Beni culturali: anche i privati potranno salvarli dalla rovina
CULTURA E SPETTACOLO - 19 01 2018 - Alessandro Cantoni
A proposito di Germania, negli ultimi tempi, in Italia, sembra essere partita la rincorsa alle riforme di stampo tedesco. Dalla scuola alla gestione dei flussi migratori. Queste prospettive, tuttavia, sono assai lontane e difficili da realizzare. E questo per varie ragioni. Nel caso degli istituti superiori, diminuire la frequenza da cinque a quattro anni si rivelerebbe controproducente, viste le difficoltà odierne nel seguire i programmi ministeriali, nonché il basso livello di preparazione degli studenti al termine del ciclo di studi. In tema di immigrazione, invece, siamo impreparati, inefficienti e non abbiamo un'organizzazione tale da gestire responsabilmente il fenomeno. Nel nostro Paese vi sono migliaia di edifici storici e monumentali, soprattutto minori, i quali sono diventati un onere per lo Stato. Tuttavia, potrebbero tornare ad essere fonte di guadagno e di ricchezza se fossero amministrati da privati cittadini o associazioni, capaci di renderli attrattivi, utili alla collettività. Una gestione responsabile, in cui avvenga il rispetto della storia, sarebbe in grado di creare profitto, interesse e valorizzazione. Nel caso dei monumenti più notevoli, si può seguire invece la strada della collaborazione. E' quanto avviene in Germania, dove numerosi castelli prendono vita con sale adibite alla ristorazione oppure all'hotelleria di lusso, mentre gli ambienti turistici rimangono visitabili e fruibili da parte di un pubblico ampio. Allo stesso modo, può avvenire che una torre o un castello siano adibiti a sedi espositive, offrendo così la possibilità di allestire mostre e spettacoli. Non si tratta di un esproprio allo Stato, bensì di un modello virtuoso in cui si genera occupazione e si restituisce dignità ai luoghi degradati nel primo caso, mentre si instaurerebbe un dialogo più saldo tra pubblico e privato nel secondo. Alessandro Cantoni
Su un punto, tuttavia, potremmo seguire la rotta dei nostri vicini europei. Si tratta dei beni culturali.
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1 COMMENTI
19 01 2018 13:01
Méngu
Stimato Signor Alessandro, prendo in prestito le Sue parole per porle ai nostri Amministratori , in particolare al sciur Sindàch Franco Spada di Tirano, perché ne faccia tesoro a proposito del nostro Castelàsc. Le prendo in prestito anche per tutti i tiranesi di buona volontà che possono fare qualcosa per rendere più “ appetibile, fruibile, interessante “ tutta l’antica struttura. Prendiamo quindi l’esempio tedesco , e se possibile senza troppe parole , si agisca. Chiedo, per cortesia, che il Sciur Sindàch Franco Spada, ci possa dare gentilmente risposta in merito su questo giornale. Personalmente ci conto. Sarò smentito ? ****( leggere ) **** Nel caso dei monumenti più notevoli, si può seguire invece la strada della collaborazione. E' quanto avviene in Germania, dove numerosi castelli prendono vita con sale adibite alla ristorazione oppure all'hotelleria di lusso, mentre gli ambienti turistici rimangono visitabili e fruibili da parte di un pubblico ampio. Allo stesso modo, può avvenire che una torre o un castello siano adibiti a sedi espositive, offrendo così la possibilità di allestire mostre e spettacoli. Non si tratta di un esproprio allo Stato, bensì di un modello virtuoso in cui si genera occupazione e si restituisce dignità ai luoghi degradati nel primo caso, mentre si instaurerebbe un dialogo più saldo tra pubblico e privato nel secondo.