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Il desiderio di pensare

CULTURA E SPETTACOLO - 22 02 2018 - Méngu

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Ognuno di noi, oggi giorno, porta in sé i segni di un bombardamento mediatico. E’ il bombardamento fatto di immagini, di suoni, di parole che penetrano e si insinuano nella memoria. Sono le immagini che ogni giorno la televisione, i giornali  ci propinano quasi fosse una medicina per sopravvivere. Sono suoni ora forti e suadenti  che ci inducono ad ascoltare anche se non vogliamo. Sono parole che ci stritolano,  ci strizzano la mente, che tolgono il respiro come giri mollicci del corpo di un serpente boa.

 

Questo bombardamento è una rete a maglia larghe che i mass-media  lanciano avvolgendo e rendendo pigro il nostro pensiero, togliendo la voglia e la sottile ebrezza del desiderio di pensare. E’ spesso la trappola che i mass media, e tanti intellettuali,  ci tendono per condizionarci nelle scelte, nell’imporre idee, nel disquisire sull’etica e sulla morale come al momento conviene. E se noi dicessimo: adesso basta , d’ora innanzi i nostri pensieri, le nostre idee  sono solo quelli della nostra testa?  Questo proposito sembra facile da attuale, ma non lo è affatto poiché pensare  e desiderare con la propria testa  senza lasciarci condizionare è indice di coraggio e di forza di intelletto.

 

Non è facile non essere più in cordata con quelli che ci circondano e procedere da soli con il proprio pensiero su altre vie per raggiungere altre mete. Il pensiero comune ci impone sentieri comuni, ben conosciuti, affollati, comodi percorsi per il gregge che procede guidato dal pastore che ci porta dove vuole. Deviare dal sentiero comune con il “ pensiero solitario “ può essere pericoloso come condurre un auto fuori carreggiata. Ma a ben pensare, il pensare con la propria testa significa abbandonarci, cullarci sulle onde di un mare dove  “ è dolce naufragare“.

 

Per far questo occorre costruirci la nostra zattera, dimenticare per un poco gli innumerevoli pensieri d’ogni giorno che ci impone la società, il nostro modo di vivere e ritagliarci uno spazio tutto personale ed avventurarci nel mare inesplorato dello spirito. Insomma dove aver fatto naufragio nel mondo attuale che ci contiene, occorre raggiungere “ l’isola silenziosa del pensiero”  dove i suoni sono quelli della natura e la natura è il nostro giardino spirituale. In questa dimensione troviamo il piacere di pensare. E’ un piacere tutto nuovo, da esplorare, un  fiore della nostra maturità, della nostra psiche, del nostro animo. Scopriremo che quello che prima ritenevamo giusto, certo, consolidato guardando le cose del Mondo, ora ci apparirà diverso, stranamente goffo, immaturo, persino ridicolo.

 

Quel Mondo dominato da intellettuali che ritenevamo le nostre guide, ora  ci parranno pupazzi goffi, ignoranti della loro ignoranza. Apprezzeremo il “sapere contadino “ tante volte disprezzato o dimenticato ad arte , quel semplice pensiero scaturito dal contatto con la terra, con l’acqua, con il  fuoco, con il senso del Sacro che si rivela nella bellezza della natura.  Allora quel sottile piacere di pensare , si trasformerà in gioia piena, poiché contiene la nostra essenza e non quella imposta da altri. Sarà allora che il nostro pensiero pur essendo personale, potrà elevarsi e trasformarsi in Luce, in quella Luce che riflette in ogni animo sincero e splenderà in quell’animo che si è staccato per un momento dal bailamme delle cose che giornalmente ci travolgono.

 

Il piacere di pensare durerà  forse per quel solo momento  in cui ci siamo staccati dagli altri e dalle cose del mondo, ma è un prezioso tempo che ci fa indagare  l’infinito e ci fa pensare che in tutti noi c’è un altro Uomo, un Uomo sconosciuto, immenso,  dotato d’un pensiero creativo a immagine Divina. L’unione dei pensieri creativi dell’Uomo tesi al bene e all’amore portano sempre un vantaggio, specie in questo Mondo dove l’uomo appare sempre più un “ batterio “ che, in modi diversi e luoghi ,  infetta la natura ( acqua, terra e cielo ) senza soluzione di continuità nel nome di un falso  “ benessere” che, alla fine, ci costerà caro.  Forse esiste un modo per mettere ordine o meglio tendere  all’ordine nella natura che ci circonda  e, in particolare nella nostra psiche,  ed è quello di pensare con la nostra testa, evitando di essere regimentati da coloro che per interessi economici, politici, religiosi ci impongono le loro teorie.

 

Come pensare dunque? Occorre confidare nel nostro pensiero. La strada giusta sarà quella dettata dal pensiero  che porta al bene comune  e non all’interesse personale, rivalutare e rinverdire  il pensiero che rispetta l’uomo, la natura, la vita.  Il tutto significa mettere nei nostri pensieri,  al primo posto,   il primato del Bene e dell’Amore,  espressioni intime e sacre ed essenza  del Creatore che si rivela in particolare nel Cristianesimo.  

 

Méngu

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