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Quasi serie (142): Come è difficile scrivere da "buoni" in una nazione allo sbando

CULTURA E SPETTACOLO - 10 10 2017 - Giancarlo Bettini

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/Bettini

Sono giunto al numero 142 della presente rubrica. Ho scritto su tanti argomenti dello ieri e dell’oggi. Lungo il cammino, circa a metà strada, avevo promesso ai lettori di scrivere in modo più moderato specialmente nei pezzi dedicati alla politica. Per un po’ di tempo sono riuscito a farlo, ma poi, a causa degli avvenimenti, ha prevalso la cattiveria e la bontà, che pur fa parte del mio essere, l’ho messa in un cantuccio. Alcune settimane or sono, dopo aver ricevuto una ennesima tiratina di orecchie da parte di un caro e devoto amico, gli ho promesso di fare il possibile per non andare sopra le righe. Nell’ultimo articolo, che porta il numero 141 della rubrica, mi sono rivolto alle pie donne tiranesi che quotidianamente vedo uscite dalla chiesetta di S. Agostino dopo aver assistito alla S.Messa mattutina. “Forse hanno pregato anche me” ho pensato. 
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Oggi ci proverò. Proverò a far cosa? A scrivere non più sopra le righe, ma non trascurando quanto va detto ai lettori valtellinesi e valchiavennaschi. 
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C’è una persona  che, oltre ad aver contribuito a mettere al mondo più figli, ha trovato anche il tempo da dedicare alla politica. Quell’uomo  ha un nome ed un cognome, è Graziano Delrio e oggi ricopre la carica di Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel Governo Gentiloni (PD). Girovagando per l’Italia e costeggiando il lago di Como è giunto in Valtellina alcuni anni or sono. E’ stato accolto con tutti gli onori dalle nostre autorità provinciali ed in particolare dall’ex Presidente Sertori. Nella sala dell’Amministrazione Provinciale a Sondrio, ero presente,  ho ascoltato l’intervento di Sertori. Intervento incentrato sulla esposizione della situazione economica della Provincia e sulla contrarietà di tutti i suoi abitanti sulla ventilata, dal Ministro, soppressione di tutte le Province italiane. A parer nostro la  Istituzione governata da Sertori godeva della massima fiducia e lo stesso Presidente si era impegnato al massimo per far sì che noi, montanari, vivessimo senza presentare alcuna contestazione. Delrio lasciando Sondrio non si era espresso più di tanto e noi, avendo detto la nostra, pensavamo che le Istituzioni Province continuassero ad avere, nel futuro, il giusto ed importante ruolo. Col cavolo! L’uomo di Stato che avevamo accolto con tutti gli onori a Roma aveva in seguito proposto ed ottenuto quanto desiderava, l’abolizione di tutte le Province. Abolizione che si è verificata, ma qualcosa ancora oggi non deve essere andato nel verso desiderato. Probabilmente manca il placet finale dalla Capitale. Nella nostra Provincia il Presidente Sertori non è più in carica, sostituito dal Sindaco di Chiavenna Luca della Bitta. Al bravuomo è stata data la guida, ma non i denari sufficienti per mandare avanti la baracca. Penso che Delrio nel futuro non ritorni nella nostra valle volentieri dopo la “cazzata fatta”. (permettetemi questa piccola, e unica, uscita sopra le righe). Lo Stato italiano con l’abolizione delle Province nulla ha guadagnato.  Ha creato il caos totale. Delrio, leggendo un giornale a tiratura nazionale, di misfatti ne ha fatti altri. Chi scrive non gli augura certamente una lunga carriera politica.    
                   

 

Giancarlo Bettini 

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