Carnevalate antifasciste
ECONOMIA E POLITICA - 08 03 2019 - Alessandro Cantoni
A carnevale ogni scherzo vale. Certo, ha ragione Mario Giordano quando ricorda che il giorno dei coriandoli veniva festeggiato per sbeffeggiare i potenti e i principi d’ogni reame. Perciò non bisogna scandalizzarsi di fronte al carro fantoccio di Salvini esposto a Düsseldorf, dove i mastri birrai, oltre alla birra, si sono specializzati nell’arte della dissacrazione. Più carnevalesca è stata invece «People», la manifestazione antirazzista femminista antifascista (se avete altri suggerimenti, date pure sfogo alla vostra fantasia), celebrata meno di una settimana fa a colpi di striscioni, arcobaleni e bandiere rosse. Un’altra mascherata si prospetta con il corteo «Non una di meno» di venerdì 8 marzo, festa della donna. Per ovvi motivi. Campeggeranno i soliti slogan contro il sessismo, ma soprattutto a discapito del ministro Salvini, ormai ritenuto colpevole di ogni disgrazia terrena. Dobbiamo arrenderci di fronte al «potere dei più buoni», come lo definiva ironicamente Giorgio Gaber riferendosi ai buonisti ruspanti. Quelli che pretendono d’essere i migliori: la crème contrapposta alla schiuma della società, ovvero gli appestati, i fascistoidi. Ormai la politica (non solo nei palazzi, anche nelle piazze) è una gara di altruismo e di ostentata bontà di cuore. Che spettacolo! Ma, siamo onesti, che bisogno c’è di mettere in mostra valori che dovrebbero essere fondamentali, non sindacabili, come l’antirazzismo e l’antifascismo? Ha senso tutto questo e, soprattutto, a che pro? Alessandro Cantoni
Ovviamente, all’appuntamento non potevano mancare i big della sinistra al caviale. Da Laura Boldrini a Martina, Zingaretti, Sala e perfino Claudio Bisio.
La verità è che in questo mondo sconclusionato si è già perso il senso del pudore.
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1 COMMENTI
08 03 2019 08:03
sanmichele
Ma, siamo onesti, che bisogno c'è di scrivere questo articolo? Ha senso tutto questo e, soprattutto, a che pro?