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Settembre di conserve: I giovani valtellinesi al lavoro con pentole e vasetti

ECONOMIA E POLITICA - 11 09 2024 - Redazione

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L'autunno si avvicina e nelle case valtellinesi si riscopre il piacere delle conserve fatte in casa. Secondo un recente studio di Coldiretti/Ixe’, una famiglia su cinque (21%) si dedica alla preparazione di marmellate, passate, sottoli e sottaceti per garantire un’alimentazione più genuina e ridurre gli sprechi alimentari.

 

 

Sorprendentemente, la fascia d'età più attiva in questa pratica è quella tra i 18 e i 34 anni. I giovani di Valtellina e Valchiavenna stanno recuperando le ricette della tradizione, dimostrando una crescente attenzione alla sostenibilità e alla genuinità dei prodotti. Questo interesse è in parte dovuto agli effetti dei cambiamenti climatici che minacciano la disponibilità di alcuni prodotti agricoli.

 

 

Tra le conserve più gettonate troviamo la passata di pomodoro, seguita dai sottoli e sottaceti, e dalla classica marmellata. Ogni tipo di conserva richiede tecniche precise di preparazione. Per esempio, la confettura di mele, molto popolare in provincia di Sondrio, si prepara con mele appena raccolte, zucchero e limone, il tutto cotto e poi invasato in barattoli sterilizzati.

 

 

Coldiretti sottolinea l’importanza di seguire regole rigorose per garantire la sicurezza degli alimenti conservati. È fondamentale scegliere frutta di qualità, preferibilmente 100% italiana e acquistata direttamente dagli agricoltori, per assicurare il rispetto delle norme ambientali e qualitative. La sicurezza alimentare dipende anche dalla corretta sterilizzazione dei barattoli, un passaggio cruciale per evitare contaminazioni.

 

 

Coldiretti è impegnata in una campagna per una proposta di legge europea che introduca l'etichettatura obbligatoria dell'origine su tutti i prodotti alimentari. L’obiettivo è garantire la trasparenza per i consumatori e combattere l’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani.

 

La riscoperta delle conserve fatte in casa non è solo una questione di gusto e tradizione, ma anche un modo per contribuire alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione dei prodotti locali, confermando una tendenza positiva tra le nuove generazioni valtellinesi.

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