MENU

Risanare la Memoria: "La rivolta Valtellinese"

CULTURA E SPETTACOLO - 08 06 2020 - Ezio (Méngu)

CONDIVIDI

/Stampa tratta dal libro “Il Sacro Macello della Valtellina” di Cesare Cantù
Stampa tratta dal libro “Il Sacro Macello della Valtellina” di Cesare Cantù

Oggidì insieme ai normali affanni del vivere quotidiano si è insinuato anche il maledetto Coronavirus che tanti dolori ha portato in Valle e sembra non aver finito di flagellare il Mondo intero. Ricordo il detto: “ Ogni generazione ha la sua pena “ e le pene, le sofferenze fanno gran parte della nostra Storia. Ma se questo virus è talmente piccolo che su una capocchia di spillo ci ne stanno migliaia ed è visibile solo al microscopio e colpisce indistintamente tutti, alcune ingiustizie, come le guerre, le rivoluzioni, il razzismo sono realtà macroscopiche e che scaturiscono solo dal potere, dal nostro egoismo e dall’intolleranza reciproca. Esse potrebbero essere in grande parte evitate se da parte di tutti ci fosse più umanità, condivisione e tolleranza. Chi non prova un sentimento di compassione e di amarezza quando si ricordano i fatti che successero nel luglio del 1620 nella nostra Valle ? La scintilla che incendiò la Valle ebbe inizio proprio in Tirano.

 

Di torti e di ragioni ne è piena la terra ed è difficile trarne un sereno giudizio. La verità sta spesso nel mezzo delle nostre azioni e sovente ognuno trae la verità secondo la propria coscienza e, non da ultimo, ai propri interessi. Chi scrive desidera ricordare i fatti che successero a quei tempi, non vuole assolutamente trarre un giudizio, ma solo proporre un sentimento di pietà per tutte quelle persone che persero la vita, magari difendendo la propria fede, i propri ideali, i propri beni. E se vi sono stati torti palesi e crimini efferati da ambedue i contendenti mi piace alimentare, ai nostri tempi, un sentimento di perdono reciproco, in particolare, tra Cattolici e i Protestanti. Orbene , sono trascorsi quattrocento anni da allora, fiumi di inchiostro hanno descritto la crudele e mal conclusa vicenda.

 

Tra i tanti scrittori ricordo Cesare Cantù che nel suo libro chiamò “ Sacro Macello di Valtellina “quel fatto di sangue : Io credo però, a torto o a ragione, che di “sacro” quel fatto non ha in sé nulla. Il Sacro con contiene in sé fatti di violenza, semmai fatti di condivisione, di tolleranza, di perdono e ricerca per il bene e amore comune. E se tante volte i torti sono difficili da perdonare occorre perlomeno evitare, per quanto sia possibile, la violenza. Sappiamo purtroppo, e la storia ne è piena, che la religione è usata spesso come il “ cavallo di Troia “ per coprire fatti economici e interessi politici e non da ultimo razziali.

 

Mi è caro proporre ai lettori di questo giornale alcuni miei pensieri su quella che io chiamerò, nei miei scritti “La rivolta Valtellinese del 19 luglio 1620“, senza aver alcuna pretesa di giudizio ma solo con la voglia di ricordare il 400° anniversario di quei fatti con un sentimento di Pace e di indulgenza, con la speranza che si risani il ricordo di quel grave peccato di violenza e di intolleranza tra Protestanti e Cattolici, fratelli in Cristo, nella religione e nella Vita.

 

Risanare la memoria

Mai fu spento il ricordo di quel gran massacro

che ebbe inizio a Tirano e divampò nella Valle.

Fu un gran “macello “che nulla ebbe di sacro.

 

Il fuoco divampò non per dissidi di religione,

ma per i molti beni e potenti ragion di stato,

l’ eresia fu il cavallo di troia per l’occasione.

 

Cattolici e Protestanti si misero in conflitto,

l’un diceva male e profanava la vita dell’altro,

con sventura ognun perpetuò il proprio delitto.

 

 

Quattrocento anni da allora sono ormai passati,

dei grandi capi i vermi hanno fatto gran pasto

e dei loro beni in mille mani sono transitati.

 

Nessuna fede giustifica quel fatto diabolico,

il cattolico uccise con astio il protestante,

il protestante uccise con astio il cattolico !

 

Fu frutto di livore tra genti con un solo Cristo,

fu sciagurato conflitto di due chiese sorelle,

come Caino contro Abele quell’eccidio fu visto.

 

Mai più si ripeta quel gran sciagurato orrore,

nessun baluardo di fede si frapponga nei cuori,

la lotta tra chiese in Cristo è sventura e orrore !

 

Dai borghi di valle in cui partì il gran “macello”,

che incendiò le quieti Valli con popoli interi

ora si innalzi in alto, della pace, il ramoscello.

 

Pace ! Ora ognun ascolti la propria coscienza,

sola eco della voce di Dio del cuore dell’ Uomo,

per tutti la concordia sia la sola e vera essenza.

 

Cattolici e Evangelici insieme risanino la memoria

uniti in cammino con umiltà, preghiera e penitenza,

così di quel “macello” il tempo cancellerà la storia.

 

Grazia e Pace.

 

Ezio (Méngu)

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI