Quasi serie (161): la zizzania lasciata crescere nel nostro bel Paese
ECONOMIA E POLITICA - 27 06 2018 - Giancarlo Bettini
La sera in camera da letto, in attesa del sonno, sono solito ascoltare la radio sul primo canale Rai Uno Notte. La trasmissione, egregiamente condotta, invita in diretta coloro che lo desiderano ad esprimere un loro pensiero. Alcune sere fa un signore di una certa età, in una lunga telefonata, ha espresso il suo giudizio politico sull’Italia di oggi. Dopo una parte delle sue battute ho alzato il volume della radio. Questo uomo deve avere una certa età perché quanto, pacatamente, sta elencando è la fotocopia del mio pensiero. Anche se solo in camera, a voce alta, ho detta grazie allo sconosciuto personaggio. Le sole pareti della camera hanno udito il mio ringraziamento. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° “Otto e mezzo” è una trasmissione televisiva quotidiana messa in onda sul canale SKY 107 e condotta da Lilli Gruber. Ogni sera la seguo e sabato scorso, 23 giugno, l’ho addirittura registrata. Ospiti della alto-atesina erano il giornalista Vittorio Feltri e due validi cultori di lingue così dette “morte”, quella greca e quella latina. Tutte persone di una non comune cultura. La trasmissione era diretta ai telespettatori, a gente comune, al popolo tutto che se ne frega, nello scrivere, di esprimersi in modo ricercato. Vittorio Feltri è per lo scrivente uno dei migliori giornalisti italiani, certamente il più sincero. Per questo motivo l’ho sempre amato, come ho apprezzato gli interventi degli altri due linguisti presenti in Tv. Cosa è emerso dalla serata? Che il parlare in modo corretto è sempre apprezzabile, ma non fondamentale. Fondamentali sono i contenuti dei concetti espressi. Feltri ha detto che i suoi articoli quotidiani su “Libero”, del quale ne è il Direttore, incontrano perché scritti in modo semplice e perché non teme il pensiero contrario dei suoi colleghi prezzolati. Non è mancato l’apprezzamento da parte di Feltri sul lavoro svolto sino ad oggi dal neo Ministro dell’Interno Matteo Salvini. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Desiderando riportare la famosa parabola sulla zizzania dell’evangelista Matteo e per evitare eventuali vuoti di memoria ho ricercato su Google ed ho trovato detta parabola spiegata dal Santo Padre in piazza S.Pietro il 25 luglio 1914. Riporto in parte quanto scritto da Benedetta Capelli. Chi è lo zazziniatore: “E’ colui che cerca sempre di dividere le persone, le famiglie, le nazioni e i popoli”. I servitori dei padroni del campo gli chiedono se devono sradicare l’erba cattiva, ma lui li mette in guardia del pericolo di strappar via anche il grano, tanto simile alla zizzania. Nel racconto evidenzia Francesco, c’è un doppio insegnamento. Ecco il primo: ”il male che c’è nel mondo non proviene da Dio, ma dal suo nemico, il Maligno”. La pazienza non sia mai indifferenza. E qui Francesco lascia il testo scritto e procede a braccio: ”E’ curioso il maligno va di notte a seminare la zizzania, nel buio, nella confusione; lui va dove non c’è luce per seminare la zizzania. Questo nemico è astuto: ha seminato il male in mezzo al bene, così che è impossibile a noi uomini separarli nettamente; ma Dio, alla fine, potrà farlo”. Il secondo insegnamento nasce dalla contrapposizione tra l’impazienza dei servi e la paziente attesa del proprietario del campo, che naturalmente rappresenta Dio. “Noi a volte abbiamo una gran fretta di giudicare, classificare, mettere di qua i buoni, di là i cattivi”, ammonisce il Pontefice: il Signore, invece, sa aspettare. “Egli guarda nel campo della vita di ogni persona con pazienza e misericordia: vede molto meglio di noi la sporcizia e il male, ma vede anche i germi del bene e attende con fiducia che maturino”. E poi, come accade spesso, Bergoglio dice che “E’ bello che Dio ci aspetti, ci perdoni. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Il Santo padre continua, ma quanto scritto sopra mi è sufficiente. Aggiungo qualcosa di mio. E’ chiaro che la zizzania è una pianta infestante. Come non paragonare il campo di grano alla nazione Italia? Una Patria dove i corrotti abbondano. Ne sono certo e con questa certezza mi permetto di accusare innanzitutto i politici, i loro campi dove la zizzania abbonda. Tocco un solo argomento, quello della migrazione. Il nuovo Governo lo sta affrontando ed è stato il Ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha buttato il sasso nello stagno. I “sinistri” lo stanno martirizzando. Io sono con Salvini e penso lo sia anche Vittorio Feltri. Giancarlo Bettini
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