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Agricoltori in emergenza: Soluzioni urgenti per proteggere i meleti dalle gelate

ECONOMIA E POLITICA - 16 05 2024 - Marco Travaglia

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In seguito alla gelata che ha colpito 130 ettari di meleti tra Sernio e Tovo S. Agata sul finire del mese di aprile, un gruppo di una ventina di agricoltori operanti nella zona ha preso parte ad una raccolta firme per chiedere un intervento che possa mettere fine ad una situazione di incertezza che, a causa del riscaldamento climatico, è diventata sempre più stressante.

 

Il gruppo di contadini ha informato sulla situazione Coldiretti e ha incontrato la Comunità Montana (CM) di Tirano. Per risolvere le criticità legate al gelo, gli agricoltori propongono due soluzioni (pur rimanendo aperti ad altre opzioni): uno legato all’utilizzo di acqua (già in uso, per esempio, tra Tirano e Bianzone, ma di difficile applicazione in questa zona) e uno che sfrutta un sistema ad aria.

 

Quest’ultimo, secondo gli agricoltori, sarebbe la situazione più praticabile. Ma, i contadini hanno bisogno di un sostegno: servirebbe uno studio di fattibilità e i fondi necessari.

Gli agricoltori hanno valutato favorevolmente l’incontro con il commissario della CM Antonio Sala Della Cuna, ma premono affinché ci sia una risposta in tempi rapidi da parte di tutte le istituzioni locali e non.

 

Coltivare mele, infatti, è diventato, in generale, un affare poco redditizio (aumentano i terreni abbandonati, mentre altri vengono affittati a ditte fuori provincia, svilendo in questo modo il prodotto “made in Valtellina”); ma se si aggiungono i rischi e i danni legati a eventi imprevedibili, diventa un business in perdita.

 

Un’alternativa per evitare le gelate, spiegano i contadini, sarebbe quella di spostare i meleti più in alto sul versante orobico. Ma questo comporterebbe, da una parte, ad un abbandono delle coltivazioni a valle e dall’altra ad un esborso economico, anche da parte degli enti pubblici, per nuovi sistemi di irrigazione e altri interventi. Un controsenso, se si pensa che si toglierebbe bosco da una parte per lasciarlo crescere dall’altra a causa dell’abbandono delle piantagioni già presenti.

 

“Di questi tempi – affermano gli agricoltori – non è quasi più conveniente coltivare mele, a meno che ci siano situazioni ambientali favorevoli. Serve una soluzione in tempi brevi perché fra 10-11 mesi la situazione di incertezza tornerà a presentarsi. Piuttosto preferiamo che ci dicano che i fondi non ci sono. A quel punto sarà meglio chiudere”.

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