MENU

Lo sapevate che? Come si preparava il lino

CULTURA E SPETTACOLO - 20 01 2024 - Guido Monti

CONDIVIDI

/tessitura lino

"Le operazioni di coltivazione e lavorazione del lino possono essere definite un'arte, più che un mestiere: ne sono più che convinta". Così si esprime Luisa, la protagonista del romanzo storico  'Cuore nella neve' scritto dal bormino Giovanni Peretti. La donna, di origine milanese, viene spinta in Valtellina dal desiderio di cercare il compagno disperso in montagna nel corso della Grande Guerra ed ha così modo di conoscere usi e costumi della popolazione locale.

 

Un giorno, incuriosita dalla preparazione dei pezzotti, scopre da una tessitrice che la loro produzione richiede meno tempo rispetto a quella delle coperte e delle lenzuola di lino. La 'tesciadra' dell'Alta Valle le illustra la procedura rivelando che coltiva e semina il suo campo in degorént, ossia in luna calante, tra aprile e maggio con le sementi dell'anno precedente, e procede alla raccolta a fine luglio dopo aver strappato le radici per evitare che neppure un millimetro di quella preziosa fibra utilizzabile vada perduto.

 

Continua spiegando che le operazioni da svolgere per giungere alla matassa finita sono variegate: una volta eseguita l'estirpazione occorre estrarre i semi, macerare i mazzi raccolti e poi farli essiccare, separarli dalle fibre, passarli con la spazzola e pettinarli per togliere la filaccia e farne infine delle matasse. In seguito c'è tutto l'inverno per lavorare e filare il lino, anche se non è ancora tutto perché le fibre filate vanno cotte con la cenere per renderle più morbide e candide. Questa operazione è molto delicata in quanto si rischia di bruciarle se si lasciano a contatto diretto col metallo del pentolone. Quando sono ben asciugate le matasse devono essere ammorbidite di nuovo e battute senza romperle, quindi bisogna preparare i gomitoli necessari per la tessitura.

 

La filatura invernale delle fibre viene eseguita sullo stesso filatoio usato per la lana, chiamato karèl, che deve scorrere più velocemente di quando si lavora la lana, siccome i filamenti sono più lunghi. Inoltre devono essere inumiditi abbondantemente con acqua o saliva dato che la fibra del lino è piuttosto asciutta. A questo punto dalle sue abili mani esce un filo finissimo e, terminato di filare la quantità necessaria, i polpastrelli sono screpolati, non come avviene con la lana che, contenendo grasso, li ammorbidisce. Per tessere le lenzuola ci vuole molto tempo, anche perché l'orditura stessa è di lino, e non solo la trama. Comunque si possono tessere vari tipi di tela, pure con la stoppa, o misti di lino e stoppa e perfino di lino con la lana.

 

Con la tela di lino è possibile fare lenzuola che durano una vita, piuttosto che tovaglie e tovaglioli, camicie e mutandoni. E il lino può essere impiegato addirittura nella medicina popolare .Luisa, estasiata da questo racconto, torna col ricordo allo spettacolo offerto verso fine giugno dai campi di lino cosparsi di teneri fiori azzurri, un colore che spicca nel verde intatto e lucente delle valli. Poesia allo stato puro, leggere per credere. 

 

Guido Monti

 

(fonte: 'Cuore nella neve' di Giovanni Peretti, Alpinia editore). 

LASCIA UN COMMENTO:

DEVI ESSERE REGISTRATO PER POTER COMMENTARE LA NOTIZIA! EFFETTUA IL LOGIN O REGISTRATI.

0 COMMENTI