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"Lo sapevate che?" Il Carnevale in ogni paese vale

CULTURA E SPETTACOLO - 24 02 2022 - Guido Monti

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Svariate sono nei nostri mandamenti le celebrazioni del Carnevale, sentito e partecipato in modo particolare con maschere tipiche, carri allegorici e antiche usanze. A cominciare dall'Alta Valle, è celebre il 'Carneval di mat' in calendario a Bormio a fine febbraio. Nella circostanza i cittadini sono chiamati ad eleggere in un'apposita cerimonia il Podestà di mat che per un solo giorno si avvale dei compiti del sindaco, mentre alla popolazione viene offerta la possibilità di avanzare proposte e critiche sull'operato dell'amministrazione comunale. Se ne fanno latori Arlecchino e la Compagnia di mat che leggono in pubblico indiscrezioni e lamentele raccolte nel corso dell'anno in piazza del Kuerc.

 

Il repertorio carnevalesco bormino comprende pure la consumazione della tradizionale polenta dei poveri, il corteo dei bimbi mascherati e l'immancabile palo della cuccagna. Scendendo la valle, nel comune di Sondalo a Le Prese e Mondadizza ci si imbatte nel martedì grasso caratterizzato dalle usanze dell'aradèl (l'aratro) e del 'darghe la papa' , ovvero la caccia all'uomo fin dall'alba per imbrattarlo di fuliggine. Per questo motivo i malcapitati maschi tentano in ogni modo di sottrarsi al poco gradito scherzo. Per l'occasione solitamente si indossano 'vestì de brut', abiti vecchi e sdruciti.

 

Ma il carnevale più caratteristico si tiene probabilmente a Grosio dove, come a Tirano, viene seguito il rito ambrosiano del festeggiamento nella prima domenica di Quaresima, e quindi il 'Carneval vecc' è di fatto il prolungamento di quello ordinario. La pandemia ha purtroppo interrotto la sfilata delle maschere tipiche, portate in genere dalle stesse persone: la Bernarda, al Carneval vecc, la Magra Quaresma, l'Ors accompagnato dal domatore, al Paralitic e 'l Toni, il burlone della compagnia. Comunque sia, il Carneval vecc è rappresentato da un individuo mascherato che impersona un anziano pimpante e godurioso abbigliato con un costume di montagna, in contrasto alla Magra Quaresma che è invece una vecchietta male in arnese vestita di stracci, in sintonia col periodo di astinenza e digiuno. Dal canto suo un'altra vecchia, la Bernarda, trasporta una pesante cesta colma di legna, e le fa da contraltare il simpatico poppante che spruzza vino anziché latte dal suo biberon.

 

In conclusione, all'Aprica agli inizi di marzo si celebra la 'Festa par i sciuri', ossia i signori di un tempo, che consiste in una rievocazione storica nel corso della quale i residenti della contrada di San Pietro, abbigliati con costumi tipici, mettono in scena i mestieri di una volta. Invitano inoltre i visitatori ad entrare nelle loro case e nelle cantine dove vengono serviti prodotti tipici del posto. Quando possibile nel programma della ricorrenza è inclusa anche una sfilata in maschera sugli sci. 

 

Queste le tradizioni ancora in uso, covid permettendo, la settimana prossima parleremo invece di quelle ormai tramontate nel periodo carnevalesco.       

 

Guido Monti

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1 COMMENTI

24 02 2022 13:02

Méngu

Caro Signor Monti, mi complimento per il titolo del Suo articolo : Il Carnevale in ogni Paese vale. Ha perfettamente ragione . Ogni Amministrazione, ogni paese, ogni Nazione, ogni Governo ha la sua Carnevalata. Peccato che noi Anziani, prima di morire, dobbiamo vederle e magari subirle.