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Verso la Repubblica Cisalpina: l'omicidio a Tirano

CULTURA E SPETTACOLO - 09 02 2023 - Ivan Bormolini

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/L'ALBERO DELLA LIBERTA' A SONDRIO
L'ALBERO DELLA LIBERTA' A SONDRIO

(Di I. Bormolini) Durante il Settecento in Valtellina e Valchiavenna andava crescendo l'insofferenza verso i governanti Grigioni soprattutto da parte delle classi nobiliari e del clero. Era stato sul finire di quel secolo che la lunga epoca della dominazione dei Grigioni nelle nostre valli era destinata a concludersi e l'anno 1797 ne segnava l'atto finale.

 

Analizzando i fatti si può dire che la seconda fase dell'età dei Grigioni nelle nostre terre, iniziata il 3 settembre 1639 con la firma del Capitolato di Milano, aveva portato tra le nostre popolazioni un periodo di circa centocinquanta anni di pace, ma la pace non significava certo la libertà dal giogo dei dominatori e questo generava un diffuso malessere e malcontento.

Anche a Tirano si era venuto a manifestare un soffuso malumore dopo i fatti di sangue risalenti al 1732.

In una rissa tra un certo Lazzaroni e i chierici Carlo Giuseppe e Pietro Antonio Merizzi in piazza del Pretorio (l’attuale piazza Cavour), era rimasto ucciso accidentalmente il podestà grigione Ercole Salis.

L'omicidio, in realtà preterintenzionale, aveva assunto un colore politico e per questo era stato punito in modo esemplare.

Erano stati ritenuti colpevoli i due chierici, difesi dalla Chiesa, riparati nel territorio della Serenissima, erano stati condannati a morte “in effigie” con un macabro rito:

“squarciata l'immagine di uno e decapitata quella dell'altro e sotterrate sotto il patibolo”.

Erano inoltre stati confiscati i beni della famiglia, il padre era stato condannato a dodici anni di carcere e la casa distrutta per far posto alla “colonna infame” poi definitivamente rimossa nel 1772.

Per identificare l'ubicazione della “colonna infame” sul territorio comunale, si deve far riferimento alla zona retrostante la chiesa parrocchiale di San Martino, questa “colonna” si trovava nelle vicinanze della superstite fontana d'epoca fascista con al centro il fascio littorio che vediamo all'imbocco che conduce in piazzetta Salis.

Quell’esemplare condanna non aveva fatto altro che esasperare gli animi nei confronti di un governo in mano a un'oligarchia potente e arrogante manovrata dalla potente famiglia dei Salis di Marschlins.

Non si erano accorti i Grigioni, sottovalutando ancora una volta i segni premonitori, che la loro signoria nelle valli dell'Adda e della Mera volgeva ormai alla fine.

Era venerdì 23 giugno 1797, quando nella piazza principale di Tirano, i Tiranesi esultanti avevano innalzato l'Albero della Libertà alla presenza del cancelliere del Terziere, del decano (sindaco) di Tirano, dei soci della Società Patriottica e del prevosto Gaetano Merizzi con tutto il capitolo.

Anche a Sondrio si era tenuta la stessa cerimonia e sempre nella città pochi giorni prima, il Consiglio di Valle aveva deliberato il completo distacco dai Grigioni esprimendo il desiderio di essere uniti alla Repubblica Cisalpina.

Il 25 giugno 1797, l'ultimo Governatore Grigione Clemente Maria Marca, lasciava non senza un breve e dignitoso discorso di congedo, il suo ufficio e la Valtellina.

 

 

FONTE: TIRANO IL CENTRO STORICO storia arte architettura. Autore: Gianluigi Garbellini. Stampa: Lito Polaris Sondrio. Dalle pagine: 34,35. “Una storia millenaria”.

L'immagine di copertina è stata tratta dalla stessa fonte a pag. 35: “L'erezione dell'Albero della Libertà  a Sondrio”

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