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Contrastare la corruzione? Si può fare!

CRONACA - 25 09 2020 - Ercole Ricci

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E’ convinzione ormai diffusa che l’offerta politica nel nostro paese sia cattiva o perlomeno inadeguata. Una convinzione pesantemente nota, alla storia italiana, che risulta confermata dalle vicende che vedono protagonista negativa la politica.  Chi ci “rappresenta” istituzionalmente altro non è nella fattispecie che l’immagine di noi stessi, quella di cui ci vergogniamo, delle nostra povertà intellettuale e soprattutto morale

 

Non sono molto preparato sulla politica ma so quel poco che mi consente di avere un minimo di ideologia e mi permette di votare. So che la politica esiste in quanto luogo delle relazioni fra più attori sociali intorno a temi che interessano la comunità di cui essi fanno parte. Il potere politico è esercitato da chi in una comunità, attraverso strumenti che possono essere assai differenti, riesce ad imporre all’intera comunità valori, istituzioni e regole. 


Gli anni vissuti mi sono serviti per imparare a ‘sentire’ la politica, oltre che per capirne linguaggi e meccanismi. Per capire  che la malattia dannosa dalla quale è affetta la nostra classe dirigente è nella sua “selezione” che, purtroppo,  avviene dentro le segreterie dei partiti con un criterio che definire anti-meritocratico è offendere la meritocrazia. Questo é sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ne parla. Tutti noi siamo esposti, ogni giorno, ai raggiri della parlantina e dalle bugie di politici il cui obiettivo è solo quello di costruire un largo consenso che gli consenta di governare. 


Penso che un paese compromette la propria rispettabilità non solo quando i politici mentono, ma anche quando i cittadini tollerano le menzogne e la corruzione. La società diventa cosí complice della cattiva politica. I cittadini devono sconfiggere questo malcostume chiedendo la verità ai politici, anche e soprattutto ai propri, chiedendo conto delle scelte adottate, del loro menefreghismo sociale, del loro disprezzo per il bene comune, del legame indecente di solidarietà tra i suoi membri, prevalenti sui diritti e sugli interessi della collettività di cui fanno parte. 


I discorsi sempre più frequenti che si fanno da qualche anno nel nostro paese sulla questione morale, scriveva Norberto Bobbio ( filosofo, giurista, politologo, storico e senatore a vita italiano) ripropongono il vecchio tema del rapporto fra morale e politica. Vecchio tema e sempre nuovo, perché non vi è questione morale in qualsiasi campo venga proposta che abbia mai trovato una risposta”.      La Corte dei conti, nella sua relazione annuale, fa una stima di quanto la diffusione diella corruzione gravi sulle tasche dei cittadini, ed anche  le notizie di questi giorni dimostrano come la corruzione sia ancora una piaga gravissima che colpisce il nostro Paese.


Una responsabilità enorme c'è l’ha anche la stampa, le televisioni con conduttori di talk politicamente schierati, che molto spesso tacciono  fatti scomodi amplificando quelli meno rilevanti, che non hanno alcun riscontro con la realtà, ma con il loro rumore sensazionale coprono le cose che accadono davvero, nascondendo le cose come stanno. In alcuni programmi di approfondimento se si parla di giustizia e di corruzione,  ci si assicura che la presenza di un giudice sia compensata da quella di un corrotto o pregiudicato le cui opinioni per una interpretazione volutamente sbagliata, vengono presentate sullo stesso piano.

 

“Che cosa fate per combattere la corruzione?”
Quante volte ci siamo fatti questa domanda? Io penso che la priorità delle priorità è l’educazione all’etica e alla legalità: la corruzione è un problema prima di tutto culturale e da questo punto di vista va combattuta con tutte le forze, creando una futura classe dirigente che sappia discernere e decidere il bene comune dal vantaggio individuale. Che la prevenzione ed il contrasto alla corruzione deve essere uno dei punti primari del programma di un  governo, per stroncare questo odioso fenomeno. Infine assicurare  la certezza della pena per dare una risposta di credibilità ai cittadini, perché i cittadini quella risposta la chiedono da tempo.  
Come abbiamo dimostrato con il ponte Morandi, l’Italia è un paese che con i giusti controlli può permettersi di non rendere incompatibile la parola sviluppo con la parola legalità. Rubare denaro pubblico è un gesto assolutamente odioso che delegittima la democrazia e crea disfunzioni sistemiche anche gravi, dunque non è una bazzecola da giustificare o sopportare. 


Ercole Ricci

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