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La datazione delle campane di Tirano e frazioni

CULTURA E SPETTACOLO - 11 02 2021 - Ivan Bormolini

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/CAMPANILE PIAZZA PARRAVICINI
CAMPANILE PIAZZA PARRAVICINI

(Di I. Bormolini) La settimana scorsa, dopo la pubblicazione delle prime due puntate sui brevi cenni della storia di Roncaiola, un lettore mi ha chiesto se era possibile approfondire due temi: il primo è legato alla presenza delle campane nei campanili di Tirano e frazioni, mentre il secondo è inerente all'insediamento di asili e scuole nelle frazioni di Baruffini, Cologna e Madonna di Tirano.

 

Oggi cerco di dare una risposta che non è del tutto esaustiva o completa sulla datazione delle campane di Tirano e frazioni, mentre domani passerò all' ampio argomento inerente alla nascita di asili e scuole nelle tre frazioni.

Per addentrarmi in questa questione storico/artistica, mi rifaccio al sito www.Campanedivaltellina.it. In questo, che è sempre in evoluzione, è contenuto un vero e proprio censimento di moltissime campane presenti in Valtellina e Valchiavenna magistralmente condotto nel tempo da Simone Margnelli e Paolo Bordoni.

Nell'invitarvi alla visione di questa ricchissima documentazione di straordinaria valenza, parlo delle campane di Tirano.

Inizio col dire che tra le campane più antiche della valle ben tre sono tiranesi: le prime due sono alloggiate nella chiesa di Santa Perpetua e risalenti al 1520 sono di fonditore ignoto. La terza invece si trova nel caratteristico campaniletto di via San Giacomo, questa è del 1578 e la realizzazione è da attribuire al fonditore Claude De La Paix.

 

Tirano è comunque ricca di campanili e quindi di campane, partiamo da quelle del campanile della Collegiata di San Martino. La loro storia è ampia e intrisa di moltissimi particolari tutti narrati dal professor Gianluigi Garbellini nel volume La Chiesa di San Martino in Tirano.

Sono in totale cinque, le famose cinque sorelle, l'attuale concerto risale al 1831, nell'imminenza delle festività natalizie di quell'anno, grazie all'opera della fonderia di Grosio di Giorgio Pruneri, la comunità di Tirano ritrovava nel suo campanile lo stesso concerto campanario di cui ancor oggi andiamo fieri. Molte sono le vicende legate alla storia di queste campane anche nei periodi antecedenti a quell'anno. E' doveroso dire che dopo il 1831 vi erano stati vari interventi e soprattutto la seconda campana chiamata “il campanoncello” risulta essere una fusione del 1927 per opera della fonderia Pontificia Fratelli Ottolina di Seregno.

Rimanendo nelle immediate vicinanze, sul piccolo campanile dell'Oratorio di San Filippo Neri, comunemente definito come Battistero di San Pietro, si vedono due campane. In alcune fotografie scattate nei periodi precedenti al restauro dell'antica struttura si nota come ve ne fosse una sola.

 

Questa risale al 1746 ad opera del fonditore Giacomo Francesco Mazzola di Valduggia, per essere del tutto chiaro, sono certo almeno la prima campana è frutto di un recupero voluto da Monsignor Tullio Viviani, non ho fonti certe che datino la seconda campana, tuttavia l'opera di restauro è avvenuta per mano della Allanconi Bolzone di Ripalta Cremasca. 

Salendo verso la via Visconti Venosta, si scorge la candida facciata dell'Oratorio dell'Angelo Custode, il quale in origine era la cappella del vicino palazzo Visconti Venosta. Dalla strada non si scorge l'agile campanile con la guglia a punta, in questo vi è però la solitaria campana che in origine suonava per la cappella di San Giovanni Nepomuceno dei Quadrio qui collocata nel 1880.

Rimando nel cuore del centro storico, non si può dimenticare la chiesa di San Carlo che fa orgogliosa ed artistica mostra di se all'interno del nobiliare palazzo Salis. Dall'esterno per coglierne la struttura, è sufficiente fare due passi sugli argini del nostro fiume Adda, da quelle vie si individua il piccolo tempio, tra le case, vi si scorge la finestra di tipo “termale” che dà luce al presbiterio ed il campanile a vela che sovrasta i tetti delle abitazioni. La struttura architettonica del campanile ben consente di individuare la campana. Difficile è attribuirgli una datazione ed al momento resto nel campo delle ipotesi, risulta infatti che la chiesa, sia stata una delle prime nel 1612 ad essere dedicata a San Carlo Borromeo e mi pongo il quesito se la solitaria campana sia da datare in quell'epoca.

 

Passiamo ora in via Sant'Agostino e in piazzetta Lantieri, da qui si può ammirare quello che era il candido intonaco del campanile della chiesa di San Nicola da Tolentino, per tutti meglio identificata con il nome di chiesa di Sant'Agostino. Anche in questo caso, sarebbe bello giungere alla datazione del piccolo concerto campanario. Certo è che tra i due ordini di monofore arcuate e la caratteristica lanterna che si va articolando su due piani, sarebbe possibile datare quel suono tipico che si udiva nei decenni passati, alla seconda metà del Seicento. Infatti i lavori di costruzione del tempio ebbero inizio nel 1656 e gli stessi erano proceduti celermente grazie alle donazioni di devoti canonici, lasciti testamentari e alla particolare e generale generosità dei Tiranesi, riconoscenti per la possibilità data ai loro figli di accedere gratuitamente all'istruzione di base, e ai maestri di quella storica “ Scuola Marinona”, ideata e fortemente voluta da Giovanni Battista Marinoni.

Giungiamo in questo ipotetico cammino in piazza Parravicini, altro e meraviglioso angolo storico della città. Qui sorge la chiesa del Mariano Spasmo ( al dolore di Maria ), tappa fondamentale di tanti percorsi processionali, in particolare quella del venerdì Santo, negli annali per coloro che hanno buona memoria, era possibile sentire il rintocco quasi timido della piccola campana, posta nel campanile, il quale direi in maniera armoniosa ben si colloca quasi adagiandosi alle vecchie case che danno accesso alla via dedicata al Pisani.

 

Pur restando nel campo delle pure ipotesi, si potrebbe immaginare di dar datazione alla campana, agli inizi della seconda metà del Seicento. E' infatti appurato che il tempietto sia stato una ricostruzione risalente al 1664 sulla base di quello che era un antico oratorio dedicato alla Vergine, citato dal vescovo Ninguarda nel 1589.

Prima di lasciare Tirano, faccio una tappa in via Roma, qui vi sorge l'ultima chiesa edificata in ordine di tempo nella città. Dedicata al Sacro Cuore di Gesù, la stessa è sorta poco dopo all'originale costruzione dell'oratorio parrocchiale. Anche in questo caso, vi troviamo una campana, che come per altre citate chiese di Tirano è ad azionamento manuale. Dare a quest'ultima una datazione precisa mi riesce impossibile, si potrebbe pensare che sia la più moderna in ordine di tempo e ben sia degna di collocarsi agli inizi del secolo passato quando, su progetto dell'architetto Ugo Zanchetta, lo stesso che aveva disegnato la bella Casa Merizzi in viale Italia nel 1904, si realizzava e non con poche problematiche storiche la citata chiesa. 

 

Ed ora siamo a Madonna di Tirano, qui i concerti campanari da citare sono due: certo nello storico campanile della Basilica, non si può non ascoltarne il bel concerto suonato da meravigliose campane. Si tratta come per la parrocchiale di San Martino, di cinque campane realizzate in differenti fusioni. Anche in questo caso la storia da raccontare è ben lunga e si va a collocare in tante traversie che sono relative anche all'edificazione del campanile. Mi limito a citare, nel tema delle campane alcune date:

la prima è opera nel 1901 della fonderia Giorgio Pruneri, la seconda (1818), la terza ( 1794 ), la quarta ( 1797 ) recano la firma della fonderia Gaetano Soletti di Brescia, l'ultima ( 1737 ) risulta attribuibile a Carlo Francesco e Giuseppe Antonio Bizzozero di Varese.

Nel cammino verso uno dei cuori del centro storico di Madonna, certo non può mancare la chiesa di San Rocco, qui vi è una campana risalente al 1745 il cui fonditore era Giacomo Francesco Mazzola di Valduggia.

 

Per concludere questa piccola panoramica, facciamo un salto nelle altre frazioni: per la chiesa di Santo Stefano e Santa Lucia a Roncaiola, ho già citato la scorsa settimana le due campane presenti una è datata 1759 ed è una fusione attribuibile a Giovan Battista Soletti di Brescia. La seconda è di fonditore anonimo ed è dell'anno 1684.

Nella vicina e altrettanto soliva frazione Retica di Baruffini, nel campanile della chiesa parrocchiale di San Pietro Martire, ci sono quattro campane. Qui va detto che l'intero castello campanario era stato oggetto di un grande restauro in anni piuttosto recenti e sempre per desiderio del compianto monsignor Tullio Viviani.

Per ciò che concerne le quattro campane, parliamo ancora una volta di realizzazione in fusioni differenti: la prima campana (1867) e la seconda (1849) sono opera del fonditore Giorgio Pruneri di Grosio, la terza (1961) è del fonditore Roberto Mazzola di Valduggia e la quarta (1654) è opera di Cristoforo Calderari di Bormio.

 

Giungiamo adesso a Cologna, nel campanile della parrocchia della Santissima Trinità, ci sono tre campane, anche qui il concerto è stato realizzato in fusioni differenti dal fonditore Giorgio Pruneri:la prima campana è datata 1953, la seconda 1914 e l'ultima 1883.

Spero di essere stato il più possibile esaustivo nel cercare di dare una risposta alla richiesta del lettore, tuttavia in alcuni casi non ci sono molte fonti scritte o facilmente reperibili che consentano di attribuire alcune campane locali ad un fonditore e nemmeno risalire alla loro datazione precisa.

 

 

FONTI: www.campanedivaltellina.it autori e ricercatori Simone Margnelli e Paolo Bordoni.

La Chiesa di San Martino in Tirano. Autori William Marconi e Gianluigi Garbellini. Stampa: finito di stampare nel mese di dicembre 1999 presso la Tipografia Bettini- Sondrio.

Tirano. Il centro storico storia arte architettura. Autore Gianluigi Garbellini. Stampa: Lito Polaris Sondrio.

La foto di copertina è di Ivan Bormolini

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