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Le vicende storiche dell'ospedale di Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 27 03 2020 - Ivan Bormolini

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/Ospedale di Tirano

(Di I. Bormolini) Concludo oggi questa panoramica sulle vicende storiche che hanno portato all'apertura degli ospedali delle nostre valli. Nel borgo tiranese, sino al 1852, i malati poveri erano ricoverati a spese del Luogo Pio elemosiniere denominato “Ospitale dei poveri del Comune di Tirano”, presso un'abitazione presa in affitto, oppure al loro domicilio.

Nel 1850, era deceduto Antonio Rainoldi che “lasciava erede universale della sua sostanza, pari a 30.000 lire austriache il Luogo Pio del borgo di Tirano” detto Ospedale, colla condizione che si istituisse un regolare ospedale pr la cura dei poveri ammalati del Comune di Tirano”.

Grazie a questo lascito, nel 1852 veniva acquistata la casa Corvi nell'attuale piazza Marinoni. Qui veniva aperto “un vero e regolare Ospedale sotto il patronato del Comune e collo scopo limitato alla cura dei poveri del solo Comune di Tirano”.

Tale fabbricato era grande e per ragioni economiche una parte dello stesso era stato concesso in affitto a privati e all'asilo infantile che in quei tempi era privato.

Solo sei camere al primo piano e cinque al secondo svolgevano la funzione di ricovero.

 

Dal 1852 al 1862 venivano ricoverati un totale di 96 malati; la loro cura era nelle mani dei medici Ulderico Anders e Abbondio Pinchetti.

Come si denota dal movimento dei malati del 1875, l'ospedale funzionava con uno sviluppo lento ma continuo: entrati 125, dei quali 75 poveri di Tirano. I rimanenti erano militari alle spese dello Stato, cronici a spese del comune e abbienti paganti in proprio nel numero di 14 unità.

Una svolta la si era avuta nel 1880: grazie ancora a diversi lasciti, tra i quali si ricorda quello cospicuo della signora Carolina Merizzi vedova Scola, l'amministrazione era nelle condizioni di poter acquistare il fabbricato della vecchia filanda Mottana. Si trattava del vecchio convento dei Cappuccini ( 1624-1789 soppresso dai francesi ). Lo stabile veniva trasformato in ospedale su progetto dell'ingegner Pinchetti. Il vecchio ospedale di piazza Marinoni era ceduto all'Autorità Militare che ne aveva fatto la caserma degli Alpini ( Caserma Torelli ).

 

Nel nuovo ospedale che aveva mantenuto la denominazione di “Ospedale Civile dei poveri di Tirano”, si era aumentata la ricettività: nel 1889 erano entrati 170 malati, nel 1899 i ricoveri si erano stati di 274 unità, di queste 102 a pagamento.

Nel 1898, a Tirano per la prima volta venivano effettuati interventi chirurgici, tale sezione veniva affidata al medico condotto di Tirano dottor Alfredo Martinelli.

Al reparto di medicina era preposto il dottor Enrico Camanni che svolgeva anche le funzioni di direttore.

Un aumento di ricoveri lo si registrava nel 1911 con 305 pazienti, di questi 170 erano a carico dell'ospedale.

Con munifica elargizione della Cassa di Risparmio anche a Tirano tra il 1906 ed il 1908 si era realizzato un padiglione destinato ai malati di tubercolosi.

 

In un primo tempo, questo era stato adibito a ricovero dei pazzi dimessi dal manicomio di Como, tali degenze erano durate sino all'approntamento del manicomio di Sondrio.

Durante la prima guerra mondiale ed il successivo periodo postbellico il padiglione era stato adibito ad altri scopi: ricovero dei profughi delle zone di guerra, ospedale militare e ospedale da campo contumaciale durante la pandemia influenzale. Solo nel 1931 si iniziava ad ospitare malati di tubercolosi.

Altre opere di ristrutturazione si annoverano tra gli anni 1927-1929, si era realizzata una nuova sala operatoria, la camera di autopsia e mortuaria.

In totale la disponibilità era di 44 posti letto, il reparto donne era ubicato al primo piano, quello degli uomini al secondo, tre erano i locali per la maternità che accoglievano le pazienti povere.

 

Nel 1929 era chirurgo il dottor Gaspare Piccagnoni che svolgeva anche le funzioni di direttore.

Nella già citata relazione sull'assistenza sanitaria provinciale risalente alla fine degli anni Trenta si scriveva:

“ L'ospedale di Tirano è il migliore di tutta la provincia per l'ottima attrezzatura tecnica, ma ha un deficiente il servizio medico, perchè ai settanta posti letto sovraintende il medico condotto della zona e per la chirurgia presta servizio a chiamata il medico chirurgo dell'ospedale di Grosio”.

Anche il nostro ospedale, come quelli di Chiavenna e Morbegno, in esecuzione della legge del 30 settembre 1938, veniva declassato ad “infermeria”.

Il padiglione per la cura della tubercolosi non riceveva più gli affetti da tale patologia in quanto erano stati inviati al Santa Teresa di Morbegno.

Tuttavia il padiglione funzionava come reparto per malati infettivi con 25 posti letto.

Negli anni 60, si realizzava il nuovo ospedale nell'area di quello esistente.

 

FONTE: STORIA DELLA MEDICINA E DELLA SANITA' IN VALTELLINA. Dalla peste nera europea alla seconda guerra mondiale (1348-1945 ). Autore Pierluigi Patriarca. Società Storica Valtellinese. L'Officina del libro editore. Stampa: finito di stampare nel mese di novembre 1998 dalla Tipografia Bettini di Sondrio.

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