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Un matrimonio celebrato ma non consumato

CULTURA E SPETTACOLO - 04 05 2020 - Ezio (Méngu)

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/Separazione di fiori - foto di Wilma Del Simone
Separazione di fiori - foto di Wilma Del Simone

Per sorridere e ricominciare

Debbo all’amico Bernardo questo mio sogno. Una sua frase ha contaminato il mio subconscio ed è scritta nel suo articolo “Di male in peggio (1987-2020)“ pubblicato in data 25.03.2020 sul giornale on-line Intorno Tirano. Leggo: “ A volte penso ai ragazzi giovani, ai fidanzati, niente baci e abbracci. Niente pizzicotti affettuosi“. Orbene , nonno Bernardo, uomo che ha vissuto assai e che ha acquisito esperienze e sensibilità non comuni, ha esternato ( tra varie sventure che ci colgono in questi giorni ) pensieri d’amore, affetti che i giovani, in questi drammatici giorni, non si scambiano più per la paura di un contagio del temibile Coronavirus. Racconterò il mio sogno, ben sapendo che i sogni sono come acqua di fiume che scorre e non si possono fermare. Si dice che “ i sogni non sono peccato“. Mah, sarà poi vero?

 

Mi sono visto in una chiesa bella e addobbata a festa. Due giovani erano innanzi all’altare con il prete addobbato a festa per celebrare il matrimonio. Era il nostro tempo, il tempo del Coronavirus. I tre erano distanziati di tre metri buoni. Non avevano mascherina e a lato dell’altare con fare assente e preoccupato c’erano i due testimoni che portavano mascherina e guanti. Cinque persone in chiesa, sparpagliate tra i banchi, assistevano alla celebrazione. Il rito è stato veloce e asettico. I due hanno sibilato il “Sì “ d’impegno coniugale; niente baci, niente scambio di anelli . Gli anelli nunziali se li sono infilati ognuno nella catenina che portavano al collo. Subito hanno firmato il registro parrocchiale , ognuno con la propria penna con alternanza e un andirivieni di passi simili a grandi volute di valzer . Il prete, a bocca cucita e con il fegato di don Abbondio, se ne è andato veloce e gobbo , quasi strappandosi le vesti sacre di dosso . Nessuno l’ha più visto. Niente spargimento di riso all’uscita della chiesa, niente battimani per non sollevar polvere, qualche segno di croce con movimenti frettolosi e con facce scure, poi in colonna come muli da naia tutti sono tornati alle loro case. Fin qui nessuna meraviglia. Ognuno aveva osservato, nei minimi particolari, le prescrizioni di rito per impedire, a modo loro, il contagio. Barricarsi in casa e non aver contatti con altri era d’obbligo.

 

Ma gli sposini come avrebbero impattato la loro “prima notte”? Ser Bernardo del Cantùn , mi hai annichilito il cervello con la frase “ …niente baci e abbracci … “ ed ora, mio malgrado sono obbligato a fare i nomi dei sue sposini apparsi nel mio sogno. Lui si chiamava Franco e lei Orsolina. Tutti e due erano a conoscenza del pericolo del contagio e, come disposizione , non si sarebbero potuti avvicinare meno di un metro. Logico, i regolamenti vanno osservati per prevenire il contagio. Venne la notte. I due innamorati , stanchi per la lunga ma bella giornata, andarono a riposare e si sa che marito e moglie, per tradizione e in particolare per la prima notte di matrimonio , dormono insieme. Oltre al rosario di rito, nel talamo ci si fa anche delle coccole. Orsolina, memore di infinite raccomandazione viste alla televisione, stesa sul letto, prende i due cuscino e li posa alla distanza di un metro netto. Poi dice “ da questa parte dormi tu, dall’altra io “. Qui inizia il dramma tra i due. Franco, con occhio languido, si avvicina all’amata ma lei, con il metro in mano misura la distanza tra le due pance. Urla : “ è meno di un metro, per carità, Franco dobbiamo rimanere a distanza, almeno di un metro, l’hanno detto in televisione”. Lui, con fare amoroso sussurra : “Orsolina, sono un uomo dotato di buona salute e grande muscolatura, ma non possiamo coccolarci a quella distanza, non ci arrivo. “ Orsolina ribatte decisa : “ Allora no, non possiamo far niente” .

 

Lei resistette tutta la notte con il metro in mano , testarda come un caprone. Ho un vago ricordo di cosa tenesse in mano Franco, ma non essendo sicuro, non lo scrivo. Al mattino Franco, con il sangue cagliato, andò al lavoro come tanti Eroi che come lui facevano gli infermieri all’ospedale dei malati. Per circa tre mesi continuò questa storia. I due litigarono e Franco minacciò di separarsi dall’amata. Un giorno incontrò un suo amico avvocato e raccontò il fatto . L’avvocato disse : Franco sei della parte della ragione , il tuo matrimonio è “ rato , ma non consumato “ però ti consigliò di pazientare ancora per un poco. E fece bene ! Occorre sempre e in ogni modo portar pazienza poiché prima o dopo il bene vince sempre sul male . Fu così che il Coronavirus pian piano se ne andò altrove e Orsolina depose il metro nel cassetto e… finalmente consumarono la loro prima notte d’amore.

 

Ezio (Méngu)

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