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Trenord, l'ex parlamentare Crosio all'attacco

ECONOMIA E POLITICA - 31 10 2024 - Redazione

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/Trenord

La situazione di Trenord, la società responsabile del trasporto ferroviario in Lombardia, è di nuovo al centro di una bufera politica. Il dibattito sullo stato del servizio ferroviario lombardo si è intensificato dopo l’annuncio da parte della Regione di una rimodulazione delle corse e di una riduzione delle fermate, nel tentativo di porre rimedio a quello che ormai viene percepito come un collasso operativo. Tra le voci critiche spicca quella dell’ex parlamentare Jonny Crosio, che non esita a definire la situazione una "gestione fallimentare".

 

Crosio, politico di lungo corso, ha infatti sottolineato come la decisione di tagliare corse e fermate sia di fatto un'ammissione di fallimento. «Dopo anni di investimenti e lavori di ammodernamento, questa non è una soluzione: è un’ammissione di sconfitta nella gestione del trasporto ferroviario lombardo», dichiara Crosio. E aggiunge: «Trenord è al collasso, nonostante una flotta rinnovata, dimostrando una gestione inefficace, perfino peggiore di quella di Trenitalia in altre regioni».

 

 

La Lombardia è la regione italiana con la rete ferroviaria più estesa, che conta 1.800 chilometri e un numero elevato di treni. Questo, secondo Crosio, avrebbe dovuto portare a una maggiore efficienza. «Se il servizio fosse stato adeguato - rimarca l’ex parlamentare - molti pendolari avrebbero preferito il treno all’automobile per i loro spostamenti lavorativi. Eppure, nonostante il potenziale della rete e le risorse investite, la situazione rimane inaccettabile».

 

Crosio fa anche riferimento agli ingenti sussidi pubblici a favore di Trenord, aumentati negli anni sia in termini assoluti che percentuali rispetto ad altre regioni, ma che non sembrano aver migliorato il servizio: «Aumentare la spesa non equivale necessariamente a migliorare l’efficienza», sostiene, «soprattutto se alla base c’è una fusione tra aziende dalle caratteristiche operative diverse».

 

 

Uno dei nodi centrali, sottolineato con forza da Crosio, è l’elevato costo di gestione: circa 20 euro per chilometro/treno, quasi il doppio della media nazionale, che si attesta sui 13 euro per chilometro/treno. «Si aggiungono - afferma Crosio - le esternalizzazioni delle attività, acquisti effettuati senza una reale strategia e una digitalizzazione in ritardo, con un organigramma aziendale in continuo cambiamento, tutti elementi alla base delle modeste performance di Trenord».

 

 

Nella sua denuncia, Crosio non risparmia critiche anche al ruolo politico della società. «Trenord oggi sembra più uno strumento di consenso che una società di servizi pubblici», afferma, evidenziando come la politica e l’immagine abbiano spesso superato la qualità del servizio nella gestione aziendale. Nonostante il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, abbia dichiarato di essere «dalla parte dei pendolari», Crosio sollecita Fontana a intervenire concretamente: «Ci aspettiamo che chieda conto di questa gestione fallimentare sia a Trenord, società direttamente controllata dalla Regione, che a Rfi».

 

 

La proposta di eliminare corse e fermate per migliorare il servizio viene definita "irricevibile" da Crosio, che conclude con una nota amara: «Non è all’altezza della Lombardia, una regione che nonostante tutto resta la più efficiente d’Italia. Ma Trenord rischia di minare seriamente questo primato».

 

Le parole di Crosio fanno eco al crescente malcontento dei pendolari lombardi, i quali da tempo lamentano ritardi, cancellazioni e sovraffollamento. La polemica potrebbe intensificarsi nei prossimi mesi, mentre la Regione cerca di bilanciare le esigenze di bilancio e i diritti dei pendolari.

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