Salviamo i prati del Ranèe: raccolte quasi 1000 firme contro il sottopasso
CRONACA - 22 02 2025 - Redazione
Continua la battaglia del Comitato per la tutela e valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone contro la realizzazione del sottopasso nel piano del Ranée. Con una petizione firmata da 947 cittadini, il Comitato ha chiesto ufficialmente all'Amministrazione Comunale di Bianzone di fermare il progetto, ritenuto dannoso, inutile e illegittimo. La raccolta firme, avviata in seguito alla seconda assemblea pubblica del 21 novembre 2024, è stata trasmessa via PEC all’amministrazione. I promotori della petizione chiedono che il tema venga discusso in un Consiglio Comunale straordinario e che, in ogni caso, venga fornita una risposta scritta in tempi rapidi, come previsto dallo Statuto Comunale. L’articolo 12 dello Statuto stabilisce infatti che "i consiglieri rappresentano l'intera comunità alla quale costantemente rispondono", sottolineando il dovere dell'amministrazione di dare ascolto alle istanze della cittadinanza. Ad oggi, l’Amministrazione Comunale di Bianzone non ha espresso alcuna valutazione ufficiale sul progetto, limitandosi a dichiarare che il Comune non aveva il potere di opporsi, poiché RFI avrebbe comunque realizzato l'opera. Tuttavia, questa posizione è stata smentita dalla documentazione amministrativa e da esempi concreti: le amministrazioni di Teglio, Chiuro, Ponte in Valtellina e Poggiridenti hanno ottenuto la cancellazione di progetti simili, evitando interventi contestati dai cittadini. Ne è un esempio l'ordinanza n. 3 del 27 dicembre 2024, con la quale il Commissario straordinario Gianpiero Strisciuglio ha annullato la soppressione dei passaggi a livello in via Casacce di Ponte in Valtellina e in via Armisa a Chiuro, dimostrando che le amministrazioni locali hanno il potere di incidere sulle decisioni. Secondo il Comitato, il sottopasso previsto presenta diverse criticità: Dannoso: il piano del Ranée, un’area agricola di valore ambientale, verrebbe irrimediabilmente compromesso da un'opera sovradimensionata con una carreggiata asfaltata di 10 metri di larghezza. Inutile: il progetto non risolve i problemi di viabilità, anzi, rischia di aggravare la situazione creando un punto di congestione unico. Illegittimo: le norme sulle opere olimpiche prevedono la soppressione di passaggi a livello insistenti sulla SS38, mentre i passaggi a livello di Bianzone non si trovano sulla statale e dispongono di adeguati spazi di sosta. Un’opera, quindi, da oltre 16,5 milioni di euro che, secondo i promotori della petizione, rappresenterebbe solo uno spreco di risorse pubbliche. Nonostante le difficoltà, il Comitato ritiene che sia ancora possibile rivedere il progetto. I lavori per la chiusura dei passaggi a livello di Bianzone, inizialmente previsti per l’inizio del 2024, sono stati rinviati più volte e, secondo la scheda SIMICO, non sono ancora iniziati. Considerando i ritardi che affliggono molte opere olimpiche, sembra improbabile che il cantiere venga completato in tempo per le Olimpiadi. Per questo motivo, il Comitato chiede la sospensione del progetto e l’elaborazione di una nuova soluzione, più sostenibile e condivisa con la cittadinanza. Tuttavia, il tempo stringe: gli espropri sono già stati effettuati da Italferr S.p.A., e senza un’azione decisa dell’amministrazione comunale, i cittadini di Bianzone rischiano di trovarsi di fronte a un fatto compiuto. Il Comitato per la tutela e valorizzazione del territorio agricolo del piano di Bianzone ribadisce la propria determinazione nel contrastare il progetto. "Negli anni scorsi abbiamo già impedito che il Ranée diventasse una cava di ghiaia. Oggi torniamo a difendere la nostra terra e il nostro futuro. Questa battaglia non si fermerà qui", affermano i rappresentanti del Comitato. Resta ora da vedere come risponderà l’Amministrazione Comunale di Bianzone alle richieste della cittadinanza.
IL COMUNE PUÒ OPPORSI? LE CONTRADDIZIONI DEL PROGETTO
UN'OPERA DANNOSA, INUTILE E ILLEGITTIMA
C’È ANCORA TEMPO PER CAMBIARE ROTTA
IL COMITATO: "NON CI FERMIAMO"
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