Italia? Grazie, preferisco di no
ECONOMIA E POLITICA - 14 08 2018 - Alessandro Cantoni
Al Caffè Novecento, questa sera, si respira un'atmosfera anni Ottanta. Sarà la musica, che ricorda una colonna sonora di Scarface; saranno gli abiti sgargianti di Cristian, che sta seduto di fronte a me. Vecchio amico e compagno di avventure, ci diamo appuntamento dopo alcuni anni in cui ci eravamo persi di vista. "Non sei cambiato!", gli dico con sorpresa. A vederlo si direbbe uno yuppie, ma se lo senti parlare, capisci subito di quale stoffa è fatto. Ci accomodiamo in un tavolino all'esterno, quando prontamente appare Edoardo, con cui scambio un saluto affettuoso. Del resto, sono un habitué del locale. Sembra essere stato pensato per me, cosparso com'è da una miriade di luci, colori, ma soprattutto scaffali adorni di libri di ogni genere, soprattutto letterari, i miei preferiti. Con mia sorpresa ho tra le mani un volume inedito di D'Annunzio, Solus ad solam, che incomincio a sfogliare appassionatamente. Di fronte a me, Cristian mi guarda incuriosito; "Tranquillo, non ho scordato il motivo del nostro incontro!". La discussione è come sempre amichevole, piacevole come ai bei vecchi tempi. Già allora eravamo su due orbite opposte, ma scopriamo di avere una passione in comune, quella per le donne! Mi racconta di lui e della sua nuova vita, ma soprattutto del suo percorso professionale. Christian Bellotti, 22 anni, è diventato un piccolo imprenditore. Se penso alla nostra fanciullezza ancora mi sembra incredibile. "Ti ricordi, Chris, quando ti portavo i compiti?", gli accenno scherzosamente. Ride, mentre annoveriamo le nostre marachelle passate e presenti (sic!). Oggi è un piccolo uomo ed ha in serbo grandi idee per il suo lavoro. Ha aperto una piccola azienda, Atlas, che si occupa di diversi servizi, tra i quali traslochi, sgomberi, pulizie, trasporti per privati ed attività commerciali. "Dopo alcuni anni, mi sono deciso ad aprire in Svizzera, a Lugano", racconta. Quando gli parlo dell'Italia, mi ribatte con decisione: "In Italia? Grazie, preferisco di no". "Ci ho provato", prosegue, "ma l'Italia non è il paese giusto se vuoi aprire un'attività e far carriera". Più lo ascolto e più mi convinco della ragionevolezza delle sue opinioni. "Ho chiesto in banca un prestito di 20.000 euro, per la mia impresa, e quelli mi hanno guardato come se fossi pazzo... ", mi risponde deluso mentre sorseggia il suo caffè bollente. "Quando ho presentato la mia proposta, in Svizzera, mi hanno accolto a braccia aperte dicendomi 'serio? Soltanto 20.000?' Capisci... loro sono pronti a investire su di te". Comprendo amareggiato il perché della sua scelta. A chi decide di investire occorre un minimo capitale sociale, soprattutto se, come Cristian, non ha nessuno alle spalle. Anche l'iter burocratico è decisamente più rapido. "In dieci giorni ho aperto l'attività. Per tutta la documentazione ho aspettato due mesi, certo, ma dopo dieci giorni ero già operativo". Veniamo alla questione delle tasse: "In Svizzera l'Iva è al 7%, da voi al 22". "Ne so qualcosa!", ribatto ironicamente. "In più pago pochissime tasse, perché loro nei giovani ci credono veramente". Non mi sa indicare una percentuale precisa, ma è evidente che le agevolazioni siano consistenti. In Italia gli hanno sconsigliato di aprire una partita Iva. Lo vedo sereno, deciso e molto determinato. Nei suoi occhi c'è fierezza. Non ha perso il suo piglio di sempre! Finiamo il nostro drink, come si dice nel gergo giovanile, e proseguiamo la nostra discussione all'aperto, lungo le vie del centro. E' soddisfatto e sta covando nuovi progetti per la sua Atlas. Un nome ambizioso, come lo è il marchio, ispirato ad un modello militare. "Sono certo che Atlas diventerà qualcosa di grande. Ci sto già pensando". Mi illustra i suoi progetti e modelli di professionalità che ha in serbo per l'avvenire. La sua è un'iniziativa nata da poco, a gennaio, frutto dell'intraprendenza di Cristian e della sua giovane fidanzata. E' l'ambizione, unita alla razionalità, a fargli da guida. Ci auguriamo che, in futuro, ci siano tanti ragazzi come Cristian, e che l'Italia batta un colpo, perché sta esaurendo le sue risorse migliori. Alessandro Cantoni
Un giovane 'rampante'
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