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Lo sapevate che? La festa del Tananai affonda nel passato

CULTURA E SPETTACOLO - 06 07 2024 - Guido Monti

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/Tananai
A Tirano c'è una rassegna teatrale chiamata "Tananai"

In vari dialetti valtellinesi esiste l'espressione 'Te se ‘n tananài', che significa 'sei uno sciocco, uno sprovveduto'. Secondo la leggenda vuole il Tananai era un individuo dall'originale aspetto, che merita un approfondimento storico.

 

Era il 1629 quando i lanzichenecchi calarono dalle vicine Val Bregaglia e Val San Giacomo e, prima di proseguire per il lecchese, il milanese e il mantovano, vi restarono quanto fu sufficiente per portare il terribile morbo della peste, l’epidemia resa famosa dalla descrizione manzoniana resa nei 'Promessi sposi'.

 

Il flagello della peste, che fece seguito a quelli delle devastazioni e dei saccheggi, fu devastante anche nel tiranese, tanto da indurre molti a scappare sui monti. Fra i fuggiaschi che abbandonarono Villa di Tirano c'erano pure tre donne, Caterina, Giuseppina e Lucia, che riuscirono a trovare rifugio in un 'bait', ovvero un baitello adibito alla conservazione di cibarie in località Bursée. Intenzionate a rimanervi fino al termine della pestilenza, fecero ricorso a un efficace metodo per verificarla, e cioè l'esposizione notturna di alcune ciambelle di segale dette 'brasciadei'. Il morbo ne intaccava infatti rapidamente la freschezza e i pani al mattino si presentavano ammuffiti al punto da dover essere buttati via.

 

Le tre villasche evitarono così di scendere a valle troppo presto e salvarono la vita. Trascorsa una quarantena in montagna, rientrarono in paese dove non c'era anima viva e si misero in cammino alla ricerca di qualche sopravvissuto. Si incamminarono verso l'Alta valle e, giunte a Sant'Antonio Morignone, incontrarono un uomo dall'aspetto assai singolare, decisamente brutto e sporco, goffo e impacciato nei movimenti.

 

Intenerite malgrado tutto, lo portarono con sé a Villa dove lo accudirono amorevolmente dandogli appunto il soprannome Tananai, Non solo, perché lo condivisero come marito dando vita a nuove generazioni che contribuirono al ripopolamento del tiranese.

 

Ancora oggi, nel rispetto della tradizione, gli abitanti del posto festeggiano il Tananai per ricordare l'antica origine comune. L'intrigante leggenda è riportata nel volume 'C'era una volta', edito nel 1994 dal Comune di Prata camportaccio in Val Chiavenna, che riporta i racconti raccolti dagli alunni di diverse scuole della provincia. 

 

Guido Monti

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