La pozzanghera
CULTURA E SPETTACOLO - 20 09 2021 - Ezio (Méngu)
16/09/2021, ore 9.05 in via s. Giuseppe piove a dirotto. Piove su questa strada trafficata con i marciapiedi sconquassati. Una donna anziana con la borsa della spesa stretta alla vita e con l’ombrello in mano avanza cercando di schivare le grandi pozze tra i masselli del marciapiede. Avanza con circospezione per non cadere nel grosso rivolo d’acqua che scorre sul manto stradale ai bordi del marciapiede e che non riesce a defluire nella fognatura a causa della pendenza sconquassata. La donna nel suo cammino è stretta da due pensieri assillanti : quella di transitare nelle pozze d’acqua del marciapiede e quello di sprofondare con le scarpe nel rigolo d’acqua che corre sull’asfalto. Fa la sua scelta. Preferisce camminare nelle pozze d’acqua del marciapiede bagnandosi il piedi. In fondo le pozze sono profonde alcuni centimetri, si asciugherà le calze a casa. Ma un pericolo corre la sventurata ! Transita un’ auto a velocità sostenuta . Alla guida non c’è un cieco. Vede la strada semiallagata. Potrebbe transitare nel mezzo della strada dove a causa della “ schiena d’asino “ la strada è priva di pozze. No! Uno ” scemo del paese” transita ad alta velocità proprio sul grosso rivolo d’acqua al lato del marciapiede e con le ruote alza una grossa lama d’acqua da far invidia ad un pompiere e investe la donna . La lava da cima a fondo. La donna, asciugandosi il viso grida “ scemo ! scemo ! “. Vedo chi guida l’auto. Alza un braccio. Non si ferma e “ via a manetta” . Ho assistito a questa scena , oggi addì 16 di settembre alle ore 9.05 in via Giuseppe proprio innanzi all’ingresso del grande cancello della segheria. Mi associo al grido della donna e grido anch’io fuori tempo “ scemo! scemo!” . Quell’autista scellerato deve sapere che se lui viaggia protetto come in un sommergibile nella sua macchina ci sono anche coloro che usano le gambe per camminare sui marciapiedi e a lato delle strade. Lo scellerato deve sapere che quando piove occorre avere anche un occhio di riguardo ai passanti, ai loro vestiti, alle loro cose. Ora però vorrei aggiungere alcune considerazioni personali. Sul marciapiede di via S. Giuseppe in alcune giornate di pioggia, per percorrerlo ci vogliono gli anfibi o gli stivali. E’ un buon biglietto da visita per i camperisti che si recano alla stazione del Bernina ! Nevvero ? Il manto stradale è malconcio, rappezzato in più tempi in malo modo dove i rivoli d’acqua disdegnano gli appositi chiusini della fognatura. La via è una dannata strada di auto che sfrecciano a velocità irregolare. E’ percorsa da autotreni che quando si incrociano , a volte, le loro ruote debordano sul marciapiede ( specie in inverno). Vi è poi, in alcuni momenti, una “sosta selvaggia” di camion e bilici a metà via . Gli autisti scesi dal loro camion usano le frecce di emergenza come per dire :” fratello, io lavoro, abbi pazienza per questo attimo di sosta poi me ne vado”. Per gentilezza molti automobilisti si divincolano tra i camion , ma pensano: “ quando finirà questa storia ? Un signore paziente e degno di stima, mi ha detto:” ma è mai possibile che durante la sosta di questi camion con rimorchio a lato strada non passi mai un vigile per fare rispettare le regole che i cartelli stradali della via impongono? Gli ho risposto : “ Passano, passano anche loro in macchina, , ma occorre aver pazienza per la famosa ” teoria del caso” . La teoria afferma che “ occorre essere nel punto giusto nel momento giusto” per vedere il misfatto. A mio avviso non resta altro che inginocchiarsi presso la cappella di S. Giuseppe all’inizio della via e implorare la Grazia che illumini alcune menti pensanti e che faccia mettere un poco di giudizio allo “scemo della pozzanghera “ . Ezio (Méngu)
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