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Metaverso: settima puntata della rubrica

ECONOMIA E POLITICA - 23 11 2023 - Ezio (Méngu)

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/Metaverso

Avverto che questa parte è tediosa, le altre che seguiranno meno. L’ultima puntata però sarà uno spasso per voi che avete letto tutte le puntate e, per quanto io possa contare, vi darò una medaglia al valore che a volte ha maggior “ peso “ dei bronzi che si appendono vicendevolmente al collo certi politici che parlano il politichese, linguaggio più astruso e molto più difficile del Mataverso. Dunque prima della lettura consiglio di prendere una doppia camomilla e dimenticare tutte le ansie che ci assillano ogni giorno.

 

Il nostro cervello è tra le altre macchine una splendida macchina che ci è stata data dal Creatore. Consiste in un litro e mezzo di energia incredibile. Cosa vi è nella cavità cranica? V’è una poltiglia grigiastra densa di neuroni e ramificazioni detti assoni ecc. ecc.  Sono cellule ramificate con una architettura che varia continuamente al variare delle nostre sensazioni, visioni, emozioni. Questi neuroni cosa fanno?  I neuroni non sono simboli, neppure non sono celle di memoria. Prendono l’ingresso dei segnali che sono dati da una infinità di variazioni del nostro vissuto, del nostro mondo esterno che percepiamo, li amplificano o li riducono, li attenuano, li sommano, li distorcono un pochino e li mandano in uscita. Il neurone non possiede in se stesso un simbolo, nemmeno un “peso “che determini la sua misura, la sua dimensione, in esso c’è soltanto un “calcolo” elementare, c’è una somma pesata, distorta e inviata in uscita.

 

Quando scegliamo un computer una volta scelto il modello con i suoi collegamenti, i fili che collegano i collegamenti della sua parte elettronica sono fissi e vengono fatti in milioni di repliche tutte uguali. A differenza nel nostro cervello, quando apprende, i suoi neuroni vengono modificati continuamente per tutta la vita. Essi si modificano continuamente e sono modificati nella loro struttura dalle emozioni, dalla esperienza, dai dolori, dalle gioie di ognuno di noi. Il nostro cervello con i suoi neuroni forma un “reticolo “completamente diverso in ognuno di noi, siamo diversi l’uno dall’altro, siamo irripetibili, magari un poco polemici l’uno con gli altri, ma questa è l’unica macchina al Mondo che può elaborare le informazioni in questo modo. Quando tra noi parliamo, discutiamo, progettiamo, ci scambiamo informazioni diamo alla nostra “struttura neuronale” una architettura che varia continuamente. Insomma, per dirla elementare il nostro cervello è come la polenta che bolle in un paiolo. Le bolle di polenta si innalzano, si inarcano e scoppiano sempre diverse in ogni momento.  

 

Qual è la differenza fondamentale tra computer e il nostro cervello?  Nel computer tradizionale la rappresentazione è fatta da simboli che capiamo e manipoliamo mentre diamo informazioni al computer. L’intelligenza artificiale scaturisce dopo aver manipolato questi simboli, nel cervello umano i simboli non ci sono. Ci sono i neuroni che sommano stimoli, li pesano, li inviano e si collegano tramite gli assoni e li inviano un poco distorti in uscita. Quanti sono questi neuroni?   Da ottanta a cento miliardi, forse più delle stelle del firmamento. 

 

Facciamo un esempio per chiarire: Quando una persona pensa, un’area del suo cervello si attiva con centinaia di migliaia di neuroni, che si “muovono” come in un formicaio. Nel suo cervello si attiva quindi un’area e migliaia di neuroni si connettono tra loro e incominciano a trasmettersi dei segnali l’un l’altro.  Non c’è un simbolo, il simbolo non sta da nessuna parte, ma si attiva una area, una zona che dà la percezione di una “rappresentazione distribuita “. Questo succede sempre quando percepiamo un suono, una parola, quando prendiamo una arrabbiatura, sovente quando si discute con altre persone che non percepiscono la ragione “evidente“.

 

Studiando il cervello un noto fisiologo americano, anche logico matematico, ha pensato di affidarsi come concetto alla biologia per costruire delle reti neurali che potevano lavorare sul “modello“del nostro cervello. Il neurone del nostro cervello prende i segnali di ingresso, li pesa, li somma, li distorce, li butta fuori e così si è pensato ad un modello “matematico “che potesse replicare, in qualche modo, il funzionamento dei nostri neuroni biologici. Come nel cervello umano in cui i neuroni sono collegati fra di loro, lo scienziato americano ha progettato delle reti neurali artificiali. Spiegare queste reti come si collegano tra loro e com’ è il loro funzionamento mi è impossibile, ma se a qualcuno interessa c’è una branca della scienza che spiega come si progettano le reti neurali e come funzionano le varie tipologie di connessioni. 

 

Per semplificare basti pensare che ogni neurone della rete artificiale è collegato a tutti neuroni precedenti e a quelli successivi, collegato con dei “ Pesi” ( un valore numerico che viene moltiplicato per il valore del neurone collegato )  e la conoscenza neurale è distribuita nelle connessioni e nei pesi . 

 

Facciamo un esempio: prendiamo una semplice rete neurale con due ingressi e due uscite. Nella rete semplificata al minimo con tre neuroni, due in entrata e una in uscita, ci saranno, tra i loro collegamenti dei “pesi”, poiché nelle reti neurali non ci sono simboli e, non essendoci simboli, nessuno è in grado di spiegare e di capire cosa fanno. Non c’è per ora scienziato che sappia come funzionano, ma possono essere addestrate dall’uomo a risolvere ciò che l’uomo con il suo intelletto non può risolvere. Queste reti neurali artificiali possono dare dei prodotti come scrivere musica, programmi, rappresentare cose, e farci vivere in un Mondo virtuale.

 

Perché queste reti neurali artificiali siano più brave di noi nel risolvere problemi ancora nessuno lo sa, ma sono solo addestrate da noi e loro ci danno soluzioni. Queste macchine sono subsimboliche, sanno riconoscere le espressioni facciali altrui, comporre musica, riconoscere voci ecc. ecc. la loro “conoscenza” è inserita nelle connessione e nei “pesi” e nei rami che si progettano in reti neurali, ma queste reti funzionano bene se noi mettiamo dei “pesi” giusti. Chi può mette questi “ pesi “? Difficile se non impossibile un programmatore in grado di mettere in una rete neurale 500 milioni di pesi a mano e questi “pesi” non sappiamo se sono esatti! Dato l’enorme complessità, è logico pensare che queste reti complesse sono addirittura impossibili da programmare però queste reti possono prendere esempi con apposita istruzione. 

 

Si programmano ad esempio prendendo mille immagini di cani, mille immagini di serpenti e mille immagini di aeroplani. Queste immagini si mandano in rete dicendo: guarda questo è un cane e dopo un poco di tempo la rete aggiusta tutti i suoi “pesi “nella rete neurale e appare il cane. La macchina dunque apprende da sè, non la programmiamo noi, noi le diamo solo degli esempi e lei darà il risultato. Questo sistema di intelligenza ha delle conseguenze sociali enormi . Il comportamento di questa rete neurale artificiale con miliardi di collegamenti darà degli autput talmente precisi che appaiono reali.

 

Ci si pone dunque la domanda: se questa rete non funziona alla perfezione come possiamo cambiare qualcosa per farla funzionare bene? Non lo sappiamo!  Nessuno lo sa fare! Sappiamo solo che possiamo addestrarla con degli esempi e da quegli esempi la macchina poi impara da sé. Qui sta il problema! Se la rete neurale l’abbiamo addestrata male, con degli esempi   “ a nostro uso e consumo” e in particolare per soddisfare i nostri  desideri di guadagno e di comando, questa tecnologia dove ci porterà ? Lo sappiamo bene tutti noi che da “che c’è mondo e mondo “, purtroppo la civiltà si è evoluta nella direzione di soddisfare il desiderio di potere, di ricchezza, di tecnologie di guerra, di sopruso dei ricchi verso i poveri  e poche volte si è cercato la  ricerca del bene del nostro simile. Con una intelligenza artificiale “scorretta “ potremo avere dei comportamenti deviati nella nostra  società ! Potremo creare un mondo Virtuale dove viviamo senza la gravità , con un avatar a nostra immagine che parla per noi in un mondo immaginario! Una cosa dobbiamo sempre ricordare: questa intelligenza non ha passioni, né sentimenti, né emozioni, e in alcuni casi fallace.

 

Continua…

 

Ezio (Méngu)

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