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Ai tempi si allagava la conca d’un prato

CULTURA E SPETTACOLO - 05 06 2020 - Ezio (Méngu)

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/Deliziosa ma pericolosa spiaggetta nella confluenza tra l’Adda e il Poschiavino
Deliziosa ma pericolosa spiaggetta nella confluenza tra l’Adda e il Poschiavino

Là dove si incontra il fiume Adda con il torrente Poschiavino, un tempo si formava e si forma tutt’ora una piccola spiaggetta con un lembo sottile di sabbia. In questi tempi di coronavirus, ho notato con meraviglia che alcuni ragazzi hanno riscoperto quel lembo di sabbia sottile e dorata trascinata dai declivi nostri monti. Mi sono fermato a lato sulla pista ciclabile e guardando quei ragazzi mentre prendevano il sole bagnandosi i polpacci sui sassi lisci e scivolosi mi sono smarrito nei miei ricordi di gioventù. Mi sono visto con l’amico Luciano, ora nel regno dei più, con Mario anche lui in sua compagnia, quando ci bagnavamo in mutande.

 

Quelle mutande che le nostre madri ci confezionavano con tela bianca e che bagnate diventavano sottili e lunghe da farcelo sgusciare a destra o a sinistra ad ogni colpo d’onda. Orbene non v’è luogo più pericoloso di quello per le piene improvviso dei due fiumi. Lo indica chiaramente il cartello posto tra la boscaglia nel cono di confluenza. Non giustifico l’azzardo di quei ragazzi ma li capisco. Loro cercano una frescura d’acqua tra l’incanto di quel boschetto, tra il profumo dei fiori di sambuco e delle piante di more. Cercano qualcosa che in Tirano ancora non è dato d’avere. La voglia di fare un bagno, di nuotare all’aperto tra il verde degli alberi e distendersi al sole su un lembo di sabbia e, magari come intermezzo, pescare, leggere un libro o sentire musica, vedere in uno specchio d’acqua le oche e il loto starnazzare. Verrebbe da dire: “ andate al laghetto in quel di Grosotto” . Certamente quel bel sito è ristoro per molti e prestigio per un paese più piccolo del nostro che ha saputo capire i desideri di tanti cittadini. Ognuno sul proprio territorio desidera avere la propria isola felice. Da tempo, in verità, si è pensato, detto, di fare qualcosa di analogo in località “ Rudùn “ in quella vasta area, accanto alla centrale del Teleriscaldamento, che ora appare incolta, con erbacce da far scomparire un bimbo che si azzarda ad entrarci , recintato si, ma non pulito e utilizzato in minima parte. Questo è tempo di coronavirus e c’è da pensare ad altro, ma io credo sia anche questo il momento di progettare un ampio spazio all’aperto per i giovani , in modo da intrattenerli anche nel proprio paese, diciamo pure: relax a chilometri zero.

 

Ricordo con piacere, quando ero un ragazzo, che un gentile contadino che, vedendoci bagnarci nella spiaggetta citata sopra e intuendo il pericolo che correvamo, ci disse: “scalmanàa de bòci, dumàa tiri sü l’as déla rùngia che ‘l anaquà ‘l me pràa che l’è ilò visin al casèl déla feruvia e sicuma l’è ‘na cùnca, ilò ‘l sa ‘npuzza l’àqua òlta pü de méz métru . Da dumàa fìi ilò ‘l vos bagn. i capìi ? ”. ( scalmanati ragazzi, domani apro la canaletta per irrigare il mio prato che è presso il casello della ferrovia e, poiché è una conca, l’acqua ristagna in altezza più di mezzo metro, da domani farete lì il vostro bagno, avete capito ? “. Quella piscina naturale è stata per noi , per un po’ di tempo, un regalo formidabile poiché ci bagnavamo in sicurezza su un visibile fondale d’erba e con acqua fresca e calma del torrente Poschiavino. Ora forse per mille e mille procedure di controllo e ragione di sanità non si può più fare , ma giustamente tanti ragazzi, io credo, si aspettano un qualcosa di più funzionale ma in grado di far passare loro ore gioiose tra la natura e in particolare sarebbe gradita anche agli ospiti dell’area Camper che appare senza una struttura di ricevimento e di ristoro.

 

Ezio (Méngu)

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