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11 settembre 1620, una nuova e feroce battaglia a Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 27 05 2022 - Ivan Bormolini

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/LA RAPPRESENTAZIONE DELLA BATTAGLIA DEL CAMPONE
LA RAPPRESENTAZIONE DELLA BATTAGLIA DEL CAMPONE

(Quattordicesima parte di I. Bormolini) Pur in una complicata situazione europea, il Robustelli ed il suo governo cercavano difficili alleanze al fine di avere l'autonomia delle nostre terre nuovamente riconquistate con il Sacro Macello.

Di certo però, oltre ai piani politici, per i vincitori della rivolta del luglio 1620, si poneva un altro problema non certo di poco conto e per questo in alcuna maniera sottovalutabile.

I Grigioni dopo i fatti terribili di quell'insurrezione, si erano precipitosamente ritirati, ma sicuramente era forte il loro interesse nel tornare ad invadere le nostre valli per riprenderne il possesso.

Per limitare i danni di questo evento che si era ovviamente trasformato in realtà, Robustelli aveva fatto rimettere in efficienza le fortificazioni di Tirano apprestandosi a difendere la valle dalle ire dei Grigioni.

Nel riorganizzarsi, proprio questi ultimi si erano “arricchiti” di truppe giunte da Zurigo e da Berna e nel settembre di quel 1620, un grosso contingente era già in marcia sul Bormiese verso Tirano con uno scopo ben preciso, punire i rivoltosi.

Gli svizzeri inferociti, avevano incendiato Sondalo, Grosio e Mazzo, scendendo, avevano seminato rovine fino a Sernio; la mattina dell'11 settembre si erano disposti in assetto da battaglia alla Valchiosa, il loro tentativo era marciare su Tirano per prenderla d'assalto.

Robustelli che era riuscito ad ottenere aiuti dalla Spagna per quella battaglia, in accordo con i comandanti valtellinesi e spagnoli, aveva deciso di affrontare l'esercito nemico sulla china del Campone ed in quei luoghi vicinissimi al centro abitato di Tirano si era consumato il tutto.

La battaglia di quell'11 settembre era durata per tutta la giornata ed era stata particolarmente dura e sanguinosa.

I valtellinesi avevano colto una strepitosa vittoria sul campo, impedendo che i Grigioni marciassero su Tirano, in quel giorno sul Campone le truppe svizzere avevano perso anche i loro stessi comandanti.

Nello scontro, oltre agli altri moriva il comandante bernese, colonnello Von Mulinen, un soldato valoro ma definito smargiasso; questo al momento della partenza della spedizione punitiva contro i valtellinesi, aveva promesso che sarebbe tornato in patria con tanti testicoli di preti cattolici, quanti erano gli anelli della collana che orgogliosamente portava al petto, si dice che proprio gli anelli che componevano quel personale ornamento erano davvero tanti, ma quella promessa non era stata mantenuta.

IL SAN MICHELE IN BATTAGLIA. In quell'11 settembre 1620, si inserisce un episodio che il Varischetti non aveva esitato a definire meraviglioso e ricordato da tutti i cronisti valtellinesi dell'epoca, tra questi il Cornacchi che aveva scritto la storia del Santuario di Madonna di Tirano nel 1621, ovvero un anno dopo i fatti qui narrati.

Dall'alto della lanterna della cupola del Santuario Mariano, realizzata tra il 1580 e il 1585 da Pompeo Bianchi, ingegnere della Fabbrica del duomo di Como, mentre infuriava la battaglia sul Campone, era stata vista roteare la statua in bronzo del San Michele, pare si sia animata agitando la spada lampeggiante di fuoco, quasi a protezione di Tirano e della Valtellina.

Quell'evento e quell'opera recentemente restaurata, realizzata nel 1589 da Francesco Guicciardi di Ponte in Valtellina, ci ricorda un altro fatto ormai caduto nel dimenticatoio.

Per molto tempo, anzi per secoli, proprio l'11 settembre, i tiranesi andavano in processione al Santuario di buon’ora per rendere grazie al San Michele, per l'esito positivo di quella battaglia.

Questa processione doveva essere ancora praticata negli anni Sessanta del secolo passato, in quanto nella sua opera “Tirano” il Varischetti ne parlava al presente.

Vale comunque qui la pena ricordare che il San Michele, all'interno della grandiosa storia della nostra Basilica, è il secondo Santo più venerato dopo la Beata Vergine Maria, Patrona della Valtellina, molte sono infatti nel tempio di Madonna di Tirano, le rappresentazioni artistiche dedicate al San Michele, sia all'esterno che all'interno che lo raffigurano.

 

 

FONTI: TIRANO. Autore: don Lino Varischetti. Stampa: finito di stampare il 29 settembre 1961 presso la Tipografia Bettini in Sondrio. Dalle pagine 37 e 38.

LA MADONNA DI TIRANO. MONUMENTO DI FEDE DI ARTE E DI STORIA. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: Lito Polaris Sondrio. Dalle pagine: 43 e 44.

Immagine di copertina: tratta dal supplemento al n° 46 dicembre 2004 del Notiziario della Banca Popolare di Sondrio “Bormio 2005 Campionati del Mondo di Sci Alpino. Pagina 96, “La morte del colonnello Von Mulinen nella battaglia di Tirano dell'11 settembre 1620. Dalla stessa fonte sono state tratte le notizie su questo colonnello.

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