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Lo sapevate che? Una rivalutazione delle trincee di guerra a Grosio

CULTURA E SPETTACOLO - 25 01 2025 - Guido Monti

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/trincea blindata in località Lago
trincea blindata in località Lago (foto A.S.)

Del primo conflitto mondiale, ribattezzato la 'Grande Guerra', nel nostro territorio sono rimasti ricordi e segni indelebili che riportano a una crudele epoca di combattimenti e lutti. Per dare risalto alle opere realizzate negli anni '15-18' del secolo scorso, di cui restano tracce evidenti, il Comune di Grosio ha promosso un progetto che intende estendere la memoria di un'immane tragedia alle nuove generazioni perché ne traggano un utile insegnamento.

 

Un complesso e poderoso sistema di fortificazioni di notevole interesse storico, con bunker e trincee, era stato costruito come linea difensiva verso l'avanzata del nemico dal dosso Cornin fino a passare per il monte Storile e da qui scendere al ponte di Lago per poi risalire al passo di Varadega. Grosio era una località di importanza strategica in quanto punto di incontro della vallata del Roasco - direttrice per la Svizzera  e il valico di Verva - con la Valtellina posta in direzione della val di Rezzalo e del fronte dello Stelvio.

 

L'intersezione delle valli nel punto più stretto rendeva Grosio il luogo ideale per un'azione di difesa dal punto di vista militare. Peraltro al paese vennero risparmiate distruzioni e tragedie grazie al sacrificio di tanti soldati che combatterono soffrendo in trincea sulle vette dell'Ortles-Cevedale e al passo dello Stelvio. Ciononostante il bilancio delle vittime grosine della Grande Guerra rimane assai pesante, considerato che 66 dei circa 400 giovani chiamati alle armi non fecero ritorno.

 

A 31 di loro sono state attribuite medaglia al valor militare e alcuni furono pure pluridecorati. Le fortificazioni di Grosio, essendo praticamente intatte, oltre a rivestire un grande valore storico costituiscono una rarità sul suolo nazionale e dunque, debitamente riassestate, potrebbero anche essere senza dubbio un'attrattiva turistica di prim'ordine. 

 

Guido Monti

 

(si ringrazia per il contributo il mensile 'Il Graffito' di Grosio)

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