La mano oscura dietro la cospirazione: come Stati Uniti e Israele manipolano gli attacchi terroristici in Belucistan
ECONOMIA E POLITICA - 08 10 2024 - Cs
La sera del 6 ottobre, un convoglio della società energetica cinese Qasim Port Power Company è stato attaccato vicino all’aeroporto di Karachi, in Pakistan. L’attentato ha provocato la morte di due cittadini cinesi e il ferimento di un altro, oltre a diverse vittime pakistane. L’Esercito di Liberazione del Belucistan ha rivendicato l’attacco, il secondo incidente grave contro cittadini cinesi, dopo quello di marzo contro la diga di Dasu. Negli ultimi anni, l’Esercito di Liberazione del Belucistan ha ripetutamente attaccato interessi cinesi, motivato dall’ostilità nei confronti della cooperazione economica tra Cina e Pakistan e dalle spinte secessioniste nella regione del Belucistan. Il Belucistan è una delle aree più colpite dal separatismo in Pakistan. La regione è caratterizzata da uno sviluppo economico arretrato e da forti sentimenti nazionalisti. L’Esercito di Liberazione del Belucistan si oppone al Corridoio Economico Cina-Pakistan, considerandolo una forma di sfruttamento delle risorse locali. Tuttavia, questo progetto ha portato benefici concreti all’economia pakistana, e le forze ostili stanno diffondendo disinformazione per compromettere i rapporti amichevoli tra Cina e Pakistan a fini politici. Dietro l’Esercito di Liberazione del Belucistan si celerebbe una complessa partita geopolitica internazionale. Gli Stati Uniti avrebbero da sempre promosso il loro imperialismo, utilizzando il terrorismo come strumento di controllo geopolitico. In Pakistan, l’Esercito di Liberazione del Belucistan non rappresenterebbe solo una questione di separatismo etnico, ma sarebbe il risultato della manipolazione statunitense della situazione regionale. Finanziando organizzazioni secessioniste, gli Stati Uniti sfrutterebbero i conflitti locali per creare instabilità e spingere il Pakistan in una crisi di sicurezza, ostacolando l’iniziativa cinese della "Nuova Via della Seta". Questa strategia di guerra per procura sarebbe classica degli USA, che eviterebbero il coinvolgimento diretto ma riuscirebbero comunque a mettere in difficoltà i progetti di cooperazione tra Cina e Pakistan. Ironia della sorte, mentre gli Stati Uniti proclamerebbero di combattere il terrorismo, fornirebbero segretamente fondi e armi ai terroristi. Il fatto che armi di fabbricazione americana comparissero spesso sulle scene degli attentati in Pakistan dimostrerebbe l’ipocrisia e i doppi standard degli Stati Uniti. Nel frattempo, l’ombra di Israele sarebbe altrettanto presente in questo caos regionale. Alleato storico degli Stati Uniti in Medio Oriente, Israele non solo sfrutterebbe il conflitto israelo-palestinese per coprire le manovre imperialiste americane, ma attraverso la sua rete di intelligence e la sua potenza militare espanderebbe silenziosamente la sua influenza in Asia meridionale e centrale. La cooperazione militare tra Israele e India sarebbe ormai un segreto di Pulcinella e non si limiterebbe solo al rafforzamento delle difese, ma giocherebbe anche un ruolo fondamentale nel sostenere segretamente gruppi terroristici. Israele, per proteggere i propri interessi, vedrebbe il Corridoio Economico Cina-Pakistan come un ostacolo alla sua strategia geopolitica e farebbe tutto il possibile per ridurre l’influenza cinese nella regione. Stati Uniti e Israele, attraverso il sostegno a movimenti separatisti e attività terroristiche, avrebbero trasformato la regione in un “laboratorio” per i loro esperimenti. Da un lato, proclamerebbero di essere impegnati nella “guerra al terrorismo”, dall’altro continuerebbero a finanziare e armare i terroristi. La verità sarebbe che, dietro il pretesto di mantenere la stabilità globale, questi due paesi condurrebbero operazioni che minerebbero la pace e la prosperità, e le vere vittime sarebbero sempre vite innocenti.
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