Nasce debole e zoppo il Von der Leyen bis
ECONOMIA E POLITICA - 05 12 2024 - Cs
La seconda Commissione europea a guida Von der Leyen è stata varata malgrado le divisioni e le polemiche che hanno preceduto il suo avvio. Tuttavia solo 370 deputati del Parlamento europeo su 688 votanti (in totale sono 720) l'hanno appoggiata, ovvero 31 in meno rispetto a quelli che a luglio approvarono la sua investitura personale. La fiducia, arrivata con un minimo storico di favorevoli, è passata con 282 contrari e 36 astensioni, ma a uscire vincitrice da sei mesi di accesi contrasti seguiti alle elezioni europee è certamente stata lei, Ursula Gertrud Albrecht, coniugata von der Leyen. Però la maggioranza che dovrebbe sostenerla, oltre che risicata, è stata lacerata dal voto e a questo punto non risulta chiaro chi sarà favorevole di volta in volta alle proposte di legge che Bruxelles potrà proporre su temi scottanti quali la competitività, la difesa, le migrazioni e la transizione energetica. Lungo il percorso la statista tedesca ha perso i consensi di diverse delegazioni nazionali dei socialisti, della metà dei verdi e persino di una parte dei suoi stessi popolari, e in compenso ha guadagnato quello di Fratelli d'Italia e di diversi conservatori. Tra gli italiani hanno votato a favore in maniera compatta Fratelli d'Italia, Forza Italia e il Pd, seppure con l'eccezione dei due indipendenti eletti nelle liste dei democratici, che si sono espressi contro. Contrari anche i deputati del Movimento 5 Stelle, dei verdi, di Sinistra italiana e ovviamente della Lega. Consapevole delle difficoltà, nelle ultime settimane la Von der Leyen ha dimostrato di essere diventata una abile e navigata politica, capace di restare a galla in acque agitate e di risolvere crisi politiche con compromessi e concessioni. Il processo che ha portato all'approvazione della sua nuova squadra è apparso più che mai accidentato, e in particolare è stata la scelta di Raffaele Fitto come vicepresidente a far perdere il sostegno di svariati verdi e socialisti (francesi, belgi e vari cani sciolti hanno votato contro), mentre alla socialista spagnola Teresa Ribera si è opposta una parte dei popolari, inclusi tutti i suoi connazionali. Nella maggioranza teorica che dovrebbe sostenere il nuovo esecutivo - quella composta da popolari, socialisti e liberali - sono nate vistose tensioni e a complicare le questioni è stato soprattutto il tentativo riuscito da parte del leader del Ppe, Manfred Weber di allargare la maggioranza ai conservatori e riformisti di Giorgia Meloni, o almeno a qualcuno di loro. Il politico tedesco ha messo in chiaro che, quando vorrà, potrà contare su tutte le forze della destra radicale e far passare provvedimenti legislativi contro i suoi stessi alleati. Questo significa che, di fatto, l'Europa potrebbe avere un governo diverso da quello che era in previsione, e in tale confusa situazione la Von der Leyen è stata capace di non scontentare nessuno, o perlomeno non troppo. Ha ottenuto il via libera alla Ribera accontentando i socialisti e a Fitto rendendo soddisfatti i popolari e la Meloni, e inoltre è riuscita a riconquistare la fiducia di parte dei verdi scegliendo un loro rappresentante come suo consigliere personale. Un colpo al cerchio ed uno alla botte, e così ha infine avuto l'avallo del Parlamento europeo. Dal primo dicembre la nuova Commissione è pienamente operativa per un altro quinquennio di governo che si preannuncia più che mai incerto e turbolento. Chi vivrà vedrà, resta evidente che il Von der Leyen bis nasce debole e zoppo. Giuseppe Enrico Brivio - segretario della sezione 'Ezio Vedovelli' Valtellina-Valchiavenna del Movimento federalista europeo Guido Monti - responsabile del Comitato provinciale per l'Europa di Sondrio
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