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Abecedario (alias turpiloquio) della politica post-moderna

ECONOMIA E POLITICA - 13 12 2017 - Alessandro Cantoni

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Anche questo 2017 volge alla fine. Come ogni anno, stiliamo l’elenco delle cose che non abbiamo fatto e di quelle che avremmo potuto fare. Rinnoviamo le promesse, le speranze. Rimandiamo tutto all’anno che verrà, con il solito ottimismo e la carica di entusiasmo che accompagnano i ricchi banchetti attorno ai quali ci raduniamo con amici e parenti. E i politici? Anche loro brindano, e tra loro si dicono: - domani si cambia, domani si vola! –

 

Speriamo non sia uno di quei voli «verso nuove destinazioni» promessi da Renzi riferendosi alla compagnia Alitalia. Battute a parte, per la politica italiana e mondiale, anche questo non è stato un anno brillante. A partire dal Dopoguerra, mai avremmo creduto di assistere ad un simile degrado istituzionale. Persino nel linguaggio. Ripercorriamo insieme questo anno meraviglioso, sperando che qualche nuovo Berlinguer torni a portare la luce. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che parliamo della realtà.

 

A COME A-MORALE: In un’intervista a DiMartedì, Scalfari ha detto che «la politica è una cosa diversa dalla morale». Sembrerebbe persino un’affermazione di buon senso, se non fosse che da sempre la sinistra va sbandierando la «questione morale» come un suo baluardo. Deriva berlusconiana? Macché, sarà l’età.

 

B COME BERLUSCONI: È tornato più in forma che mai, il Cavaliere. Ma solo fisicamente; a me è sembrato un po’ più rincoglionito del solito (sic!)

P.S. Tranquilli, non sarà lui a ricandidarsi (non può nemmeno farlo). Forse Tajani? Speriamo!

 

C COME CIAONE: Dopo l’esito (disastroso) del referendum sulle trivelle, Ernesto Carbone, deputato del Pd e luminare della politica, accecato dall’entusiasmo non resiste e spara il suo coltissimo giudizio agli sfigati che sono andati a votare (tra cui il sottoscritto): #ciaone. Questo è il livello.

 

D COME DIMISSIONI: È ricominciata la gara a chi si deve dimettere. «Dimettiti tu!» dice Caio; «No, dimettiti tu» ribatte Sempronio. Tra orologi, banche e scandali giudiziari, l’invito è comunque quello: prego, andare. «Discutiamone!» chiede uno; «Macché!» risponde l’altro.

 

E COME EURO(PA): Tra un «ce lo chiede l’Europa!» e un «fuori dall’Europa»; tra un «dentro l’euro» e un «basta euro», i terzi, noi, non godiamo. È l’irresponsabilità della politica che non sa decidere per noi. Niente panico, siamo in buone mani!

 

F COME FAKE NEWS: L’elenco sarebbe infinito, ma eccone alcune delle più grosse: «se perdo il referendum, lascio la politica!»; «l’Italia riparte!»; «Tornate ad investire a Monte dei Paschi», e i risparmiatori, credendo alle parole del Presidente del Consiglio, nel frattempo ci lasciano qualche migliaia di euro.

 

G COME GAFFE: Ne fanno parecchie i nostri politici. Confondono aree geografiche, fanno ridere i nostri cugini francesi: ricordate l’imbarazzantissimo incontro tra Renzi e Martin Schulz? Dopo un quarto d’ora di ritardo, ha dato prova di serietà gesticolando, facendo mimiche strane durante la conferenza. Del resto, non ce la fa a trattenersi, è più forte di lui. Si stanno per vedere, lui e Martin, quando ecco che da dietro compaiono i fan, e lui cosa fa? Lo sborone, come sempre. Tra un selfie e una sparata, ecco come ci presentiamo al mondo.

Dichiarano l’inverosimile, tipo: «porterò l’età media a 127 anni» (!) Lo ha detto sul serio. Ci crede pure. Auguri Silvio, e lunga vita al Re.

 

I COME ISTRIONI: Hanno la mania di apparire, di mostrare al pianeta quanto sono fighi. Enfatici sino all’assurdo, assumono persino le pose più bizzarre: dalle lacrime della Fornero fino a Renzi, campione indiscusso nel mondo del teatro. Persino De Luca, il governatore della Campania e Massimo D’Alema non scherzano!

 

L COME LEOPOLDA: Matteo (Renzi) ci ha provato con il suo viaggio in treno, ma niente, pare che gli unici tifosi siano quelli della Leopolda, che pure perde i pezzi. Il 40% delle Europee è ormai lontano. Ma almeno lì non si becca i fischi e i pomodori!

 

M COME MINZOLINI: Io ti salvo Minzolini, tu mi aiuti con la Boschi. Tra un favore e l’altro, Partito Democratico e Forza Italia lavano i panni sporchi “in casa” o, forse, sarebbe meglio dire: in famiglia.

 

N COME NONNI: Sono loro i nuovi protagonisti: i nonni. Pensioni minime a 1000 euro, ministeri per la terza età, età media a 127 anni. Promettono persino l’impossibile pur di racimolare qualche voto in più. È l’eterna campagna elettorale italiana.

 

O COME ONG: Responsabili di tutti i mali dell’universo, a sentire i grandi statisti d’Italia, le ONG sono state definite come i nuovi «taxi del Mediterraneo». Nella confusione più totale, ci si può anche permettere di sparare un po’ a casaccio.

 

P COME POPULISTA: È il nuovo motto del secolo. Suona come un mantra nella politica italiana ed internazionale. È l’accusa che tutti rivolgono a tutti; è una pestilenza, un male di cui liberarsi (sic). Io ero rimasto all’idea che la politica dovesse ascoltare i cittadini, non demonizzarli. Governare, cioè condurre, non significa sempre e, per forza, contraddire.

 

S COME “STAMMERDA!”: Riferendosi alla legge elettorale, la 5 Stelle Taverna lancia il suo monito in Aula: «votatevela voi stammerda!»

E, un tempo, si diceva che i politici erano filosofi!

 

T COME TURPILOQUIO: Basta esplorare la rete, ascoltare i discorsi a Camera e Senato per accorgersi del degrado del dibattito politico. E poi ci lamentiamo se viviamo in una società di maleducati. Coraggio!

 

Alessandro Cantoni

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