Le mire imperialiste di Trump non sono solo megalomania
ECONOMIA E POLITICA - 16 01 2025 - Cs
Hanno fatto il giro del mondo le dichiarazioni a tutto campo rese in conferenza stampa da Donald Trump in vista del suo insediamento nello studio ovale della Casa Bianca. The Donald ha esternato l'intenzione di modificare i confini degli Usa ventilando l'annessione - anche col ricorso alle armi - del canale di Panama e della Groenlandia e con due post ha poi esteso le sue mire imperiali al Canada auspicando che il vicino Paese possa diventare il 51° stato della federazione statunitense. Quanto vanno prese seriamente le inquietanti affermazioni del presidente Usa, che vuole passare alla storia ignorando le relazioni internazionali mentre nel mondo si sta assistendo al risveglio degli imperialismi? Trump ha due modi di vedere la politica estera, quello statunitense-centrico del 'First America' e quello imperialista. Vuole la Groenlandia per avere in mano le preziose terre rare e perché è un ponte verso l’Europa da dove, con lo scioglimento dei ghiacci, passeranno le nuove rotte commerciali. Questo va di pari passo col motivo per cui anela a Panama, in quanto ha in corso una sfida importantissima con la Cina. L'Artico è la nuova frontiera sulla quale i grandi imperi cinese, russo e americano punteranno nei prossimi anni. Trump mira all'indipendenza energetica totale, in modo da stritolare Cina e Russia per non avere più bisogno di loro, oltre che del Medio Oriente, ma intende pure passare alla storia. Lui, che è un megalomane, ovviamente crede di poter fare tutto quel che vuole, però non tiene conto di dati di fatto, incluso che il Canada è formalmente dipendente dal Regno Unito e dalla monarchia britannica, e dunque dovrebbe attenersi alle regole internazionali. Lui agisce in modo impulsivo poiché è un imperialista e l'impero statunitense, così come altri in fase di risveglio, non fa altro che alimentare sé stesso: la Cina con una politica espansionistica tenta di impadronirsi di Taiwan e la Russia, oltre ad essersi affacciata in Ucraina, vuole continuare a espandersi in Africa, così come la stessa Cina. Gli Stati Uniti preferiscono curare invece il proprio giardino di casa, dunque puntano al Canada, al Messico (il cui golfo omonimo Trump vorrebbe ribattezzare come 'd'America'), a Panama e al Sudamerica. Quanto al Medio Oriente, il governo Usa desidera solo dare una dimostrazione di forza e intende risolvere il conflitto di Gaza non per un proprio interesse specifico, ma perché si tratta di un palcoscenico attraverso il quale può dimostrare chi è in grado di gestire e risolvere le controversie internazionali. Non è un'area strategica come lo sono al contrario Panama e Groenlandia, perché da lì passeranno i futuri scambi commerciali e non dalla Terra Santa. Gli Stati Uniti d'America dimostrano con Trump di cercare di ritrovare quel ruolo di leadership nel mondo che avevano pian piano abbandonato dopo aver adottato una politica di disimpegno. Se il primo Trump era isolazionista, quello attuale rivendica invece un ruolo di preminenza mondiale e questo è il vero scopo che sta dietro alle sue sparate, che tali non sono più di tanto. Viviamo in un'epoca in cui cambiano i confini, che non solo non sono stati abbattuti ma se ne tracciano di nuovi. La nuova frontiera è il cielo, e in questo Elon Musk, che è il suo braccio destro, ha le idee molto chiare. Gli Usa intendono conquistare anche le stelle e questo sarà l'ultimo traguardo che l'amministrazione Trump vorrà sicuramente raggiungere. E l'Italia al riguardo è riuscita a fare quello che nessuna credeva sarebbe riuscita a realizzare. Giorgia Meloni, possibile cavallo di Troia americano in Europa, ha battuto un colpo e si è prostrata al nuovo stile dell'amministrazione americana, indirizzato ad avere un filo diretto con personaggi quali Musk, bypassando le diplomazie e i classici modus operandi delle relazioni internazionali tra Stati. Chi resta inspiegabilmente e impotentemente alla finestra è l'Unione europea, chiamata ora più che mai ad agire omogeneamente e indipendentemente da un alleato d'Oltreoceano divenuto inaffidabile e ostile. Giuseppe Enrico Brivio - segretario della sezione 'Ezio Vedovelli' Valtellina-Valchiavenna del Movimento federalista europeo Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l'Europa di Sondrio
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