Metaverso: quinta puntata della nuova rubrica
ECONOMIA E POLITICA - 13 11 2023 - Ezio (Méngu)
Inaspettatamente la signora dell’ufficio presso il portico del Comune appare alla finestra e dice: giovanotti, pensatela come volete, ma io anni fa dovevo fare di conto tutto a matita, scartabellare libri e chiedere informazione agli uffici centrali per svolgere una pratica e ora tramite un computer mille cose sono state facilitate. Però ora con tutto questo parlare di intelligenza artificiale mi sono quasi spaventata. Ho pochi anni di lavoro per andare in pensione e non vorrei e il mio lavoro sostituito da una macchina. Mi potete spiegare in parole semplice come stanno le cose? Mattia risponde: “cara signora, l’intelligenza artificiale è una branca delle scienza informatica che cerca di creare macchine che riescono a imitare l’intelligenza umana “. La signora risponde: “quindi, quando le macchine saranno intelligenti lavoreranno per noi e io perderò il mio posto di lavoro? “Mattia, vedendo la signora preoccupata risponde con un “ni” e un “potrebbe essere, ma non è proprio così “. La signora si affloscia sul davanzale della finestra e ascolta con attenzione il proseguo delle nostra conversazione. Capiamo il suo scoraggiamento poiché il lavoro che ora lei fa quasi alla perfezione le è costato fatica ad apprenderlo e un domani potrebbe essere “rapinato” da una macchina che farà tutte le cose che sa fare lei e forse più. Con l’amico Mattia continuiamo il nostro “parlottare “sulla questione della intelligenza artificiale, però questa volta a voce più alta poiché ci siamo accorti che molti impiegati hanno aperto le loro finestre e ascoltano con interesse. Mattia mi sussurra: “forse hanno sentito dire da noi che quando le macchine sapranno rispondere alle mille “eventualità “che i cittadini pongono all’Amministrazione, senza subire arrabbiature e lungaggini poiché le macchine le risposte le daranno in pochi secondi, gli impiegati comunali, ora appollaiati sulla finestra ad ascoltare temono anch’essi di perdere il loro lavoro. La situazione per noi due si fa seria, poiché un gruppetto di curiosi ci fa da corona e ci ascoltano. Inizio con il dire: “nell’intelligenza artificiale ogni eventualità o domanda può essere tramutata in un algoritmo. L’algoritmo indica una successione di istruzioni per risolvere un problema, ciò vien fatto per ottenere un preciso risultato a partire da un certo numero di istruzioni di dati iniziali. L’algoritmo è quindi il processo fondamentale dell’informatica. Sono le istruzioni che noi diamo alla macchina o ai computer. Se un algoritmo normale fa sempre le stesse cose quando ha sempre lo stesso input, un algoritmo di intelligenza artificiale riesce a imparare dai propri errori traendo informazioni da un enorme quantità di dati. Esempio: possiamo preparare un software normale che riesce a distinguere immagini di gatti in immagine di non gatti. Per poterlo programmare per questa funzione dovremmo dargli tantissime informazioni di come sono fatti i gatti. Queste informazioni dovrebbero essere molto precise: per esempio che il gatto è un animale che ha i baffi, che ha le orecchie aguzze, che ha gli occhi fatti in un certo modo, così per il viso, la testa ecc. All’algoritmo daremo un grado di tolleranza per poter distinguere i gatti dalle varie immagini, e probabilmente non sarà però in grado di apprendere appieno l’algoritmo nel suo intero perché gli abbiamo dato noi le istruzioni insufficienti invece un programma di intelligenza artificiale potrebbe imparare. Potremmo semplicemente dargli l’obiettivo di riconoscere un gatto dalla varie immagine che gli diamo senza però spiegargli come è fatto un gatto. L’algoritmo così posto andrà a fare un sacco di errori poiché anche in questo caso non è stato “istruito“ a sufficienza, però evolvendosi man mano andrà a imparare dai propri errori attraverso un apprendimento che si chiama “ apprendimento supervisionato “ . E’ un apprendimento perché pian piano impara a conoscere il gatto e noi gli diremo “ questo è il gatto, sei stato bravo, non sei stato bravo “ man mano si istruisce, si perfeziona, e riesce a conoscere i gatti . Noi non capiremo mai come fa a distinguere questi gatti, ma dopo aver immagazzinato tantissime immagini di gatti riuscirà a capire cos’è un gatto. Questo è più o meno la “ Machine Learning “ spiegata in maniera semplice e ci fa capire quanto i dati che forniamo siano importantissimi e centrali, cruciali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale . Non è un caso in questi anni che l’intelligenza artificiale stia progredendo in modo esponenziale poiché la mole di dati a disposizione è aumentata a dismisura. Prima con pochi dati che avevamo non potevamo distinguere con un algoritmo tra gatti e non gatti, ma ora con la mole di dati l’intelligenza artificiale, la distinzione tra gatti e non gatti sarà sempre più precisa. Quest’anno 2023 è l’anno dell’intelligenza artificiale generativa. L’intelligenza artificiale generativa ha lo scopo di creare cose nuove. Prima è stato fatto l’esempio di una cosa che va a distinguerla da un'altra, con l’esempio rispetto a gatto e non gatto, ora è quella cosa che crea un nuovo gatto che prima non esisteva, magari immaginario. L’arrivo della Chat GTP ha sbaragliato tutti i concorrenti perché estremamente brava ad assembrare un essere umano e a produrre un testo. Chat GPT ha avuto nella sua “pancia” tantissimi dati di immagine e di testo, si può esagerare affermando che contiene quasi tutto l’internet avendo letto miliardi di testi, dunque è in grado di scrivere in modalità più disparata paragonabile ad un essere umano. Chat GPT, può essere considerata nella elaborazione di testi di uno scrittore, un poeta, un artista, un drammaturgo, ecc, ecc. con una bravura da superare di gran lunga il “ test di Turing “. Può essere utile come Google e i vari motori di ricerca per acquisire immagini, dati, tradurre testi, fare approfondimenti tecnici e culturali e via dicendo. Continua Ezio (Méngu)
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