Dopo il Sacro Macello: una visione d'insieme
CULTURA E SPETTACOLO - 26 05 2022 - Ivan Bormolini
(Tredicesima parte di I. Bormolini) Con l'aver parlato del Sacro Macello a Tirano e dell'intera vicenda valtellinese, è giunto il momento di dare risposte alle domande che ci siamo posti: il Sacro Macello, aveva segnato la fine di un'epoca, oppure l'inizio di altre e nuove incertezze per le nostre valli? Ed ancora, i Grigioni erano stati definitivamente cacciati? I Fatti storici naturalmente impongono di andare con ordine: nella cronologia degli eventi dell'immediato periodo successivo all'insurrezione iniziata il 19 luglio 1620, è necessario dire che sul piano politico-militare, l'azione aveva segnato un pieno successo da parte degli insorti. In pochissimi giorni, questi avevano avuto il pieno controllo dei Terzieri nominando nuovi responsabili e funzionari, gli stessi erano stati scelti tra gli appartenenti delle famiglie più in vista della valle, si era comunque mantenuta la struttura territoriale-amministrativa. A governatore veniva eletto Giacomo Robustelli, ossia la personalità più in vista della rivoluzione. Si confermava il Consiglio di Valle, che rappresentava i Terzieri ed i Contadi, a questo si affiancava un Consiglio Reggente costituito da 18 membri e presieduto dal governatore. Inoltre, si erano promulgati i decreti del Concilio di Trento, proclamando il cattolicesimo romano come unica religione in valle, si riconosceva anche in modo ufficiale il Tribunale dell'Inquisizione. E' sicuro come si avuto modo di vedere in precedenza che la rivoluzione era avvenuta a caro prezzo, lo stesso nuovo Governatore Robustelli scriveva alle comunità cattoliche della Rezia che: “La rivoluzione era stata compiuta per l'acquisto della libertà e la difesa della religione cattolica”. Era il 28 luglio 1620, ma oltre a questa riorganizzazione come vedremo, il Robustelli e i suoi avevano anche altro da pensare. La Valtellina e la Valchiavenna, dunque, si riconoscevano pienamente nella sfera o dimensione culturale del lombardo-italiano, si proponevano come nuovo soggetto politico, questo era territorialmente indipendente anche se chiaramente alleato al Ducato di Milano. Ma le sorprese, stavano proprio dietro l'angolo, anzi più che sorprese potremmo definirle certezze. La nobiltà che aveva sostenuto l’insurrezione era convinta che la Spagna potesse garantire l'autonomia delle valli e il mantenimento della religione cattolica, si sperava che la causa valtellinese venisse assunta dal Papato. Su scala ridotta però le vicende delle nostre valli, non facevano che ripetere i potenti antagonismi che nel 1618 erano esplosi in Europa Centrale con l'inizio della guerra dei Trent'anni. Sul piano europeo le Tre Leghe certo non volevano ritirarsi: volevano vendicare gli uccisi durante il Sacro Macello, riprendere le proprie proprietà Grigioni e conservare il controllo dei valichi. Per la Spagna i valichi erano essenziali ma la stessa, non intendeva trasformare in guerra aperta la rivolta che pur aveva sostenuto nelle nostre terre. In modo similare si era comportata Venezia verso le Tre Leghe, sue alleate. Dopo qualche anno, la Francia di Luigi XIII, sotto la guida dell'abilissimo ministro cardinale Richelieu, era entrata con forza nella politica alpina al fianco dei Grigioni e di Venezia contro la Spagna e gli austriaci Imperiali, questi ultimi, dal Tirolo, avevano facile accesso alla Contea di Bormio e volevano tenere aperte le comunicazioni con la Pianura Padana. Ai nostri insorti che avevano avuto la meglio con il Sacro Macello, in questo complesso gioco di mosse, contromosse, alleanze e tradimenti, rimaneva uno spazio di manovra piuttosto ridotto. Avevano mandato ambasciatori presso le corti europee, avevano cercato alleati, ma pur essendo riconosciuti come abili diplomatici, non avevano trovato potenze che volessero garantire loro l'autonomia che desideravano. La questione politica dei valichi, e come in tutta Europa, la questione religiosa delle diverse fedi, impedivano ormai ai potenti di riconoscere vere autonomie. Ma ben prima, appena dopo la conclusione del Sacro Macello, qualcosa di ben più grave si stava abbattendo sulla Valtellina e ancora una volta Tirano ne era stata protagonista. FONTE: STORIA DELLA VALTELLINA E VALCHIAVENNA.Autori: Dario Benetti e Massimo Guidetti. Stampa: finito di stampare nel novembre 1998 da Polaris Sondrio. Dalle pagine: 101 e 102. Immagine di copertina: Tirano fortificata nell' XVII secolo tratta dal volume Tirano. Il centro storico. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa: Lito Polaris Sondrio. Pagina 181.
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