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RSA in Lombardia: aumentano le rette, il ricovero rischia di diventare un lusso per pochi

ECONOMIA E POLITICA - 29 01 2025 - Redazione

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In questi giorni, numerose famiglie lombarde hanno ricevuto una comunicazione da parte delle RSA in cui viene annunciato l’aumento delle rette per il ricovero degli anziani. Una lettera che, come riportato da SPI CGIL Lombardia, giustifica l’incremento dei costi con il recente rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) per il personale delle Cooperative Sociali o UNEBA.

 

Un rincaro che, secondo il sindacato, rischia di pesare ancora di più su famiglie già gravate da spese significative. Le segnalazioni raccolte nelle ultime settimane dipingono un quadro preoccupante e omogeneo in tutta la regione, confermando i timori espressi durante il convegno “Dentro le RSA - La qualità della cura passa anche dalla tutela del personale”.

La denuncia del sindacato

“È inaccettabile che le strutture facciano ricadere interamente sulle famiglie l’onere degli aumenti, utilizzando come giustificazione il rinnovo del CCNL, atteso da anni”, afferma Daniele Gazzoli, Segretario Generale di SPI CGIL Lombardia. “Si tratta dell’ennesimo caso in cui si mettono in contrapposizione i diritti dei lavoratori e quelli degli ospiti, strumentalizzandoli per nascondere la logica privatistica che domina una parte del settore.”

 

La critica si estende anche alla gestione da parte di Regione Lombardia, accusata di non garantire un controllo adeguato sugli aumenti delle rette. Nonostante gli stanziamenti regionali per sostenere il maggior carico assistenziale e coprire parte dei costi dei farmaci e dei rinnovi contrattuali, nulla impedisce alle RSA di decidere autonomamente gli incrementi, lasciando le famiglie senza alternative.

 

Federica Trapletti, della Segreteria SPI CGIL Lombardia, sottolinea: “Con la carenza di posti letto, trasferire un anziano in un’altra struttura è quasi impossibile. Le RSA sono un pilastro dell’assistenza socio-sanitaria, ma non possiamo accettare che il loro funzionamento sia affidato esclusivamente al libero mercato. È in gioco il diritto a un ricovero dignitoso, che rischia di diventare un lusso accessibile solo a pochi.”

Storie di difficoltà: “Come possiamo affrontare questi costi?”

La testimonianza di Camilla, il cui nome è di fantasia, riflette le difficoltà di molte famiglie. Sua madre, 84 anni, è ricoverata in una RSA della provincia di Cremona dal 2022. “Abbiamo ricevuto una lettera che annuncia che dal 1° febbraio la retta giornaliera passerà da 63,90 euro a 65,40. Ci invitano a fare le nostre valutazioni, ma quali alternative abbiamo?”.

 

Con l’ultimo aumento, la spesa mensile arriverà a 2.030 euro. La pensione della madre copre al momento i costi, ma Camilla teme per il futuro: “Dall’aumento dell’energia ai costi del personale, la retta è salita di 5 euro al giorno in meno di tre anni. È difficile immaginare fino a dove si arriverà.”

Una crisi annunciata

L’aumento delle rette, accompagnato dalla mancanza di controlli, evidenzia le fragilità di un sistema in cui le famiglie si trovano spesso intrappolate. SPI CGIL Lombardia chiede interventi immediati per regolamentare il settore, garantendo il diritto alla cura e proteggendo sia gli ospiti che i lavoratori delle RSA.

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