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Lo sapevate che? Uno studio del Parco dello Stelvio sull'acqua di fusione

CULTURA E SPETTACOLO - 15 03 2025 - Guido Monti

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/ghiacciaio
foto diffusa dal Museo delle scienze di Trento

Si chiama 'Idrostelvio' il progetto di ricerca sviluppato dal Parco dello Stelvio in collaborazione con l'Università statale ed il Politecnico di Milano. L’area protetta è un autentico serbatoio di risorse idriche, grazie ai suoi ghiacciai e nevai che alimentano fiumi e torrenti in scorrimento a valle.

 

Malgrado sia esaminata da decenni, la dinamica dell’acqua di fusione è ancora poco conosciuta e proprio per questo il progetto si prefigge di monitorare e studiare questa preziosa risorsa mediante un reticolo di stazioni idrometriche dislocate nelle principali valli del Parco. Col ricorso a sensori ad alta tecnologia e alla raccolta di dati meteorologici sarà possibile conoscere meglio come l’acqua, la neve ed il ghiaccio interagiscono tra loro, contribuendo così a una gestione più sostenibile delle risorse idriche.

 

Lo studio non si limita al territorio inserito nel Parco, ma riguarda pure gli ecosistemi a valle fino alle pianure. Infatti le nostre terre e le loro acque devono essere tenute sotto costante controllo per poter affrontare adeguatamente le sfide lanciate dai cambiamenti climatici. Il progetto ormai in conclusione, del costo di 150 mila euro per un triennio, si basa su un modello glacio-idrologico già applicato non solo sulle Alpi, ma anche sull'Himalaya e nelle Ande che permette la raccolta dei dati sull'acqua scaricata dai ghiacciai.

 

Le telecamere riprendono la perdita di superficie e la dimensione delle masse ghiacciate e i metri cubi che si riversano nella valle Cedèc dei Forni. Inoltre vengono esaminati l'idrogeologia e i depositi sedimentari posti sul fondo del torrente Frodolfo, consentendo di tracciare una mappa precisa della zona monitorata.

 

Guido Monti

 

(fonte: Parco nazionale dello Stelvio)

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