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I tre Vespasiani di Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 17 05 2021 - Ezio (Méngu)

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/Lo “storico” angolo dove c’era il Vespasiano della Porta Poschiavina.
Lo “storico” angolo dove c’era il Vespasiano della Porta Poschiavina.

Uno era a metà viale Italia sul viale lato monte, l’altro accanto alla vecchia caserma Torelli presso il ponte principale sull’Adda, l’altro all’angolo di porta Poschiavina ingresso città vecchia. Impossibile non ricordarli per chi ha i capelli grigi poiché almeno una visita, con un tempo più o meno lungo e con” l’arma in mano” l’ha visitato. Dimenticavo di dirvi che li visitavano gli uomini e in certi casi estremi anche le donne. Il mio Vespasiano preferito era quello della Porta Poschiavina, poi vi dirò anche il perché. Per i giovani d’oggi che non possono più godere dei Vespasiani e che per il loro bisognino liquido devono sorbirsi il caffè o l’aperitivo in un bar se non vogliono farsela addosso, è una privazione non da poco. Per le ragazze un poco meno anche se era uno spettacolo curioso e divertente , a quei tempi, vederne una accovacciarsi in quei posti.

 

A pensarci bene alcune nostre nonne la facevano anche in piedi. Ma cosa era un vespasiano ? Farò la storia di quegli orinatoi con la speranza che non la legga uno dei nostri geniali politici, poiché gli passerebbe per la testa d’imporci una nuova tassa che i Romani , già a quel tempo, imponevano alla gente. Sappiamo tutti che ogni amministratore pubblico è sempre in cerca di soldi e così fu anche per l’Imperatore Vespasiano nell’antica Roma. Vespasiano tassò l’urina e , grazie al clemente dio Giove , trascurò la cacca. Ecco perché spero che nessun amministratore legga questo scritto. L’urina, a quei tempi non la si sprecava come oggi, e l’antica Roma era piena di bagni pubblici. L’urina era molto preziosa per le “ officine fullicae “ che erano le antiche lavanderie e dove si sbiancavano i tessuti e si pulivano i vestiti. Sappiamo che un liquido prezioso per questi lavori era l’ammoniaca e , nella nostra pipì c’è molta ammoniaca , ragion per cui i lavandai andavano nei bagni pubblici a raccogliere la pipì. Ecco il colpo di genio di Vespasiano : far pagare una tassa sui bagni pubblici dove l’elemento urina era abbondante. Quei bagni la gente li chiamò Vespasiani e cosi il nome di quei piccoli monumenti storici che un tempo vedevamo agli angoli delle strade è giunto sino a noi . In Tirano fino agni anni ’60 ve ne erano tre e vi assicuro che facevano il loro servizio egregiamente evitando corsette da paralitico a casa con stringimenti di pancia e culo per tenere a freno l’erogazione. Il mio preferito era quello della porta Poschiavina, posto in angolo riparato dai venti che sempre spirano presso il ponte in ferro e che se non riparati a dovere il getto va a finire sempre sulle scarpe.

 

Ho un ricordo di quel Vespasiano che non dimenticherò mai. Lo racconto e se siete sensibili d’animo terminate la lettura qui e passate oltre. Era la fine degli anni ’40 i comizi, in piazza Cavour si sprecavano. Ricordo quello del Partito Comunista con i grandi manifesti di Stalin appesi su ogni muro con accanto quelli scudati della Democrazia Cristiana. In quel pomeriggio la piazza Cavour era gremita di gente e un grosso esponente del Partito Comunista si era eretto sul palco costruito con tubolari di ferro con vasti pianali di assi proprio sotto al balcone principale del Municipio. Fu un comizio memorabile che durò tre ore. Tutti erano in piedi e dopo tre ore di quell’oratore Comunista , vi assicuro che tutti i presenti avevano la vescica piena come la pelle di cornamusa che sta per scoppiare. Un poco nascosto tra la folla c’era un eminente Parroco e esponente della Democrazia Cristiana con i suoi parrocchiani per sentire l’opposta campana. Finito il comizio , dopo un interminabile applauso la folla si diradò e chi come me sapeva tutto di Tirano , comprese le ubicazioni dei Vespasiani , si avviò verso il vespasiano di Porta Poschiavina. Vidi però che non ero l’unico, anzi ero seguito da alcuni uomini che camminavano con le gambe strette e l passo di gallina, segno evidente che le loro vesciche erano tese. Giunsi all’angolo del vespasiano entrai , però dietro di me c’era l’oratore Comunista che mi disse: “ compagno precedenza agli anziani. Togliti di mezzo sennò ti piscio addosso!! ”. Che dire ? Mi misi a lato e aspettai. Misero me, quello doveva avere una vescica grossa come quella della vacca del vecchio Pédru , poiché oltre al rumore del getto che batteva furiosamente sulla lastra verticale dove scorreva l’acqua , lo scarico del vespasiano non assorbiva tutta quella portata e dopo poco una miscela rosso papavero incominciò a traboccare dal pianale marmoreo inondando le suole delle scarpe dell’oratore che però non fece una grinza. Uscì dopo alcuni sobbalzi furiosi del corpo inneggiando a Stalin come se avesse preso l’epilessia e se ne andò per i fatti suoi. In quel momento decisi di entrare nel Vespasiano, ma ecco arrivare l’eminente Parroco, quello che avevo visto in un angolo della piazza con i suoi parrocchiani .

 

Mi disse: “ figliolo, lascia che io entri, il tuo tempo arriverà “ . Lasciai entrare il religioso che con ampi svolazzamenti di tonaca fin sulle spalle e dopo non breve tempo riuscì nel suo intento. Misericordia ! Io penso che la sua vescica fosse ancor più capiente di quella del dirigente Comunista. Con la pipì rosso papavero del Comunista che ancora allagava il tazzone si aggiunse quella “ sacra “ e chiara del sacerdote. Occorre sapere che tra partito Comunista e Democrazia Cristiana non correva buon sangue, immaginatevi quindi le loro urine mischiate. In un batter d’occhio in quel Vespasiano si creò una miscela bollente , quasi esplosiva. Una nebbia densa e nera, come un fumogeno innescato e con un aguzzo odore di ammoniaca si alzò in quel luogo e invase l’angolo e il ponte. Alcuni dissero poi che anche l’immagine della Giustizia, che ancora si può vedere dipinta sotto la volta della Porta Poschiavina, abbandonò la bilancia e si turò il naso e gridò “ mai si sentì, con Tirano in fiore, un intenso e pungente odore “. Vidi il sacerdote uscire dal vespasiano di botto coprendosi con la tonaca” l’arma del misfatto” , mentre io nel frattempo ero corso sul ponte di ferro per fermare le persone nel timore che rimanessero intossicate. Alcune monache gridavano correndo :” è la puzza dell’anticristo “. Vi chiederete come me la cavai io con la mia vescica tesa. Ebbene , non potendo usare il Vespasiano, vidi una damigiana di cinquanta litri vuota. Stimai però che il suo collo era troppo stretto per il mio ” attributo “ .

 

Mi appostai dietro un grosso platano poco distante e facendo sette giri lo annaffiai finché la mia vescica fu come un fico appassito. Me sciagurato! Mi vide una guardia comunale, l’unica che c’era a quei tempi e che faceva il factotum per ogni caso comunale. Dopo tre mesi la guardia mi fermò e mi redarguì minacciando di mettermi nelle celle del terzo piano della casa dove in un angolo c’era il Vespasiano . Motivo ? Diceva che con la mia abbondante pipì avevo fatto seccare quel platano centenario e che ero stato un balordo per non aver usato il Vespasiano. Ora , siamo nel 2001 e pensandoci bene è stato veramente un peccato che il Comune abbia deciso, a suo tempo, di smantellare tutti e tre i Vespasiani della nostra Tirano . Quei tre “ monumenti “ potevano essere d’ispirazione e ricordo di tante storie di Tirano che con la loro presenza, infinite volte, hanno reso leggero il corpo e lo spirito di chi li cercava a gambe strette.

 

Ezio (Méngu)

 

p.s. chi avesse una foto di quei tre vespasiani la tenga preziosa, poiché dopo ricerche non ne ho trovata una. Per grazia la invii al giornale e sarà archiviata quale “ monumento storico “ storico.

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