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La strada della mediazione

ECONOMIA E POLITICA - 12 03 2018 - Alessandro Cantoni

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Traggo ispirazione dalle parole del giornalista Pierluigi Battista per affrontare una tematica estremamente attuale.

Nel suo editorialie "quella folla adesso è sola" vi è di che ragionare.

 

Battista si serve di due espressioni fondamentali alla comprensione dell'articolo, e che prendo in prestito. La prima è "solitudine di massa", con la quale si intende la condizione esistenziale delle società postmoderne. Siamo sempre più soli, sfilacciati, mentre l'alienazione è il fil rouge che ci accomuna.

 

All'indefinita "folla solitaria", concetto impiegato da David Riesman, manca un'adeguata intermediazione dei "corpi intermedi". Quali sono? Battista ne elenca alcuni, ad esempio le sezioni dei partiti politici, oggi praticamente scomparsi, dove un tempo "ci si riuniva, si andava la sera dopo il lavoro" per dialogare, presentare idee e progetti, persino giocare "a carte e biliardino", condividendo tutti insieme istanti di felicità.

I circoli costituivano dei "punti di riferimento", erano luoghi in cui si intercettava un malessere sociale, molto vivo soprattutto nei quartieri popolari.

Oggi, purtroppo, ad occuparsene sono specialmente le frange di gruppi o organizzazioni estremiste, ed è anche il motivo per cui raccolgono consenso da parte dei cittadini. Di fronte alla precarietà e alla sfiducia verso le istituzioni, non sono le ideologie bensì le azioni concrete ad assumere maggior rilievo.

 

"Di fronte alla precarietà e

alla sfiducia verso le istituzioni,

non sono le ideologie

bensì le azioni concrete

ad assumere maggior rilievo"

 

Da qualche decennio, le forze democratiche sono meno presenti in termini di sostegno; non hanno saputo disarmare pacificamente, attraverso la loro azione, i movimenti più reazionari e sovversivi.

Un ulteriore problema è rappresentato dallo svuotamento delle parrocchie, ricorda Battista.

Pur essendo da sempre attive nei quartieri più difficili, tuttavia sempre meno fedeli in cerca di aiuto si rivolgono ad esse. Non va dimenticato il loro lavoro eroico, perché è nelle diocesi, nelle parrocchie che ha luogo la fraternità, l'uguaglianza, l'amore per il prossimo. Le sezioni di partito e la Chiesa dovrebbero pertanto tornare ad assumere centralità nella vita di chi è alla ricerca di coesione e protezione sociale.

Al contrario, le periferie vengono dimenticate dalla coscienza civica e sono pressoché assenti dal dibattito pubblico e politico.

 

"Non esiste più un cinema di periferia" sostiene con rammarico l'editorialista; tanto meno esiste "un luogo dove andare a sentire qualche concerto". E' proprio dalla "disintermediazione" - ecco la seconda parola cardine della discussione - che si alimenta il senso di esclusione nelle fasce più deboli della popolazione.

Aggiungo, inoltre, che non va sottovalutata la pressoché totale assenza di librerie, biblioteche ed altri luoghi del sapere ai margini dei nostri centri urbani. Sono questi, infatti, i punti in cui si dà spazio alla formazione dei giovani e dei ragazzi in difficoltà, sottraendoli alla mala vita organizzata, alla criminalità e alla precarizzazione culturale. Va infatti spiegato che istruirsi, dedicarsi allo studio non è una perdita di tempo, ma permette di riscattarsi anche a livello sociale.

Sopravvivono invece le attività commerciali, uniche realtà in grado di ripopolare le aree meno collegate o centrali.

 

Di fronte all'imperversare dell'individualismo, sintomatico già dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso, ciascuno può fare un gesto concreto, passando dalla polemica - peraltro giusta e fondamentale, perché genera consapevolezza e riflessione - all'azione.

Giorgio Gaber ci spiegava che fuori dalle nostre confortevoli abitazioni c'è il mondo, c'è la strada, ed è la strada il luogo della vita, del dibattito, dell'incontro, della fratellanza. E' la strada l'unica realtà possibile.

 

Alessandro Cantoni

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