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Lo sapevate che? Una rarità grosina conservata in Engadina

CULTURA E SPETTACOLO - 28 09 2024 - Guido Monti

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/Gabriele Antonioli con la coppia in costume grosino
Gabriele Antonioli con la coppia in costume grosino

Il paese di Grosio vanta un ricco patrimonio storico-culturale di cui va orgogliosamente fiero. Una sua rarità, una stua con splendide decorazioni, è entrata a far parte del museo engadinese di Sankt-Moritz.

 

Il locale rivestito di legno proviene da casa Negri, un'abitazione nobiliare situata nel centro storico grosino di fronte all'ex trattoria Pace, già frequentata dallo scrittore Mario Soldati. La stanza di Grosio è l’unica di origine italiana tra quelle presenti al museo elvetico e senza dubbio è tra le più attraenti. 

 

In occasione delle giornate del patrimonio europeo la direzione del museo elvetico ha invitato uno storico per ciascuna delle località presenti con una propria stua allo scopo di illustrarne l'origine, compito inevitabilmente spettato per Grosio a Gabriele Antonioli, profondo conoscitore delle vicende paesane e non solo.

 

Antonioli ha così potuto fare chiarezza sulla stua grosina, che erroneamente in Svizzera era indicata in passato come proveniente da un’altra nobile famiglia grosina, quella dei Visconti Venosta e non dei Negri. Negli spazi della stanza fu aperto un ristoro che, cessata l'attività, fu venduto per 8500 lire agli inizi del '900 e permise ai Negri di divenire proprietari dell’intero palazzo. Dalle ricerche compiute da Antonioli è stato possibile farne risalire la datazione al 1630. 

 

Per l'occasione lo storico si è fatto accompagnare da una coppia vestita in costume grosino, con la donna in abito da sposa, e ha donato al museo engadinese una copia del suo libro 'Grosio, 500 anni storia', scritto con Paolo Ghilotti, Ivan Mambretti e Giacomo Rinaldi. Il museo, creato da collezionisti del posto, racconta la storia della vallata svizzera che lo ospita ed è la rappresentazione di una tipica dimora locale arredata con elementi tradizionali provenienti da abitazioni della valle. 

 

Guido Monti

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