4 giorni all’alba!
CRONACA - 01 05 2020 - Ezio (Méngu)
Nell’ambito dei “fatidici” duecento metri dal centro di casa mia, incontro l’amico Giulio, avanza con una sagoma un poco sghemba, lento e con passo da “cardinale a riposo“. Ha la mascherina azzurra posta malamente sul viso da sembrare un pirata e dall’aspetto non mi sembra troppo felice. Con voce catarrosa mi grida dal lato opposto della strada: “ Méngu, quattro all’alba !”. Chi legge intenderà immediatamente che quello che ha parlato è uno che ha fatto la naia. L’espressione canonica “ quattro all’’alba “ significa che presto avrà finalmente termine una vicenda per lui penosa. Da alpino ho fatto un rapido conto: mancano quattro giorni all’alba del 4 maggio. Dall’alba di lunedì per tantissimi, ( forse anche per lo scrivente e per il “ vèciu alpìn Giulio “ ) , è finita la reclusione in casa. Dopo aver compilato o fatto compilare la così detta “ bassa di passaggio “ potremo spostarci in maggior misura. Lo spero vivamente , poiché ho lo scheletro che nei minimi movimenti mi gracchia come gli intrecci di una gerla. Al mattino esco dal letto a quattro zampe come una scimmia e assumo la posizione eretta solo dopo un quarto d’ora di movimenti a causa del poco camminare. Ho persino pensato di querelare chi mi ha recluso, ma non lo farò poiché a conti fatti la mia speranza di vita è inferiore al tempo del giudizio. Porto pazienza ancora un poco poiché, forse, la mattina del 4 maggio si apre la porta del “ Bristol “. Bristol ? Cos’ è ? Era il luogo di reclusione per punizione di noi Alpini del 5° Battaglione Alpini Tirano- a Malles Venosta. Era una stanza, posta sotto il posto di guardia della caserma, arredata con un tavolaccio in legno stagionato dalle notti insonni di alpini puniti. Per appisolarti dovevi rimanere con le gambe rigide e puntate su un listello posto all’estremità inferiore del pianale di legno inclinato. Se ti addormentavi ti trovavi sveglio per terra arrotolato nella coperta. Ho fatto tre notti al “ Bristol “ , ma vi assicuro che farei la firma per rimanerci la notte per tutti i giorni dei miei “ arresti domiciliari “ a causa del coronavirus. La notte al Bristol era dura , ma almeno di giorno ero libero e non avevo per il capo lo spettro della pandemia, ma solo l’allegria giovanile che tutti gli alpini hanno quando sono in comunione tra loro. Ebbene sì, ho gridato trionfante all’amico alpino “ Giulio, sono quattro giorni all’alba ! “ e ho aggiunto tra me e me : ” speriamo sia poi finita qui ! ” . Fatti alcuni passi , sento l’amico alpino borbottare da solo. Lo vedo con la mano destra appoggiarsi ad una recinzione, alzare la scarpa sinistra e muoverla avanti e indietro in modo furibondo strisciandola sui masselli del marciapiede come se stesse affilando la lunga lama di un rasoio da parrucchiere. “Che ti succede Giulio ? “ gli ho gridato . Mi ha risposto “ Ho calpestato una cacca di cane molle come un budino e ha un odore che mi stronca le narici, meno male che ho la mascherina. Porca loca, forse quel cane era infetto ! “ Ribatto: “ Giulio stai sereno, ti ha risposto il cielo: calpestare una cacca porta fortuna e se poi è fresca e odora è ancora meglio ! “ Sorridendo, se ne è andato con la scarpa ancora imbrattata, camminando come una gallina zoppa strisciando rumorosamente la scarpa sui masselli lasciandosi dietro la marcatura. Dunque dal 4 di maggio saremo tutti liberi ? Alcuni si, gli anziani temo di no! In gergo alpino converrebbe dire: “ Occhio ! Striscia basso con circospezione e con la baionetta in bocca ! “ E a ragione poiché il nemico coronavirus è sempre in agguato e dobbiamo difenderci dagli uncini della bestia che ti azzanna alla spalle, e ti sbrana togliendoti il respiro. Potremmo dire tutti in coro “ all’alba è finita ! ” solo quando nessuno si ammalerà più. Solo allora potremo alzare il calice e dire che abbiamo “ seppellito “ la maledetta bestia , solo allora potremo brindare con un “ pestùn “ ( bottiglione ) a testa di vino rosso e rigorosamente del nostro, ricordandoci però che è stata dura. Tutti, nessuno escluso, stanno combattendo una guerra contro un nemico invisibile, molti sono morti in sacrificio per quelli che ora sono rimasti. Onore alle vittime e ai malconci ! E’ una amara lezione per tutti che ci ricorda e che ricorderà ai posteri che il Mondo è la sola nostra casa comune, è la terra su cui viviamo, è un dono del Creatore e nessuno, proprio nessuno, ne è proprietario; inquinarla, rapinarla, impossessarsene solo per il bene personale è un delitto che prima o poi si paga caro e salato. 1-Rinunci tu a abbuffarti di cibo più del necessario ? Io rinuncio . 2-Rinunci tu alla seconda auto in famiglia ? Io rinuncio. 3-Rinunci tu agli sprechi della tua spesa quotidiana ? Io rinuncio. 4-Rinunci tu a sprecare acqua ? Io rinuncio. 5-Rinunci tu a sprecare l’energia ? Io rinuncio. 6-Rinunci tu a consumare meno carta ? Io rinuncio. 7-Rinunci tu a consumare meno plastica ? Io rinuncio. 8-Rinunci tu a usare meno la tua auto ? Io rinuncio. 9-Rinunci tu al maltrattamento degli animali ? Io rinuncio. 10-Rinunci tu ad essere meno indisciplinato nel riciclare i tuoi beni e nella raccolta differenziata ? io rinuncio. Tu rinunci ? **** Queste dieci rinunce contribuiranno, in parte , a salvare il nostro Pianeta. Se non rinunceremo alle tante cose che hanno ammalorato la Natura, sarà la stessa Natura ad essere severa giustiziera verso l’Uomo. E’ giunto il tempo di riflettere. Ezio (Méngu)E’ tempo di rinunce
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