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Le benefattrici e i benefattori Tiranesi

CULTURA E SPETTACOLO - 24 11 2022 - Ivan Bormolini

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/Il benefattore Arivescovo Merizzi e la lapide in suo onore nella chiesa del Sacro Cuore
Il benefattore Arivescovo Merizzi e la lapide in suo onore nella chiesa del Sacro Cuore

(Di I. Bormolini) Con questo mio scritto desidero ricordare le benefattrici e i benefattori Tiranesi di tutte le epoche. Tanti sono i nomi e cognomi di uomini e donne che con loro donazioni o lasciti avevano e stanno anche in questi tempi contribuendo alla crescita sociale, culturale e religiosa della Città di Tirano.

 

Mi scuso sin d'ora se non li citerò tutti, effettivamente sono moltissimi, ma sono fermamente convinto che si debba esser loro riconoscenti.

Di certo passate Amministrazioni Comunali, avevano riservato a queste cittadine e cittadini la doverosa attenzione; ne risulta ancor oggi essere testimonianza la dedicazione ai Benefattori di una via a loro dedicata che fiancheggia il fabbricato dell'ex Cinema Italia ed ancora nel porticato d'ingresso del nostro cimitero c'è una lapide posta nel 1997 che riporta la seguente frase:

“Tirano ricorda riconoscente i suoi Benefattori”.

Negli anni passati Bruno Ciapponi Landi aveva ricercato numerose notizie su queste figure, in molti suoi interventi scritti il compianto Ciapponi Landi non aveva scordato il giusto elogio e l'importanza per la storia di Tirano delle benefattrici e dei benefattori.

Sempre a cura di questo grande storico a cui dobbiamo tanto, ben nota è la sua ricerca dedicata in particolar modo alle benefattrici tiranesi, un viaggio che ripercorre varie epoche, contesti di vita e veramente tanta storia. Di questo grande lavoro, oltre agli scritti, mi piace ricordare che nella nostra storica sala del Consiglio Comunale vi è un quadro ben incorniciato dove queste benefattrici sono ricordate e ritratte.

Nella storia recente della città, certo spicca la donazione al Comune di Tirano risalente all'anno 1979, della “Casa dell'Arte” da parte dell'insigne benefattrice Maria De Piazza Folini, un ampio fabbricato con giardino in via Ortigara al civico 10 che era stato dimora di questa grande educatrice nata nel 1891 nell'antica contrada di San Giacomo.

Non si può, restando sul finire del secolo scorso, scordare la figura del conosciutissimo Paolo Mazza ( Pualin de l'Ada 1939-1995 ), storico gestore della trattoria Adda, il quale, aveva lasciato il suo patrimonio alla Casa di Riposo”, la “Casa Paolino” in viale dell'Agricoltura ne è oggi largo esempio della sua donazione.

Appena qualche anno prima, la chimica farmacista Anna Maria Fiorina ( 1931-1992 ), redando le sue volontà testamentarie lasciava come erede di un edificio la Casa di Riposo.

Rimanendo nell'ambito proprio di questa istituzione tiranese, occorre dire che nella sua lunga storia, molte sono state le benefattrici e i benefattori che sin dai tempi della “Congregazione di Carità” fondata a Tirano nel 1897, avevano fatto donazioni in denaro e altro a questa realtà.

Riproporre in quest'ambito tutti i nomi di persone singole cittadine o cittadini, Enti e Associazioni che in un lunghissimo arco di tempo sono elencabili sotto il titolo di benefattori è cosa complessa.

Basti pensare che anche quelli che erano stati presidenti e amministratori che si erano succeduti nell'amministrazione di quel “Ricovero e di quell'Asilo” erano stati donatori per la continuità di ciò che era ed è un forte bene per Tirano.  Solo per citarne uno, ricordo la generosità del conte Filippo Salis ( 1830-1909 ) primo presidente e benefattore della Congregazione di Carità dalla sua fondazione fino al 1904.

Restando in questo contesto, ovvero quello del “Ricovero” spicca il nome della signora Caterina Gervasi: non si molto sulla vita e sulle origini di questa benefattrice che a suo nome e per un certo periodo di tempo era stato intitolato il “Ricovero di Mendicità”

Probabilmente aveva lasciato donazioni già prima della sua morte avvenuta nel 1907, con l'onere di occuparsi del coniuge, un tal De Giovanni.

Si pensa che il gesto della signora Gervasi, era stato ispirato da un altro benefattore di Tirano, Giovanni Camagni, il quale, aveva avuto con Ido Pedrotti, altro storico presidente della Congregazione di Carità dal 1904 al 1911 e successivamente dal 1916 sino alla sua morte nel 1920, comunanza di ideali e progetti filantropici.

Una lapide in memoria di Caterina Gervasi e risalente al 1909 così recitava:

“DI CATERINA GERVASI DE GIOVANNI CHE A QUESTO RICOVERO

LASCIAVA IL PATRIMONIO E IL NOME SUO

RICORDI QUESTA LAPIDE AI POSTERI IL GENEROSO ESEMPIO”.

 

Analizzando le molteplici documentazioni, mi viene da dire con assoluta certezza che di generosi esempi ve ne erano stati moltissimi altri sia in qui tempi che in periodi ben più recenti.

 

I BENEFATTORI DELL'ORATORIO PARROCCHIALE SACRO CUORE.

 

Risulta che nel caso della costruzione di quel che era l'Oratorio Maschile di Tirano, inaugurato alla fine dell'agosto del 1911, importante era stato l'intervento di una benefattrice e di due benefattori. 

Nell'attigua chiesa del Sacro Cuore vi sono tre lapidi che ci parlano proprio di queste figure.

La prima è dedicata all'arcivescovo Giacomo dei nobili Merizzi ( 1883-1916 ), nella parte superiore si vede il medaglione in bronzo ad opera di Regina Bracchi, le parole ci narrano di questo arcivescovo benefattore che aveva fatto tanto non solo per l'edificazione dell'oratorio ma anche per il Ricovero:

 

“GIACOMO NOBILE DEI MERIZZI ARCIVESCOVO.

PER IL PANE DIVINO DELLO SPIRITO

AI FIGLI DEL POPOLO QUESTO ORATORIO MASCHILE ERIGEVA

E ALLA PATRIA DONAVA MXMX.

TIRANESI GRANDI E PICCOLI PER I SECOLI PIU' LONTANI

GLORIANDO IL SUO NOME

SIATE QUI CONCORDI IN UN SOL VOLERE

LA RICONOSCENZA”.

 

Ed ampio è il ricordo e proprio la riconoscenza verso questo nobile prelato che tanto aveva fatto nelle vesti di benefattore per la nostra Tirano.

Un sentimento di ampia gratitudine che aveva portato in passato a volergli dedicare la via, proprio quella che si trova nelle immediate vicinanze del complesso dell'oratorio e della chiesa del Sacro Cuore.

La seconda lapide che si nota nel tempio di via Roma è dedicata alla nobile Benedetta Sebregondi vedova Merizzi ( Milano 21.3.1839 – Tirano 10.2.1911 ).

Questa nobildonna milanese aveva sposato l'on. avvocato Giacomo Merizzi (1824-1886 ), una figura di spicco di questo nobile casato tiranese.

Rimanendo vedova ed in memoria del marito, Benedetta Sebregondi aveva contribuito con una somma consistente alla formazione del capitale che aveva consentito l'erezione del Ricovero di Mendicità in Ente Morale.

La lapide citata con ritratto in bronzo dello scultore F. Facchini, ci ricorda come questa benefattrice aveva dato molto anche per la costruzione dell'oratorio maschile:

 

“DELLA NOB. BENEDETTA SEBREGONDI VED. MERIZZI

DI QUESTO ORATORIO E D'ALTRE CITTADINE ISTITUZIONI

IN VITA ED IN MORTE GENEROSA BENEFATTRICE

SERBINO I TIRANESI MEMORIA IMPERITURA.

MILANO 21.3.1839

TIRANO 10.2.1911”.

 

Adesso in tema di oratorio ricordiamo un altro illustre benefattore con la terza lapide, nuovamente un Merizzi ed ancora un sacerdote, sto parlando di don Giuseppe Merizzi.

 

“RIVIVA NELL'AFFETTO DEI TIRANESI

E SIA CARA AI CUORI DEI GIOVANI

LA MEMORIA DEL SACERDOTE GIUSEPPE NOBILE MERIZZI

PENITENZIERE DEL SANTUARIO – MUGNIFICO BENEFATTORE DI QUESTO ORATORIO

COME DI OGNI ALTRA OPERA

INTESA ALLA CRISTIANA EDUCAZIONE DELLA GIOVENTU'.

TIRANO 12 LUGLIO 1825-30 DICEMBRE 1908”.

 

Anche in questo caso la commemorazione lapidea in ricordo di don Giuseppe Merizzi ha una scultura del suo volto in bronzo sempre ad opera dello scultore F. Facchini.

 

IL CASO DELLE DUE SORELLE BENEFATTRICI

 

Sempre in tema di illustri Signore benefattrici tiranesi, certo non possono sfuggire alcune vicende legate a Celestina Rolle: era giunta alle nozze con il conte e tenente generale Bernardo Torelli nel 1879, anche quest'ultimo una volta lasciata la vita militare e politica, si era dedicato interamente ad opere di assistenza civile e di beneficenza. Di Celestina Rolle si può dire che era stata assidua e intraprendente custode delle memorie del casato, benefattrice e sostenitrice di studi storici specialmente legati all'attività dell'illustre suocero, il patriota Luigi Torelli.

Ma vi è un caso in quel di Tirano, sempre restando nel tema delle benefattrici che mi porta a collegarmi alle sorelle Maddalena e Cosima Foppoli.

Osservando le immagini dell'epoca che le ritraggono, esse appaiono in abiti nobiliari, quasi austere e severe, la realtà degli eventi però narra di ben altro, ovvero il loro aspetto di benefattrici.

Il loro cognome è indissolubilmente legato a palazzo Foppoli, appena a lato dello storico portale troviamo una targa che reca la scritta:

 

“CIVICO PALAZZO FOPPOLI

MADDALENA E COSIMA FOPPOLI

TIRANO RICONOSCENTE POSE

IL 10 GIUGNO 2006”

 

Maddalena Foppoli era nata nel 1840 a Lecco dove il padre Bartolomeo era impiegato presso la Pretura urbana, Cosima detta “Cosimina” era invece nata nove anni dopo nel 1849. La loro madre Albina era figlia della tiranese Marta Lucini e di Felice Carbonera del ramo di Vervio della nobile famiglia valtellinese.

Dopo vari passaggi di proprietà il cinquecentesco palazzo era arrivato alla famiglia Foppoli, le ultime eredi, Maddalena e Cosima, in questo caso si parla esplicitamente di Cosima ma è chiaro che vi sia stato ampio accordo tra sorelle, ne avevano fatto erede l'Ufficio Provinciale del Lavoro e dell'Immigrazione, ideato da Bernardino Mazza, successivamente il palazzo era divenuto in possesso del Comune di Tirano.

Nel caso di “Cosimina” si cita che non aveva dimenticato nel suo testamento, era morta nel 1913, anche la Casa di Riposo alla quale aveva lasciato un ampio appezzamento di terreno ed il diritto di ottenere all'occorrenza, un altro attiguo.

 

Come dicevo all'inizio molti sono state le benefattrici ed i benefattori tiranesi che in varie epoche hanno contribuito alla crescita di Tirano, io in questo articolo ne ho citato solo alcuni, ma anche in queste epoche moderne vi sono persone, Enti, Fondazioni o Associazioni che con il loro lavoro spesso silenzioso ma continuo operano in vari ambiti per fare del bene e per tale motivo vanno considerati benefattori.

 

FONTI: LA CASA DI RIPOSO COMPIE CENT'ANNI. TIRANO 1897-1997. Edizione a cura e coordinamento di Bruno Ciapponi Landi. Stampa: Tipografia Bettini Sondrio. Dal capitolo Amministratori e Benefattori “da pag.179 a 204. L'immagine di copertina è di I. Bormolini.

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