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Lo sapevate che? Una tragedia aerea in tempo di guerra

CULTURA E SPETTACOLO - 13 04 2024 - Guido Monti

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/B-24
@Roger Cain - foto del B-24 diffusa dall'American airpower museum

Sono trascorsi esattamente 79 anni dal 13 aprile 1945 quando, a pochi giorni dalla fine della guerra nel teatro europeo, un bombardiere statunitense precipitò in Valle delle Mine, nel territorio comunale di Livigno.

 

Il B-24 Liberator, un pesante quadrimotore ad ala medio-alta, era stato progettato e sviluppato dall'azienda statunitense Consolidated Aircraft Corporation. Dotato di quattro motori radiali Pratt & Whitney a doppia stella da 1200 hp ciascuno, aveva un'apertura alare di oltre 33 metri ed una potenza difensiva di dieci mitragliatrici. Con un'autonomia superiore ai 4.500  km, era in grado di trasportare un carico di 3.600 kg di bombe. Il bombardiere, che apparteneva al 2641° stormo dell'aviazione Usa, entrò in funzione all'inizio del '45 nei cieli della Francia, dell'Italia settentrionale, dei Balcani e di altre aree europee per portare rifornimenti ai partigiani e paracadutare agenti alleati in loro aiuto.

 

Erano operazioni rischiose perché effettuate volando a bassa quota in zone solitamente montuose e in condizioni meteorologiche non sempre favorevoli. Il 13 aprile un bombardiere, decollato dall'aeroporto di Rosignano Marittimo in provincia di Livorno, era impegnato in una missione speciale per trasportare approvvigionamenti e uomini nel livignasco. Oltre ai nove membri dell'equipaggio, a bordo c'erano pure cinque agenti dell'OSS, il servizio segreto statunitense, incaricati di affiancare le unità già infiltrate in quel settore tra i combattenti, composte in buona parte da italo-americani e contraddistinte da nomi in codice. I loro compiti erano quelli di creare fastidi alle guarnigioni  nemiche, interrompere le loro vie di comunicazione, ottenere e trasmettere informazioni riservate, addestrare e armare le formazioni partigiane dell'Alta Valle. Il B-24 ce la fece a compiere due passaggi nella zona di lancio prima che uno dei motori prendesse fuoco.

 

Il velivolo era sovraccarico e a causa della quota di volo troppo bassa non riuscì a risollevarsi e andò a schiantarsi contro il fianco orientale della vallata coperto di neve. Nello schianto persero la vita quasi tutti, tranne due agenti dell'OSS che si lanciarono in tempo col paracadute prima dell'impatto. Il punto preciso dell'accaduto, in località Camana degli Ermellini posta a circa 2500 metri d'altitudine lungo il versante nord-occidentale della valle, è stato individuato durante una ricognizione compiuta nel 2020. Qui ha trovato collocazione un crocifisso con una targa commemorativa della caduta dell'aereo, di cui sono conservati alcuni resti, ma non uno dei motori che si presume sia ancora sepolto nel terreno paludoso situato nei pressi del torrente Tresenda, a sud-est dei baitei del Grasso degli Agnelli. 

 

Guido Monti

 

(fonte: Stefano Pruneri dal 'Graffito' di Grosio)

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