Dalle urne deve uscire la scelta di una comunità politica europea
ECONOMIA E POLITICA - 04 06 2024 - Guido Monti
Alla vigilia del voto europeo dell’8 e 9 giugno ci si augura che i cittadini italiani sappiano riconoscere chi tutela i loro interessi e chi invece vuole portare il Paese alla rovina fomentando l’odio verso le istituzioni democratiche. Il futuro dell’Italia è in un’Europa forte e solidale, e in un’unione federale che rafforza e non sminuisce la sovranità dei cittadini italiani. Suonano perciò eversive le parole pronunciate contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dal senatore leghista Claudio Borghi, a sostegno del quale sono intervenuti il generale Roberto Vannacci, candidato alle europee, e il leader della Lega Matteo Salvini che con un tardivo dietrofront ha poi cercato di smarcarsi dal collega di partito. In un messaggio inviato per la ricorrenza del 2 giugno ai prefetti il Capo dello Stato aveva richiamato all'importanza delle elezioni europee del 8 e 9 maggio, in cui è in gioco la possibilità di procedere alla costruzione di una solida sovranità europea in un momento particolarmente drammatico della nostra storia. Del resto la Repubblica italiana ha scelto fin dall'inizio, con un'esplicita indicazione nella propria Costituzione, di contribuire alla formazione di una comunità politica europea e oggi più che mai appare indispensabile agire con unità d'intenti per arginare le minacce portate dall'anacronistico espansionismo russo-putiniano e per proteggere i nostri valori democratici e il nostro modello di sviluppo. Però questo non è possibile senza un rafforzamento dell'Unione europea, che non toglie nulla all'identità e alla sovranità degli stati membri e anzi la completa laddove, agendo ognuno per proprio conto, non si può far fronte ai problemi epocali da affrontare. Ma evidentemente c'è chi stenta a capirlo e la stessa premier italiana Giorgia Meloni, in occasione delle celebrazioni della festa della Repubblica, non ha esitato a riaffermare che va difeso il concetto di un'Europa delle nazioni, quale è di fatto l'attuale assetto intergovernativo europeo. La scelta è dunque chiara, netta e discriminante: da una parte ci sono coloro che vogliono difendere uno status quo che non conduce da nessuna parte oppure puntano addirittura a svuotare dall'interno l'Unione europea, e dall'altra quelli che al contrario si pongono l'obiettivo di consolidare il processo di integrazione europea. Non ci devono essere equivoci al proposito perché il vero confronto vede contrapposti i sovranisti, dietro i quali si celano i ben più insidiosi e pericolosi statalisti legati ai propri privilegi nazionali e dunque restii a rinunciarvi a favore di un'entità sovranazionale, e i federalisti europei convinti e sinceri, e non double face come certi ambigui politici che si mostrano europeisti di giorno salvo smontare la tela di Penelope comunitaria con la copertura delle tenebre. Ecco, sotto questo punto di vista mi sento personalmente in disaccordo col pur encomiabile Giovanni Bloisi, mio quasi gemello varesino che ha da poco concluso il suo giro d'Italia delle panchine europee veicolando un messaggio di concordia, condivisione e solidarietà tra i popoli europei. il 'ciclista della memoria storica europea', come il pensionato varesino è stato soprannominato, ha pedalato dall'isola di Ventotene, culla del federalismo europeo, fino in vetta al Mortirolo, dove sono posizionate le due più alte panchine europee del Vecchio Continente, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle tematiche europeiste. Bloisi ha invitato tutti ad andare a votare per chi si vuole: eh no, caro Giovanni, permettimi di dissentire perché non si può scegliere chi disprezza l'Europa e vorrebbe persino distruggerla pur di mantenere in vita gli ormai inutili Stati nazionali. L'unica scelta sensata e vantaggiosa per tutti è quella a favore di chi crede veramente nell'Europa e la vuole più forte, solidale e decisiva nel mondo. Ricordiamoci che un'opzione errata potrebbe davvero costarci ben presto parecchio caro. p.s.: evviva i messicani che hanno eletto presidente per la prima volta nella loro storia una donna, Claudia Sheinbaum, di origine ebrea e con un cognome di sicuro non indigeno. E' ovvio che ogni possibile riferimento a Elly Schlein è puramente casuale e fortuito. Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l'Europa di Sondrio
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