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Giovani agricoltori: da Tirano la storia di Alessandro Monti

ECONOMIA E POLITICA - 06 03 2019 - Ercole Ricci

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/Alessandro Monti, Az. agricola Monti

Ormai è cosa risaputa che il mondo sta cambiando, che i giovani, stanchi della vita frenetica degli ultimi anni, decidono di abbandonare i loro costumi e usanze per dedicarsi alla campagna. Hanno iniziato a considerare l’agricoltura come una reale opportunità per dare una svolta alla propria vita in modo più sostenibile e consapevole.

 

Negli ultimi tempi, infatti, complice anche la crisi economica, ma anche mancanza di opportunità lavorative e precarizzazione crescente, per molti giovani l’agricoltura è diventata uno stimolo, la via d’uscita in un contesto socio-economico buio. Tantissimi ragazzi hanno deciso di tornare alla terra, giovani agricoltori che hanno saputo reinventarsi, innovando l’agricoltura tradizionale, che racconta storie secolari: sono ragazzi che scelgono di tornare alla terra perché la vita di campagna è ricca di continue e grandi soddisfazioni. Il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia per chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma è la nuova strada del futuro per giovani istruiti e con “voglia di fare”.

 

Tante le aziende piccole e a conduzione familiare che, oltre a svolgere un ruolo centrale nell’agricoltura, offrono un contributo importante all’approvvigionamento alimentare, contrastano l’esodo dalle campagne e contribuiscono a preservare l’ambiente, la bellezza del paesaggio e a mantenere inalterata la vitalità economica e sociale delle aree rurali.

Anche in Valtellina, malgrado alcune peculiarità fisiche e morfologiche, che rendono maggiormente difficoltosa la realizzazione delle attività economiche, e nonostante alcuni ostacoli, posti dalla burocrazia e da una politica pasticciona, sono tanti i giovani che hanno creduto nell’agricoltura.

 

Giovani come Alessandro Monti di Tirano che ha deciso di mettere un punto fermo alla propria vita. Un giovane che pur essendo ancora un ragazzo, ha idee molto chiare sul proprio futuro, ma non solo: ha capito che per praticare in maniera diffusa un’agricoltura sempre più sostenibile, è indispensabile un grosso cambiamento del mondo agricolo che deve essere innanzitutto sul piano culturale. Un giovane con un grande entusiasmo e grande sensibilità verso l’ambiente

Dietro la storia di Alessandro, dietro a questo giovane agricoltore c’è un vastissimo mondo di idee che vale davvero la pena scoprire. Parliamo di un ragazzo che ha saputo applicarsi, impegnandosi in un settore che è capace di dare soddisfazioni uniche. Ed è per questo che oggi in Italia, sono quasi seicentomila le imprese condotte da giovani. I giovani agricoltori, come Alessandro, sono preziose fonti di rinnovamento: grazie a loro, la nostra agricoltura è più attuale, pur restando fedelmente attaccata a quei valori che l’hanno resa tra i settori più longevi di sempre, dove le opportunità di lavoro si creano, si trovano e si condividono.

 

 Questa la sua storia.

 Alessandro Monti 23 anni di Tirano (Sondrio ), in via Monaci. Consegue il diploma in agraria presso il Convitto Nazionale G. Piazzi di Sondrio il mese di luglio 2015. Terminati gli studi si dedica alla raccolta delle mele per conto della ditta Paganini di Brusio (CH) e successivamente alla vendemmia per la casa vinicola Triacca.

A poco più di vent’anni decide che la sua strada è tra i campi e nel 2016 inizia la sua attività di agricoltore con la produzione di ortaggi legumi e patate, su terreni di sua proprietà, siti in via Monaci. Pronto a cogliere i segnali di cambiamento si è reso conto di non potersi più limitare alla produzione degli stessi prodotti realizzati fino a quel momento ed ha preso atto della necessità di dare avvio ad una nuova fase, sempre avendo come motivo ispiratore l’amore per la terra e per l’agricoltura.

L’azienda cresce ancora con l’affitto di ulteriori terreni, lungo l’argine poschiavino, l’acquisto di nuove attrezzature e con la realizzazione di serre per la coltivazione di terreno, poi a piccoli frutti, ( fragole, lamponi e mirtilli) prodotti coltivati con gli occhi del futuro, però mantenendo i sapori dell’agricoltura di un tempo.

Scegliere la giusta professione non è semplice, perché ogni decisione che assumiamo ha un impatto sul presente e sul futuro. ma avere le idee chiare su ciò che si vuole può senza dubbio aiutare ed Alessandro le ha avute come si rileva anche dalle sue dichiarazioni

 

Come ti sei avvicinato al mondo dell’agricoltura e quali sono state le difficoltà e le soddisfazioni?

Ho sempre pensato che l'agricoltore è un generatore di posti di lavoro, di ricchezza e di benessere e custode dei territori e delle comunità. Io ho scelto di lavorare in agricoltura perché amo partire dalla fonte di vita di ogni cosa che vivo quotidianamente, e l'agricoltura mi permette di far nascere continuamente situazioni nuove intorno a me. La mia famiglia ha avuto un ruolo centrale in questa mia scelta. Inoltre ha contribuito molto il fatto di avere già parte della terra a disposizione Così non è invece oggi per chi decide di ritirarsi in campagna partendo da zero, che, oltre alla difficoltà di trovare lo spazio per il terreno e l'azienda agricola ha tante criticità legate all'accesso al credito.

Nella mia esperienza, la principale difficoltà è stata quella di superare i continui ostacoli posti dalla burocrazia. La soddisfazione l’ho raggiunta comunque quando ho visto realizzarsi quanto avevo immaginato all’inizio del mio percorso. Certo, bisogna investire tempo e risorse ma la gente ha capito bene la differenza tra un prodotto industriale e uno artigianale e premia la qualità


 

Cosa offre il mondo rurale in più rispetto alla vita cittadina?

Prima di tutto offre una vita sana, a contatto con la natura. Si apprezza infatti di più quelle piccole cose quotidiane prima date per scontate, e il silenzio e la bellezza della natura non cessano mai di annoiare. Vivere e lavorare in campagna è un’occasione per mettersi alla prova tutti i giorni. Si lavora dalla primavera all’autunno e c’è molto da fare, le giornate sono lunghe; si comincia presto e si termina molto tardi. In inverno poi, siccome la natura si riposa, mi riposo anche io.

 

Come sei riuscito a realizzare il tuo progetto?

Ho realizzato il progetto con la determinazione e anche con un bel po’ di incoscienza perchè ho sempre creduto che sbagliare è uno dei metodi migliori per imparare.Oggi fare agricoltura significa tutelare l’ambiente, il territorio, la storia di un luogo, ma soprattutto la persona.Ogni giorno nel mio lavoro cerco di coniugare l’educazione alimentare con la strategia d’impresa. I bisogni dei clienti sono difficili da decifrare, ma ti permettono di vivere e confrontarti sempre con nuovi stimoli”. Pensare di poter operare con l’agricoltura tradizionale attualmente non è più sostenibile, sia da un punto di vista economico che da un punto di vista ambientale.

 

Quali i tuoi obiettivi futuri?

Gli obiettivi futuri riguardano il recupero di terreni ancora abbandonati con il ripristino e l’utilizzo dei terrazzamenti nei pressi della mia azienda che le culture locali hanno saputo produrre nel tempo ed avere maggiori spazi per la messa a dimora di piante da frutta “varietà antiche” che non necessitano di trattamenti. Credo che se offri i prodotti giusti e garantisci qualità, riesci, nonostante le difficoltà della crisi, a rimanere sul mercato. La costanza nel lavoro, così come l’impegno quotidiano, la voglia di mettersi in gioco sono fondamentali.

 

Credi che il comparto agricolo possa restare ancora un settore primario in Italia?

Il comparto agricolo comunque resterà secondo me il settore primario in Italia, la terra di produzione è vasta in tutta la penisola e almeno spero non ci sia un abbandono totale delle coltivazioni. l’Italia deve per forza rimanere un paese agricolo.

 

Cosa consiglieresti a chi ha un progetto simile?

Di provare, senza rinunciare alle prime difficoltà. L’altro consiglio è di intraprendere questa strada solo se c’è una grande passione. Questa vita non conosce orari e programmi ma le soddisfazioni saranno tante!

Oggi grazie a molti giovani imprenditori come Alessandro assistiamo alla sempre maggiore diffusione di un nuovo modello di sviluppo delle aziende fondato sulla qualità, sulla creatività, sulla valorizzazione dei fattori locali, sulla storia e tradizione dei prodotti comprati e consumati, sul rispetto dei luoghi di origine.

Penso quindi che sia doveroso, creare le condizioni per garantire una permanenza felice dei giovani in agricoltura, che sarà possibile solo se verranno affrontati e risolti alcuni nodi che attanagliano da sempre il settore. Sarebbe auspicabile che i nuovi agricoltori diventassero sempre più produttori finali di cibo e sempre meno fornitori delle industrie alimentari.

Occorre favorire il loro accesso a piccoli laboratori di trasformazione, riducendo i vincoli burocratici che non hanno effetto sulla tutela dei consumatori, migliorare e qualificare l’agricoltura con altre attività, penso ad esempio ad offerte culturali e didattiche. Inoltre considerato che i giovani hanno una naturale e maggiore propensione all’innovazione (Monti ne è la testimonianza, ndr) è fondamentale che essi possano accedere a innovazioni e a tecnologie “su misura”.

Servono poi delle politiche che effettivamente sostengano l’azienda agricola in tutto il suo percorso, con risposte veloci ed efficaci perché l’agricoltura, insieme alla cultura e al turismo, è una colonna portante dell’economia del nostro territorio, e fatta in un certo modo può contribuire a dei cambiamenti importanti per la nostra società.

 

Ercole Ricci

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