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Lettera a Matteo Salvini e alle Nazioni Unite

ECONOMIA E POLITICA - 02 08 2018 - Alessandro Cantoni

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Onorevole Salvini, mi consenta innanzitutto di esprimere gratitudine nei confronti suoi e del governo Conte, impegnato in una dura battaglia per il cambiamento. Analizzando i primi sessanta giorni della nuova legislatura emergono dati interessanti, soprattutto sul fronte dell'immigrazione.

 

Finora lei ha mostrato i muscoli, ed ha avuto ragione. Riguardo le politiche migratorie serve fermezza e pragmatismo.
 

Chiudendo i porti alle Ong e a chi spesso fomenta un'immigrazione clandestina, ha dimostrato all'Unione Europea di saper e di voler dare una svolta rispetto ad un'emergenza fuori controllo. Di fatto, ha stracciato il famigerato accordo di Dublino, sbandierato in maniera scellerata dalla sinistra italiana.
 

D'ora in poi occorrerà coniugare un senso della visione storica al già applicato pragmatismo.
 

Mi permetta di rilevare che la parziale chiusura delle frontiere, che sostengo, potrebbe rivelarsi una strategia di breve termine. Per far fronte all'emergenza, tuttavia, abbiamo bisogno di manovre più incisive e determinanti.

 

Come è noto, esiste una "questione africana" da risolvere. Se dipendesse esclusivamente da lei, sono certo che numerosi passi si sarebbero compiuti in questa direzione, ma purtroppo ciò prescinde da lei e dal governo Conte.

 

Ad essere coinvolti sono invece i membri dell'Unione Europea e dell'intero assetto politico internazionale, i quali avrebbero il compito di rivedere obiettivi e progetti miranti allo sviluppo ed alla pacificazione in territorio africano.


La crisi in Africa è essenzialmente di tipo politico, economico, sociale e religioso. Alla crisi politica si potrebbe far fronte vigilando sulla candidatura dei presidenti preposti alla formazione di nuovi governi, evitando così l'irreggimentazione di poteri autoritari e repressivi. Per farlo risulterebbe persino superfluo istituire un ulteriore organismo di controllo. Ad occuparsene potrebbe essere un consiglio di vigilanza interno alle Nazioni Unite stesse, guidato dai principali leader mondiali a tutela delle libertà e della democrazia.

 

Il secondo punto riguarderebbe la revisione degli accordi commerciali internazionali, al fine di regolamentare il ruolo e l'azione delle multinazionali e delle imprese operanti in territorio africano. Esportare educazione, valori e rispetto dovrebbe pertanto rimanere al centro di ogni azione volta alla tutela delle popolazioni autoctone, per le quali va difeso con fermezza il diritto a rimanere nei Paesi d'origine. Scuola, lavoro e libertà coincidono anche con una maggiore dignità sociale, riducendo lacerazioni e diseguaglianze. Il progetto è ambizioso, ma indispensabile se si pensa di ridurre i flussi migratori.


A lei, onorevole Ministro degli Interni, spetterebbe un incarico meno gravoso. Nella prossima legge di bilancio, che sarà varata in autunno, Conte potrebbe impegnarsi a destinare una parte delle risorse alla collocazione ed al potenziamento dei famosi centri SPRAR, adibiti per l'integrazione dei migranti, ad oggi quasi totalmente obsoleti.


E' giusto creare nuovi centri per l'espatrio, dato che, come ci dimostrano i fatti di cronaca, non stiamo importando solamente risorse. Sarebbe altrettanto proficuo, tuttavia, rafforzare la rete degli investimenti sociali, trasformando l'immigrazione in un fenomeno parzialmente positivo, utile e proficuo per le casse dello Stato e per la società tutta.

 

Quando si parla di SPRAR si intendono strutture atte alla formazione linguistica e professionale dei nuovi arrivati. Sempre meglio che vederli bighellonare nelle nostre città, oppure entrare in contatto con la malavita organizzata, nel traffico di droga e prostituzione. Il tutto magari mentre sono ospiti in qualche albergo, a spese della collettività.


Lei può dare un segno, onorevole Salvini, in attesa che anche l'Europa faccia la sua parte e le grandi potenze mondiali si destino dal lungo letargo dell'immobilismo e dell'indifferenza.

 

Alessandro Cantoni

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