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Il coronavirus ci ha privato della bella Val Poschiavo

CRONACA - 05 05 2021 - Ezio (Méngu)

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/La Valle di Poschiavo
La Valle di Poschiavo preclusa per la pandemia di Coronavirus (Foto Méngu)

Inizierò lo scritto con le parole affettuose di “anteprima“ che i Sacerdoti usano nelle loro  omelie. “Fratelli e sorelle” cosa sarebbe la bella Tirano senza la Val Poschiavo, senza la bella e fresca  veduta delle cime innevate dei monti del Bernina, senza la passeggiata di paradiso intorno al lago di Poschiavo, senza la quiete della deliziosa piazzetta del borgo principale con l’antica chiesa che sembra sentire ogni parola detta sottovoce nella “sacralità” della quiete del luogo e dover si respira tra i tavoli il profumo delle prelibatezze di valle?

 

Miseri noi,  in questi tempi sciagurati la pandemia di Coronavirus ci ha negato ciò che per molti era caro, ciò che per molti cuori sensibili era un toccasana per il vivere quieto nell’ascolto della natura. Toglieteci tutto ma non la Val Poschiavo, ecco il ritornello che molti tiranesi sentono suggerire nel loro cuore. Chi da Tirano, come me, ogni mattina guarda il cielo e le montagne della nostra Valle non può fare a meno di volgere la sua attenzione verso la Valle di Poschiavo. Confesso che il confine naturale di quella Valle, il mio animo, l’ha sempre cancellato,  così come si cancella ogni confine guardando il mare con le sue onde. Forse in me permane  nel DNA  l’arcaico ricordo di quando il lago di Poschiavo apparteneva alla nostra Valle sino alla Valle del Tèrman dove le spumeggianti acque si gettano nel lago. I Poschiavini non siano gelosi poiché amare significa condividere il bello e l’onesto. Forse il nostro amore per quella valle sboccia nel nostro animo perché il loro dialetto è simile al nostro e ogni vocabolo ci ricorda che siamo “ fratelli e sorelle d’antico retaggio“.

 

Sarà anche motivo che da sempre le loro belle donne rapiscono i nostri giovani per il loro modo di fare grazioso e genuino e che i loro bimbi hanno lo sguardo vivace e volitivo come i falchi dei loro monti. O sarà come io credo fermamente, guardando il torrente Poschiavino alla località Ganda in Tirano, che con la sua acqua spumeggiante e limpida bacia l’Adda rendendola più chiara da far pensare ad un abbraccio tra due Valli di nazionalità diversa. E ogni abbraccio della natura è più forte dei picchetti di confine e di ogni malvagità d’uomo. Ebbene, quando passerà questa pandemia e il libero accesso sarà consentito, come si accede in ogni Santuario per cogliere il frutti del luogo, sono certo che tanti tiranesi saranno felici.  Saranno felici  di abbracciare con il cammino il lago di Poschiavo  dove nella Natura si può scorgere il volto del Creatore e i nostri passi possono essere motivo di ringraziamento e preghiera.

 

Ezio (Méngu)

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