Quasi serie (144), un amico che vorrei più amico: Renato Farina
ECONOMIA E POLITICA - 27 10 2017 - Giancarlo Bettini
“Sei milioni di sì all’autonomia-MIRACOLO”. E’ il titolo dato dal quotidiano “Libero”, quotidiano diretto da un Maestro del giornalismo, da Vittorio Feltri. L’articolo uscito lunedì 23 ottobre 2017, articolo di fondo, porta la firma di Renato Farina. Il giorno precedente gli abitanti della Lombardia e del Veneto si erano recati ai seggi per dare il consenso o meno ai desideri espressi da due Governatori regionali: Maroni e Zaia. Un referendum, quello indetto dai due Governatori, che ha reso felice lo scrivente alla notizia del risultato dello spoglio. Milioni di italiani avevano premuto il tasto del computer dopo aver letto quanto richiesto loro dai due esponenti della Lombardia e del Veneto. Sul tasto premuto c’era un semplice SI. Si alla richiesta di ottenere dal corrotto governo romano una maggior libertà di azione. Seguiremo il futuro, ma siamo già felici del risultato ottenuto in sul finir dell’anno 2017. Ho ricercato nell’album di famiglia una foto che sapevo di avere e che avevo conservato gelosamente. Foto che allego allo scritto odierno e che immortala un trio sorridente al termine di un pranzo gustato al ristorante Sassella a Grosio. Dalla foto è facile riconoscere Jim Pini, più difficile riconoscere chi scrive, ma più difficile ancora è dare un nome ed un cognome, da parte dei valtellinesi, a quel simpaticone che, nel centro, ci abbraccia con un insuperabile sorriso. Quel robusto signore è un giornalista di fama nazionale, è l’autore dell’articolo di fondo uscito su “Libero” lunedì 23 ottobre, è Renato Farina. La foto risale al 2008. Penso che Renato Farina non me ne vorrà se riporto due stralci del suo scritto sopra citato: “Miracolo questi risultati? Eh sì. Non è un atto di fede, ma una constatazione per cervelli obesi. Abbiamo assistito nelle scorse ore a un fenomeno sorprendente, quasi una rottura delle leggi della fisica politica. Si chiama miracolo in senso tecnico una faccenda così. Detestiamo la retorica, ma quando ci vuole viene bene”. Parole sante! Grazie Renato, hai superato te stesso senza per nulla offendere. Hai soddisfatto i lettori del nostro quotidiano scrivendo la verità usando una non comune signorilità. Di nuovo GRAZIE!!! Giancarlo Bettini
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“Che roba magnifica, miracolosa, l’umiltà possente della nostra gente, questo popolo minuto, borghesia di imprenditori senza cachemire, artigiani e operai, casalinghe e pensionati coi calli. <A che ora prendere il treno per Roma? Se volete veniamo giù con voi>. Questo hanno detto ieri a Roberto Maroni e Luca Zaia, i cittadini lombardi e veneti con il loro voto, con la baldanza di recarsi al seggio in una giornata uggiosa, che invitava a ronfare, a lasciarsi andare a mollo nella camomilla televisiva. Devono aver sentito l’eco di una frase di qualcuno di famoso, quando invitò Lazzaro a togliersi le bende: alzati e cammina. Cammina per dove? Verso un pacifico seggio, per esprimere un desiderio ammesso dalla Costituzione. Nessuna marcia per prendere Roma, a loro basta che uno Stato unitario invece di essere patrigno e di arraffare a due mani il tesoro prodotto sopra il Po, sia un po’ meno nemico, e ne usi una sola. In questo consiste la richiesta di autonomia. Nulla di eversivo, se non per i ladri e per gli approfittatori. Siamo consapevoli che i Vandali misero a sacco Roma, ma vorremmo ricordare che venivano dall’Africa, e non si capisce perchè l’Urbe voglia vendicarsi insistendo con il sacco del nord”.
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