unità spinale unipolare, che ha fatto la storia del presidio. Benericetti ha affermato che non è fattibile dividere la neurochirurgia, non è razionale, è un errore depotenziare ciò che è stato creato, è invece intelligente ristrutturare Sondalo. Il tema dei nostri diritti è stato invece toccato da Giorgio Mosconi: dobbiamo avere il diritto di avere una sanità di serie A ed avere amministratori capaci e lungimiranti. Dal palco del centro sportivo sondalino, le esternazioni di Luigi Grassi ex sindaco di Sondalo e membro del Comitato, sono state incisive e molto chiare. Grassi per anni si è battuto per il Morelli, per la nostra gente ed oggi è ancora in prima linea a difendere questo nostro baluardo. Durissimo il suo attacco alla Regione, “mente sapendo di mentire... Non raccontateci più bugie, non trasformate il Morelli in una medicheria tanto per dire che non l'avete chiuso”. Grassi ha accusato la Regione di scrivere la peggior pagina della storia della sanità valtellinese e rincarando la dose, ha affermato: “Avete chiamato eroi i professionisti che hanno lavorato instancabilmente durante la pandemia, oggi li avete già dimenticati”. Nell'intervento Grassi non ha mancato di ricordare il famoso progetto del compianto Luigi Mescia, una figura quest'ultima di grandi visioni e lungimiranti idee. Per tornare al piano proposto dal Comitato e dai sei sindaci, Grassi lo ha definito capace di riorganizzare la vera sanità di montagna che guarda con concretezza a tutta la Valtellina e la Valchiavenna. E' importante qui citare anche le parole di altri ospiti intervenuti, Carlo Borghetti ha ribadito che spostare i reparti da un ospedale all'altro certo non contribuisce a rafforzare la sanità pubblica in Valtellina e se questa azione proseguirà, certamente l'unità spinale unipolare non potrà continuare a garantire l'eccellenza per cui è rinomata in regione e in Italia. Occorrono, secondo Borghetti delle deroghe sia per il Morelli che per l'intero contesto della sanità locale. Un auspicio al fine che la nostra sanità e il nostro Morelli tornino a garantire un servizio adeguato, è venuto dal Prof. Marco Vitale. Vi invito a leggere sulla pagina Facebook del Comitato le sue autorevolissime considerazioni. Se le parole della consigliera regionale Pedrazzi sono state fischiate dal pubblico, maggior attenzione è stata riservata a quelle dell'onorevole Mauro Del Barba e dell'ex parlamentare Jonny Crosio. Il primo ha definito la serata importantissima per la sanità di montagna, ha elogiato i sei sindaci e il Comitato, mettendo sotto processo le scelte politiche della Regione Lombardia in tema di sanità. “Sondalo è simbolo della sanità - ha detto l'esponente di Italia Viva- non si mente ai sindaci e alla gente”. Anche Jonny Crosio ha espresso la sua vicinanza ai sindaci e al Comitato asserendo che da loro è venuta una lezione alla politica. Secondo Crosio, in Regione regna una grande confusione, la verità dei fatti è che i sei sindaci non si sono piegati alle logiche della politica ed ora anche il resto della provincia si sta rendendo conto che c'è qualcosa che non va. Apprezzato anche il commento dell'europarlamentare Fiocchi di Fratelli d'Italia, per lui difendere il Morelli è essenziale per il mondo della sanità valtellinese. La serata si è conclusa con un momento molto sentito, una dedica in musica sulle note de “Il minatore di Frontale” di Davide Van De Sfroos, per salutare i pazienti attualmente al Morelli e gli operatori sanitari che li assistono, compresi coloro che hanno hanno fatto l'impossibile durante il Covid. Mi sono dilungato forse troppo, ma ho ritenuto necessario riportare la cronaca di una serata che è stata un evento sentito, partecipato e vissuto. Che la politica regionale sappia ripristinare, ridisegnare un vero e innovativo modello di sanità di montagna, senza mai scordarsi che il Morelli deve tornare ad avere le eccellenze tolte. Credo che sia larga parte della valle a chiederlo, la manifestazione Giù le mani dal Morelli, ne è stata una sentita e grande voce. Non si prosegua sulla strada in atto, il tutto sarebbe lesivo della nostra gente e dei suoi bisogni di una sanità di valle che non ci costringa a rivolgerci altrove. La foto di copertina è stata tratta dalla pagina Facebook di Luigi Grassi.
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